Naturale/Artificiale. La pittura dell'artista sembra muoversi tra queste due polarita' opposte, al contempo scissa e unitariamente ricomposta tra questi due estremi complementari.
Come in una moderna querelle artistica, la pittura di Daniela Donati sembra
muoversi tra queste due polarità opposte, al contempo scissa e unitariamente
ricomposta tra due estremi complementari.
E’ un richiamo ambivalente quello verso la Natura, un richiamo che filtrato
dalla modernità e dalla tecnologia, forse non siamo in grado di adempiere a
pieno.
E’ un richiamo intriso di una forte tensione, latente, di sottofondo, una
tensione verso una dimensione cittadina, rutilante, di una città che
futuristicamente sale...
L’opera di Daniela Donati si rivolge anelante verso la polarità naturale ma
la trasfigura immediatamente leggendola con un occhio ormai disincantato, un
occhio che non può più essere vergine e alieno dalla dimensione
massmediatica.
Ecco allora che nei lavori ritroviamo spunti commerciali di memoria Pop, che
ci rimandano ad una visione veloce e immediatamente fruibile dell’oggetto
artistico (la declinazione fumettistica ad esempio concorre a questo scopo);
oppure si affacciano dalle tele paesaggi “televisivi”, che tanta nostra arte
Pop di scuola romana ci ha abituati a considerare in antitesi con una
visione paesaggistica meramente mimetica.
Il valore aggiunto dell’arte di Daniela Donati è però questa visione
intimistica, personale del paesaggio reso e letto mediante il filtro
dell’interiorità dell’artista, cioè sempre e comunque come contenitore di
emozione.
I soggetti perdono il loro colore naturale assumendone altri che si fanno
veicolo di sentimenti contingenti. Quadri dell’anima, attimi, lampi di stati
emozionali.
Questa personale trasfigurazione del paesaggio si fa di volta in volta
sognante, rilassata oppure tesa in un groviglio di rami e sterpi che è forse
intreccio interiore, per poi farsi di nuovo soffice e rassicurante come
un’immagine dai colori vivaci e allegri tipica di una dimensione infantile.
La visione è diretta, a volte ingenua, irreale sì ma di una irrealtà
trasfigurata da chi ha vissuto o vive quel paesaggio a volte come immagini
di un presente, altre come ricordi dai colori sgargianti ancora vividi nella
memoria.
Daniela Donati pone tra noi e la natura un filtro delicato, che è il suo
filtro personale, fatto di un’esperienza sua e sua soltanto. Ed in questo
rende al meglio un’essenza fatta solo della sua arte pittorica.”
Francesca Bettazzi
Inaugurazione Sabato 4 aprile ore 18.30
Lato
Piazza San Marco, 13 - Prato
Ingresso libero