Galleria del Carbone
Ferrara
via del Carbone, 18/A
0532 761642 FAX 0532 761642
WEB
Renzo Margonari
dal 9/4/2009 al 25/4/2009
lunedi' - venerdi' 17-20, sabato e festivi 11-12.30 e 17-20, martedi' chiuso

Segnalato da

Paolo Volta




 
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9/4/2009

Renzo Margonari

Galleria del Carbone, Ferrara

Nella fucina col drago. Le opere sono tecniche miste, alla base acrilico e olio, talvolta anche vernici, smalti, polvere di vetro e sabbia, un'alchimia di composti semplici ma dalle evoluzioni imprevedibili.


comunicato stampa

Assumendo il ruolo di critico, di giornalista, insegnante e curatore, Renzo Margonari sembra spostare la curiosità dal suo lavoro di artista a tempo pieno, privilegiando le esperienze di altri: importante la sua attenzione per l'opera degli artisti mantovani rimasti nella penombra della disattenzione generale.

“Quando anche tutte le idee del mondo fossero di natura tale da deluderci, mi proporrei sempre di consacrare loro la vita” (André Breton, “Les pas perdus”, Gallimand, Parigi, 1924).

Così la sua storia personale, fatta di viaggi, incontri, esperienze, partecipazioni, fa da contraltare alla ricerca artistica, che è sempre sembrata più “privata”, condotta nella separatezza di uno spazio fucina delle idee, una specie di “stanza tutta per sè” dove i procedimenti del fare possono produrre l'opera d'arte, secondo il metodo scientifico, caro ai surrealisti, di mettere insieme esperienze, sogni, documenti, automatismo. “Dopo innumerevoli giri, dopo tanto vagare nei labirinti sotterranei dell'anima umana, dopo le evasioni, le incursioni nei paesi delle chimere, e le ricerche nei laboratori delle idee e delle parole, il surrealismo torna alla poesia per arricchirla della sua esperienza. Il surrealismo affronta con metodi veramente nuovi il problema della creazione, grazie in parte al marxismo e alla psicoanalisi.

Il problema della creazione è intimamente legato a quello della libertà. La creazione è atto di libertà, dice Berdjaev” (Benjamin Goriely, Le avanguardie letterarie in Europa, Feltrinelli Editore, Milano, 1967)

Fare in libertà è l'atto che caratterizza tutta la ricerca di Margonari e aumenta nell'osservatore la curiosità sugli strumenti della sua pittura, sulla dotazione della sua fucina, controllata e difesa da una segretaria gentile ma inflessibile che tutela il lavoro dell'artista pensatore. Le opere sono tecniche miste, alla base acrilico e olio, talvolta anche vernici, smalti, polvere di vetro e sabbia, una alchimia di composti semplici ma dalle evoluzioni imprevedibili.

A noi comunque interessa di più il contenuto della pittura, l'originalità della sua proposta che, secondo una certa fedeltà agli enunciati di Breton per il quale è nel terreno dell'inconscio, costantemente, che trae la sua tensione espressiva: con la parola surrealismo indichiamo un certo automatismo psichico che corrisponde abbastanza allo stato di sogno (Breton).

I sogni di Margonari sono lucidi e tersi ma anche ironici e perfino scherzosi; pur se remota e recondita, l'immagine non ripudia i riferimenti ad una memoria visiva, nostalgica e talvolta evocativa di elementi della natura. Dentro lo spazio della tela, che rimanda ad uno concettuale di grande esperienza storica, prendono corpo, non negate ma anzi accarezzate, vaghe forme di fiori lunari e bellissimi, di farfalle: nascita e morte evocate, sfuggite al controllo e subito riacchiappate; e poi c'è spesso l'ansia del volo che “nasce nella mente”, come scriveva anni fa Giorgio Celli. Certi artigli ben disegnati rimandano ad una zampata rapace subito neutralizzata nella galassia di una nuova intenzione psichica. Le contraddizioni si confrontano sulla tela, quelle contraddizioni che Marx riteneva essere il motore del progresso e Breton, al contrario, negava, come si legge nel Secondo Manifesto del Surrealismo: “Tutto porta a credere che esista un punto dello spirito da cui la vita e la morte, il reale e l'immaginario, il passato e il futuro, il comunicabile e l'incomunicabile, l'alto e il basso cessano di essere percepiti come contradditori”. L'inconciliabile scontro, nei primi decenni del '900, tra questo idealismo puro e il materialismo dialettico, nel tentativo dei surrealisti di conciliare il marxismo, la psicoanalisi e l'esoterismo in un complesso armonioso, è fallito lasciando aperto il terreno dell'inconscio come una costante valida e sempre fertile nel nostro tempo.

Questo è lo spazio ideale dove Margonari esercita le sue alchimie e convivono in armonia la pittura, la scrittura, la critica, secondo il modello più completo dell'artista moderno.

Negli ultimi anni deve misurarsi con una nuova invenzione, un drago, un po' tarabascán e un po' navetta spaziale, forse un drago nato dall'esile ala di una farfalla o da una germinazione solo sognata, prima dell'arrivo della primavera, sogno sublimato e scappato di mano... Laura Gavioli

Inaugurazione ore 18.00

Galleria del Carbone
Via del Carbone 18/a Ferrara
Orari: lun/ven h. 17.00/20.00; sab/festivi h. 11.00/12.30 - 17.00/20.00; mar chiuso
Ingresso libero

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