La selezione di opere illustra un percorso artistico complesso, che dal confronto iniziale tra forme espressive di origine astratta/informale e stilemi della figurazione classica, conduce ai lavori piu' recenti, dove forte e' il contrasto tra l'impostazione geometrica dello spazio e la libera rilettura della figura umana.
Fondazione Mudima ospita, dal 12 marzo al 10 aprile 2009, una mostra personale dell'artista colombiano Fabio Amaya: la selezione di opere illustra un percorso artistico complesso, che - dal confronto iniziale tra forme espressive di origine astratta/informale e stilemi della figurazione classica - conduce ai lavori più recenti, dove forte è il contrasto tra l'arbitraria impostazione geometrica dello spazio e la libera rilettura della figura umana.
Elemento fondamentale e costante della poetica di Amaya è il nudo, manifestazione profonda e coerente maturata attorno al tema della violenza, della sofferenza e dell'assurdità della condizione dell'uomo. La veste formale si mantiene sempre sul supporto bidimensionale e il linguaggio conferma la tendenza al dialogo tra elementi della figurazione e dell'astrattismo classici; i lavori più recenti giungono a una sintesi policroma e si aprono alla sperimentazione di masse, corpi e volumi luminosi in grado di proporre una nuova definizione dello spazio.
Scardinando i canoni tradizionali della prospettiva e dell'unicità del punto di osservazione, le tele di Amaya scatenano nello spettatore un senso di spaesamento percettivo: quelle che da vicino sembrano essere opere assolutamente astratte divengono, a mano a mano che ci si allontana, figurazioni in senso stretto, immagini la cui visione muta a seconda della distanza da cui vengono percepite. Nel corso della mostra sarà disponibile un libro con illustrazioni, interviste, testi originali e con testi critici di: Alfredo Antonaros, Giovanni Bottiroli, Pablo Armando Fernández, Sean Funes, José Saramago e Gabriel Saad.
Colombiano naturalizzato italiano, Fabio Amaya è inserito nella comunità milanese dal 1975. Nato a Bogotà nel 1950, cresce a contatto con i maggiori rappresentanti del panorama artistico e letterario latinoamericano: a 12 anni conosce Jorge Zalamea, a 14 Jorge Luis Borges, a 18 organizza il primo recital pubblico di Pablo Neruda nello stadio universitario della capitale, a 20 diviene amico di Julio Le Parc e il Gruppo di Parigi. Esordisce nel mondo dell'arte aggiudicandosi il Premio Nazionale d'arte giovane nel 1969, il Primo premio alla Biennale internazionale organizzata dal Museo d'Arte Contemporanea di Bogotá nel 1970 e vincendo il Premio Nazionale d'Arte nel 1971; nel 1973, a soli 23 anni, inizia a insegnare anatomia e pittura presso l'Universidad Nacional di Bogotá e ha modo di confrontarsi con gli artisti più importanti del momento: Obregón, Negret, Cárdenas, Giangrandi e Caballero.
Nel 1980 partecipa alla Biennale di Venezia e il suo percorso artistico si consolida a livello internazionale grazie alla sua presenza in numerose mostre internazionali e nelle Biennali di Seul, Cracovia, Los Angeles, Medellín e Sidney. Nello stesso periodo, all'attività di pittore affianca quella di incisore presso lo storico atelier milanese di Giorgio Upiglio. Nel 1990 realizza l'antologica personale Las voces del silencio presso Casa de las Américas de L'Avana. A partire dagli anni ottanta l'artista sviluppa, accanto alla ricerca pittorica, importanti collaborazioni con prestigiose case editrici e testate giornalistiche in qualità di esperto di letterature iberoamericane. Dal 1982 insegna Letterature Ispanoamericane presso l'Università degli Studi di Bergamo.
Dal 2004 a oggi partecipa a mostre collettive internazionali e si dedica esclusivamente alla realizzazione di sei antologiche previste, a partire dal marzo 2009, a Milano, Bergamo, Cartagena, Barranquilla, Santa Marta e Bogotá.
Immagine: Crucifixiòn II, 2008, tecnica mista s/lino, 200x200 cm – Foto Andrea Livio
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Inaugurazione giovedì 12 marzo ore 18.30
Fondazione Mudima
via Tadino 26 Milano
orari mostra 15.30 / 19.30 e su appuntamento