Interferenze video, schermi desintonizzati, pixel che vibrano, scattano, ''vivono'': l'artista ci presenta la sua serie di video recenti (2005-2009), frutto dello studio effettuato sullo schermo televisivo e della sua quarantennale ricerca fotografica.
Un testo di Angela Madesani accompagna la mostra
Interferenze video, schermi desintonizzati, pixel che vibrano, scattano, “vivono“: Bruno Sorlini ci presenta la sua serie di video recenti (2005-2009), frutto dello studio effettuato sullo schermo televisivo e della sua quarantennale ricerca fotografica.
Partendo dalla tecnologia più divulgata, comune e volgare sul pianeta, cioè il medium televisivo, Sorlini viene affascinato da un paradosso: lo schermo senza visione; ma in pieno stato di mancanza di sintonia, dalla quale estrae strutture e microelementi che costruiscono la sua propria estetica, una nuova scrittura ritmica e dinamica si ricompone.
Come nel suo lavoro precedente il gioco sottile tra reale ed irreale, che qui raggiunge portate parossistiche, diviene mezzo per penetrare la superficie vivace con minuzia scientifica, sino a scovarne la sua più intima struttura, il suo alito vitale, l’impulso vibrante. Nei video aleggia una sensazione di ricordo trasfigurato, di racconto rubato, di emozione sussurrata o gridata: nella loro estrema astrazione le immagini vengono impreziosite da ritmi musicali asiatici ed antichi, suoni della natura dalle eco lontane o ancora da tracce sonore della realtà contemporanea, dei nuovi detentori di significati e significanti culturali come MTV, Al Jazeera, CNN e Reality TV.
Per Bruno è stato un percorso naturale che dalla fotografia approda al video.
Nato a Brescia (Italia) nel 1948, si appassiona presto alla fotografia, dal 1985 indirizzando il suo lavoro artistico alle vibrazioni materiche ed alle emozioni fotografiche.La sfumatura, apparizioni vaghe, impressioni nebulose, un certo romanticismo sperimentale caratterizzano le sue opere. Figure nude, paesaggi, fantasmi umani: ecco lo spettro fotografico dell’autore, divulgato in numerosi cataloghi e libri ( come Yin, Miti e Mitesse, Haiku, Venetian Impressions e Inside television), e immediatamente accolto dalle gallerie e dalla critica. A partire dal 1993 ha esposto in diverse mostre personali e collettive in Italia e all’estero: Milano, Trieste, Torino, Brescia, New York, Arles, Parigi e Londra. La sua affinità con le filosofie orientali e le mitologie asiatiche diventa forma mentis per la sua ricerca creativo-umana.
L’arrivo del canale televisivo MTV provoca uno shock e un radicale mutamento nella sua “Weltanschauung“ perché l’estetica commerciale sembra rendere assurdo l’impegno artistico-autonomo.
Sorlini non si arrende ma si butta dentro a questa occasione di funzionalizzare per se stesso lo strumento della televisione. Dopo lo scatto sullo schermo – metaforicamente una natura morta contemporanea – si concentra dal 2000 esclusivamente sulle sperimentazioni in forma di video.
Nel 2000 partecipa come docente al programma “Learning Through Art“ del Guggenheim Museum di New York. Dal 2002 è docente di fotografia artistica e creativa alla Libera Accademia di Belle Arti di Brescia. Oggi è orientato agli studi sull’inconscio fotografico e sulla matericità fotografica virtuale: tra elementi di realtà e tecnologica finzione, in fondo, Sorlini vuol parlare di NOI.
Inaugurazione: 21 Marzo ore 18.30
Galleria Maurer Zilioli
via Trieste, 42b - Brescia
Orari di apertura: Mart. – Sab. 10.00-12.30 e 15.30-19.30
o su appuntamento