Viafarini (vecchia sede)
Milano
via Farini, 35
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Note
dal 25/3/2002 al 6/4/2002
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C/O Viafarini




 
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25/3/2002

Note

Viafarini (vecchia sede), Milano

La rassegna Note, a cura di Gabi Scardi, propone artisti delle ultime generazioni. Stati mentali: il secondo appuntamento, presenta opere di Kristine Alksne, Tarin Gartner, Clara Luiselli, Stefano Peressini, Anna Ramasco, Sara Serighelli, Donatella Spaziani.


comunicato stampa

stati mentali
Kristine Alksne, Tarin Gartner, Clara Luiselli, Stefano Peressini, Anna Ramasco, Sara Serighelli, Donatella Spaziani
Inaugurazione: martedì 26 marzo ore 18
fino al 6 aprile 2002

note: nostalgie
Lorenza Lucchi Basili, Stéphanie Nava, Elena Nemkova e Dubravka Vodovic
Inaugurazione: martedì 12 marzo ore 18
fino al 23 marzo 2002

La rassegna Note propone artisti delle ultime generazioni, alcuni dei quali esordienti, altri affacciatisi sulla scena artistica in questi anni, ma già fatti segno di attenzioni incoraggianti.
Le opere proposte nei due appuntamenti hanno il valore di annotazioni personali e sono accomunate da un carattere riservato. L'energia che manifestano è un'energia interiore, segreta cui lo scenario esterno fa da contrappunto. Spira, tra le opere, una sensazione, appena vagamente spaesante, di assenza e di nostalgia di un'unità originaria, nello spazio e nel tempo.

Sono ancora stati mentali quelli che emergono dalle opere di Kristine Alksne, Tarin Gartner, Clara Luiselli, Stefano Peressini, Anna Ramasco, Sara Serighelli e Donatella Spaziani, presentate nel secondo appuntamento.

Tarin Gartner ci permette di entrare tra i pensieri che abitano la sua testa, tra le immagini che coglie il suo sguardo, in un gioco di rimandi tra se stessa e l'esterno.

Anna Ramasco, con l'installazione sonora Tarifa, ci immerge nella bizzarra ed enigmatica atmosfera di un racconto che narra di un viaggio da un luogo estremo, un luogo di confine tra l'Europa e l'Africa, in cui si raccoglie il vento e in cui si concentrano le energie, e di un vivificante viaggio attraverso la Spagna, verso il cuore dell'Europa.

Donatella Spaziani sperimenta, attraverso una serie di autoscatti e di disegni, la relazione tra sé e lo spazio, tra il proprio corpo e gli oggetti che la circondano, come se cercasse una complementarietà ideale. Per farlo sperimenta situazioni di isolamento fisico creando teatrini privati all'interno di stanze il cui isolamento può acuire la sensibilità individuale.

Anche Sara Serighelli realizza serie di autoscatti all'interno di luoghi carichi di vita passata. Si tratta, ancora una volta, di entrare in rapporto con essi, di misurarli attraverso il metro soggettivo della propria emotività, talvolta anche di perdervisi fino quasi a scomparire, come testimoniano alcune dilemmatiche fotografie.

Clara Luiselli presenta un pavimento di delicate mattonelle-nido che accolgono nel proprio incavo un uovo e un muro di mattoni-nicchia destinato ad accogliere noccioli di frutta: è nel vuoto derivato da un'assenza che può trovare spazio il nucleo germinativo del futuro.

Stefano Peressini utilizza suoni subsonici, che fanno vibrare gli oggetti intorno a noi fino a farli risuonare nelle nostre ossa, evidenziando così quelle connessioni tra persone, cose, ambienti alle quali spesso, indaffarati come siamo a vivere la vita, non facciamo caso. Le sue opere, facendo di spazio e suono un tutt'uno, inducono una percezione del contesto particolare e si prestano ad esperienze fisiche poco convenzionali.

Infine Kristine Alksne realizza seducenti fotografie di corpi femminili eterei che s'intravedono appena da dietro una coltre di capelli che, come un rifugio, li nasconde quasi completamente, riparando l'universo di emozioni che portano in sé.

Inaugurazione: martedì 26 marzo ore 18

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Il primo appuntamento proponeva opere di Lorenza Lucchi Basili, Stéphanie Nava, Elena Nemkova e Dubravka Vidovic.
La sede espositiva diventa una meta, prima di raggiungere la quale cammineremo sull'acqua con l'installazione di Dubravka Vidovic: come se si trattasse di superare un mare di nostalgia e di lontananza. Elena Nemkova invita i visitatori alla prova di un contatto individuale ma anonimo, come a sottolineare la difficoltà, ma anche la necessità, di stabilire rapporti umani autentici, verificabili. La scelta stessa di tentare una relazione può assumere il senso di una sfida. L'inconoscibile è anche la violenza vaga delle tavole e della biancheria di Stéphanie Nava, abitate da punte o da lame. Le sue opere hanno a che fare con le nozioni di tempo, di limite e di territorio. Il tema della nostalgia s'intreccia, in molti dei suoi lavori, con quello di squilibrio, con esiti di sottile ed enigmatica crudeltà.

Delle serie fotografiche che compongono il lavoro di Lorenza Lucchi Basili, quelle presentate qui risultano tra le più oniriche, quasi si trattasse di visioni riferibili ad una fluida realtà interiore piuttosto che alla ferma solidità dell'architettura. La scomposizione e la ricomposizione della forma architettonica diventa una strategia per recuperare il senso, a noi solo parzialmente accessibile, di un'unità perduta delle cose, un viaggio dentro lo strato più arcaico e insondabile della nostra psiche.

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dal martedì al sabato dalle 15.00 - 19.00

Viafarini,
via Farini 35 - 20159 Milano

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