Teatro dell'Arte CRT
Milano
viale Alemagna, 6
02 72434258 FAX 02 863813
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Stoa - Occupare e Ornare
dal 30/3/2009 al 4/4/2009
20.45, domenica ore 16

Segnalato da

Crt Stampa




 
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30/3/2009

Stoa - Occupare e Ornare

Teatro dell'Arte CRT, Milano

La Stoa e' una Scuola teatrale di movimento fisico e filosofico che la Societas Raffaello Sanzio sostiene dal 2002 a Cesena. Il suo trasferimento a Milano, per una settimana, definisce il senso locale delle discussioni, delle esercitazioni e dei balli circolari. In programma anche un laboratorio e una serie di incontri.


comunicato stampa

La Stoa è una Scuola teatrale di movimento fisico e filosofico che la Socìetas Raffaello Sanzio sostiene dal 2002 al Teatro Comandini di Cesena, proposta prima ai bambini, poi ai giovani. La Stoa - che prende il proprio nome dall’antico portico nel quale Zenone si incontrava con i suoi scolari - finora ha creato cinque Balli, nel 2004, 2005, 2006 e 2007 e 2008. Balli si chiamano gli spettacoli della Stoa, perché il ballo marca soprattutto il tempo e ha un’impronta collettiva e inespressiva, a differenza della danza, che percorre lo spazio con un’intenzione individuale e sentimentale. La mente è già in danza. Non c’è bisogno di descrivere alcun movimento. Il ballo vuole quindi considerare lo spazio non come un campo da solcare con traiettorie, ma come un recipiente che contiene già tutte le forme di cui è capace. Il suo trasferimento a Milano, per una settimana, aumenta e definisce il senso locale delle discussioni, delle esercitazioni e dei balli circolari. Ballo capace di agonia, Pro Loco isto e Simiam videbo (vedrò la scimmia) sono i balli che saranno eseguiti.

31 MARZO - 1 APRILE Ballo capace di agonia
Il Ballo capace di agonia svolge il tema della lotta e del duello secondo tre momenti principali: il combattimento interno, la sfida individuale tra diversi soggetti e la competizione tra due gruppi.
Il Ballo interpreta quello stato di infermità e di incertezza dato da una condizione nella quale sono compresenti due forze contrapposte e in lotta per il sopravvento. Una condizione, questa, che può essere sia individuale, sia sociale; sia mentale -attraverso le sinapsi dei due emisferi cerebrali- sia politica e sportiva.
Il Ballo esprime questi stati differenti attraverso i passi, la logica degli spostamenti, e l’istituzione di vere e proprie “partite”. Nessuno sport conosciuto è rintracciabile: si tratta di una disciplina inventata per questo ballo affinché emerga la sintesi di un combattimento.
Il Ballo capace di agonia riprende quindi la figura che quasi sempre compare in ogni ballo: il cerchio. Il giro su se stessi e il giro collettivo recuperano la prevalenza della dimensione temporale su quella spaziale. Ciò significa che il cerchio, pur muovendosi, non percorre alcuna distanza, alludendo al moto interno di ogni materia, anche quella apparentemente più inerte, e costringe all’inseguimento del volto: di sé, degli altri e delle cose.

2 - 3 APRILE Pro loco isto
La lingua adottata in questo ballo è il francese, per simpatizzare con quel pensiero razionale che da Cartesio risale sino agli Enciclopedisti. Da Cartesio si apprende la sua disposizione a ridimensionare lo spazio insondabile, a puerilizzare l’abisso: la sua idea di determinare la posizione di un qualsiasi punto nello spazio tramite la proiezione di tre segmenti coordinati, cioè ortogonali rispetto ai piani, che si incrociano in quel punto con angoli di 90°, inchioda quel punto alla sua base, fugando ogni evanescenza. In questo ballo c’è una certa insistenza sul punto, su quella minima estensione spaziale, su quella estrema località che coincide con la pianta dei piedi. Pro Loco isto si riferisce a questa microscopica base terrestre, e pur non richiamandosi ad alcuna topografia, né a un’utopia, comprende e rivendica una località, un luogo degli affetti e delle abitudini. Per il ballo, questo si traduce tecnicamente con un’attrazione verso la terra, rintracciabile nelle ginocchia flesse, nel dorso che piomba e nella testa che pesa, e quando le braccia soltanto si sollevano come alghe filamentose è per contornare l’immobilità di un’àncora posata sul fondo. Psicologicamente, invece, il dettato terrestre fa rivolgere frequentemente lo sguardo verso i piedi, non già per stanchezze o pose cogitabonde sulla fine, ma per sapere cosa significa restare. L’orientamento dei movimenti è condotto su schemi estremamente oggettivi, come quelli ortogonali, e il passo è modulato in base al quadrante (arco formato dalla quarta parte del cerchio, ma anche quarta parte del giorno), e tengono conto non soltanto del tragitto sulla terra, ma della terra. Benché sia ovvio che il giro compiuto dalla terra sovrasti qualsiasi giro che si svolga su di essa, ciò nondimeno questo ballo include, nella sua coreografia, il giro compiuto dalla terra. Da qui, l’idillio delle Stagioni cantato all’inizio del ballo (in lingua francese).

E’ sempre presente un doppio movimento: da un lato la storia profonda -quella determinata dai lunghi cicli del clima e dalla lenta mutazione geologica- che eccede la misura di esseri viventi, e che si situa al di là delle nostre azioni (F. Braudel), dall’altro quella estremamente localizzata, in quel paese vasto tanto quanto la pianta dei piedi. Se la dicitura residuale di Pro Loco rimanda a un arroccamento su tradizioni inutilizzabili e a volte xenofobe, il pronome dimostrativo “isto” situa la rocca degli affetti nel piccolo picco su cui si sta -e immediatamente occorre dire:- “ora”. Il Ballo è una saltazione marcata dall’uso delle scarpe di cuoio (di bue o di vitello). Saltare con una pelle robusta e conciata provoca un suono di zoccolo, e il passo deve misurarsi col ritmo che genera. Ogni posa del piede corrisponde a un suono di pelle priva di sangue e ben secca, che avvolge un piede troppo tenero per la musica e per la memoria delle grandi migrazioni animali, e in fondo riconduce al carattere radicalmente locale dell’animale.

4 - 5 APRILE Simiam videbo (vedrò la scimmia)
Il ballo si dispone a considerare la posizione della scimmia nella storia e in un ambiente.
Quasi tutto il corredo genetico umano è condiviso dalle scimmie ominoidi, e vedere la scimmia, promettersi di vederla, vuol dire proporsi di trovare una condizione umana primordiale. Simiam videbo (vedrò la scimmia) è la promessa di guardare le cose in modo iniziale, di essere i principianti, di perlustrare, di saggiare con i piedi la conformazione terrestre, di brancolare nel fitto con le mani, di misurare lo spazio con le braccia, di vedere ogni cosa ottenebrata dall’ignoranza, anche se quella cosa la si conosce così bene da non farvi più caso. Una nuova ignoranza. Una nuova povertà culturale, ma di segno opposto rispetto a quelle che si hanno oggi nei confronti degli attrezzi elettronici e telematici, verso cui semplicemente si è seguaci, e per cui ogni domanda è surclassata dal gettito costante di risposte che inventano e predispongono ogni possibile domanda distruggendo lo spirito di invenzione. Nessuno sa, eccetto pochi, come funzionano i congegni che si utilizzano quotidianamente. Si usano, mentre monta un inconscio animismo che tacita ogni speculazione. L’ignoranza iniziale è invece la condizione migliore per ricominciare a guardare le cose in modo essenziale. Un nuovo farvi caso, attratto dalla verità delle forme. Un atteggiamento iniziale e storico insieme.

Dal 31 marzo al 5 aprile 2009 Teatro dell’Arte
Stoa, Scuola sul movimento ritmico di Cesena
Produzione Socìetas Raffaello Sanzio
OCCUPARE E ORNARE
Programma di insediamento della Stoa a Milano

Milano sarà una nuova base per la Stoa, una scuola e compagnia di ballo che solitamente si incontra a Cesena. Occupare e Ornare è il motto che descrive la decisione di come stare in un posto. Il trasloco di una scuola che studia il movimento e il ritmo ed è attenta al rapporto con la storia, si traduce in un irradiamento di azioni in altrettanti luoghi della città. I Balli che propone al Teatro dell’Arte sono:

31 MARZO / 1 APRILE ore 20.45
BALLO CAPACE DI AGONIA
50 minuti

2 / 3 APRILE ore 20.45
PRO LOCO ISTO
50 minuti

4 APRILE ore 20.45
5 APRILE ore 16.00
SIMIAM VIDEBO (VEDRò LA SCIMMIA)

3/ 4 Aprile ore 22.00:
BALLO COLLETTIVO con passi semplici e ripetuti, dove è possibile infilarsi e sfilarsi. La musica è di Black Fanfare.

1° Aprile
ore 10.00 Accademia di Belle Arti di Brera, aula 19
L’ASSOLUTISMO DELLA REALTA’ E IL MITO DELL’ARTE, Discussione di Claudia Castellucci, insegnante della Stoa, e Federico Ferrari, professore di Filosofia dell'arte all’Accademia di Belle Arti di Brera

ore 18.00 Libreria del Mondo Offeso
ETS D’EAU: L’ANALISI DELL’ACQUA. BERNINI, BACON, HITCHCOCK di Marco Villari
Dialogo di Marco Villari, e Marco Belpoliti, sull’ idea dell’acqua che percorre le opere prese in esame.

2 Aprile
ore 18.00 Casa della Cultura
OCCUPARE E ORNARE
Discussione di Claudia Castellucci e dell’arch. Stefano Boeri,
direttore della rivista Abitare.

1/4 Aprile
ore 15.30-17.00 Teatro dell’Arte
ESERCIZI DI PASSI E DI SALTI CADENZATI
Si insegnano passi elementari per un ballo collettivo circolare.

INFO
Prevendite e Prenotazioni telefoniche
biglietteria CRT Teatro dell’Arte tel. 0289011644 promozione@teatrocrt.it
da lunedì a sabato 10.00 -19.30
domenica un’ora prima dell’inizio dello spettacolo

CRT Teatro dell’Arte
viale Alemagna 6. Milano
Intero € 18, Ridotto Giovani max 25 anni € 12

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