La gloria di una giornata qualunque. 80 dipinti ripercorrono gli ultimi 25 anni di attivita' dell'artista milanese. L'esposizione, curata da Carlo Micheli e Lorenzo Canova, attraversa i nuclei espressivi che hanno caratterizzato la sua produzione: la casa e la famiglia, la natura, la citta'.
Dal 22 marzo al 19 aprile 2009, a Palazzo della Ragione di Mantova, il Comune di Mantova, Assessorato Cultura, organizza la personale di Letizia Fornasieri, dal titolo “La gloria di una giornata qualunque”
L’esposizione, curata da Carlo Micheli e Lorenzo Canova, col patrocinio del Comune di Mantova, ripercorre gli ultimi 25 anni di attività dell’artista milanese, attraverso 80 opere appartenenti ai nuclei espressivi che hanno caratterizzato la sua produzione, come la casa e la famiglia, la natura, la città, con i suoi luoghi e la sua varia umanità.
L’essere pittrice di Letizia Fornasieri l’ha portata a riflettere sul suo ruolo di donna, esaltando e analizzando anche in modo spietato le caratteristiche che la società ha da sempre associato al ruolo femminile. Così, ripercorrendo i soggetti dei suoi lavori si incontra una macchina per cucire - la stessa macchina che l’artista usa per imbastire i propri abiti -, oppure ci si trova davanti a piante e fiori che l’artista oltre che riprodurre nei quadri fa nascere e crescere. Fino ad arrivare ai rapporti coi familiari, la sorella gravemente malata che, oltre ad essere modella, è anche la prima persona che chiede ogni giorno le sue cure.
La selezione dei dipinti di questa rassegna, come scrive il giornalista e scrittore Roberto Perrone nel testo in catalogo, fanno emergere la peculiarità della figura di Letizia Fornasieri nel panorama artistico italiano. È la testimonianza della vita di una persona immersa in un tempo che ci manca e che, raccontando il suo mondo attraverso la pittura, ripercorre l’immaginario comune a molte generazioni di donne, fatto di vita quotidiana e scandito dai rapporti familiari. Da questo universo femminile espresso in immagini e colori, Letizia Fornasieri ha saputo trarre fonte di riscatto, di riconoscimento e di emancipazione.
Nei dipinti di Letizia Fornasieri, gli arnesi di casa, gli elementi dell’ambiente naturale e cittadino non sono semplici oggetti, ma rappresentano una metafora - come descrive il saggio di Maurizio Cucchi - che, nel quadro diventano la trasposizione dell’umano.
L’artista ha un metodo di ricerca che la porta ad osservare in disparte i suoi soggetti registrandone i caratteri senza imporre un giudizio. Questo le permette di dare nuova vita a ciò che è ovvio e quotidiano. Nelle sue opere gli oggetti comuni vengono trasfigurati, diventando icone dei soggetti del contemporaneo dove si supera il semplice concetto; da inanimati assumono la facoltà di evocare quello che non vediamo.
Letizia Fornasieri attribuisce presenza fisica e vitale alle cose, spingendosi anche ben oltre il concetto di natura. La sua pittura diventa un modo per ritrarre e raccontare l’essere umano nel suo complesso. Una porta chiusa e dei vestiti abbandonati su una sedia sembrano dire molto più di un tratto del volto di una persona o di una caratteristica della sua fisionomia. Letizia Fornasieri mette in scena la drammaticità del proprio vissuto e all’interno della tradizione pittorica, sceglie un modo di dipingere che sembra spinto dal sentimento, dal legame affettivo piuttosto che dal desiderio di esibire e mettere in mostra.
Lo sguardo attento dell’artista milanese indaga il quotidiano in tutte le sue manifestazioni. Ad esempio, c’è la natura negli interni, fatta di fiori e piante grasse e c’è la natura dei boschi (come la serie a Monte Pelice), del paesaggio e dell’ambiente esterno.
Oltre all’ambito casalingo e all’osservazione attenta della natura nelle sue varie forme, la pittura di Letizia Fornasieri si è dedicata spesso a una personale interpretazione della città di Milano. Si tratta di uno sguardo inconsueto che l’artista proietta sulla metropoli, descrivendone i luoghi, le persone che la popolano e i suoi ritmi incalzanti, e i famosi Tram, presenze misteriose e incontrollabili. Il caos cittadino è reso appieno da una tecnica pittorica fatta di distorsioni espressive e da forti contrasti cromatici. Le prospettive concitate di una città che corre non hanno però impedito alla Fornasieri di leggerne i caratteri più nascosti, fatti di momenti di solitudine, di alienazione come pure di registrarne i segni di inaspettata bellezza.
Il catalogo che accompagna la mostra contiene testi di Carlo Micheli, Lorenzo Canova, Maurizio Cucchi, Roberto Perrone.
Letizia Fornasieri è nata a Milano e si è diplomata in pittura all’Accademia delle Belle Artdi Brera. Terminati gli studi nel 1981 ha avuto da subito un’intensa attività espositiva sia in Italia che all’estero. Pittrice della nuova figurazione italiana, quotata nel collezionismo e molto amata dal pubblico ha al suo attivo numerosissime personali e collettive anche al’estero. Per diversi anni ha svolto l'insegnamento delle materie artistiche, poi lasciato per aderire alla chiamata totale dell’arte. E’ della squadra della Galleria Rubin di Milano. Nella partecipazione alla XIV Quadriennale (2005) il suo quadro “Milano Tram” è stato acquistato dalla Collezione della Camera dei Deputati del Parlamento Italiano presso Montecitorio. Nella città dove vive e lavora si trova, nel Quartiere Adriano, nella Chiesa di “Gesù a Nazaret”, l’imponente opera Via Crucis, composta da Pala trittico e quadri.
Il suo studio è a Milano città Studi, in via Teodosio (vedi mappa degli Studi d’Artista a cura della Fondazione Stelline) dopo un periodo in via Porpora sempre nello stesso quartiere.
Informazioni:
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Casa di Rigoletto: 0376.288208
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Inaugurazione: 21 marzo ore 18.00
Palazzo della Ragione
Piazza delle erbe Mantova
Orari: dal martedì a sabato dalle 10,00 – 13,00 / 16 – 19,00; chiuso il lunedì