Trasfigurazioni. Una ventina di tele, realizzate con olio e acrilico. Le sue Donne sono giovani, sofisticate alcune, semplici altre, sempre flessuose, provocanti o pensierose.
A cura di Francesca Mariotti
Mercoledì 22 Aprile, alle ore 18.00, sarà inaugurata la mostra personale dell’artista Stefano Solimani. La mostra ha l’affascinante titolo “Trasfigurazioni” ed è presentata e curata da Francesca Mariotti.
Una ventina di tele, realizzate con olio e acrilico. saranno esposte per la delizia dei visitatori, opere in cui la Figura Femminile è indubbia protagonista e affascinante espressione di una ricerca tecnica e tematica verso un Sublime dell’arte di questo colto artista. Lo stesso Vittorio Sgarbi le ha definite «costruzioni volumetriche dense di emblematicità e di domande sulla nostra vita interiore». Per un percorso più completo e approfondito sulla tecnica e le modalità con cui nasce e si forma una sua opera l’artista metterà in esposizione, nella seconda saletta della Galleria, un percorso esplicativo-didattico sulla creazione di un’opera nelle sue fasi creative fino al completamento. Doppiamente interessante quindi per appassionati e studenti la visita ed il percorso creativo in esposizione. Alla vernice sarà presente l’artista per un piacevole incontro con amici e appassionati, offrendo l’opportunità di un aperitivo insieme e di delucidazioni e parole in libertà sull’Arte.
“Stefano Solimani è artista di spiccato talento e professionalità. Nel 1967, a soli quattordici anni, ha iniziato la sua attività, riscuotendo subito consensi. Nel 1976 tiene la sua seconda personale alla Galleria Le Loggie di Assisi. Partecipa per la prima volta, invitato, al XX Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1977. Il suo operato dai primi paesaggi ed interni passa allo studio della figura femminile di eleganza statuaria e raffinata bellezza. Così le donne entrano nelle sue tele, catturando tutta la sua attenzione, diventando muse e veicolo per esprimere emozioni e concetti fissati spesso in un titolo: “Purificazione” “Indolenza” “Solitudine”.
Le sue Donne sono giovani, sofisticate alcune, semplici altre, sempre flessuose e “provocanti” o pensierose. Donne che esprimono la VITA con le sue inquietudini e le sue diversità, carica di emozioni e di tormenti, difficile da interpretare e da sostenere e per la quale a volte ci si lascia trasportare e prendere. La vita che è gioia e dolore, emozione e turbamento, sintonia o rifiuto di ciò che ci circonda. Donne e forme che sostengono l’immagine di una pittura-pittura in cui sono protagoniste della Storia dell’uomo e delle sue molteplici avventure ed emozioni. Donna/simbolo di Vita , ho detto, ma anche di Umanità e del suo essere anche Natura. Donna come ANIMA MUNDI, come speranza e bellezza in un Futuro in cui il “respiro di tutto ciò che è vivo” saprà stare in pace con se stesso e con ciò che lo circonda. Le figure perfettamente delineate e toccate dalla luce ci sembrano porcellane viventi in sembianze armoniose e sublimi. Una particolare e meticolosa ricerca artistica ha portato Solimani ad una perfezione stilistica e tecnica indiscutibile.
La resa del colore, creato e steso, produce una profondità “scultorea e tridimensionale” negli spazi e nelle presenze che incarnano queste fanciulle stupende e spesso indolenti. Ragazze dei nostri giorni smaliziate e maliziose, eppure spontaneamente colte nella loro intimità e libertà, nell’atto personale e nascosto delle loro emozioni più profonde. Bene l’artista le fissa e le scruta sulla “tela che diviene specchio segreto”, donandocene la “femminile presenza”. L’artista sembra quasi inserire volti e figure per sottolineare l'influenza del fattore umano nella visione personale di ogni cosa, nella interpretazione individuale di ogni situazione. Ed ogni volta è RICERCA (infinita e impossibile) dell'equilibrio assoluto e di quella perfetta armonia che è specchio della presenza divina.
La rappresentazione del nudo risale a civiltà antichissime, dall'egizia alla greca; grande interesse il nudo ebbe nella nostra cultura rinascimentale. Nel seicento disegnare o dipingere un nudo era definito “accademia”. L'arte statuaria di grandi maestri di ogni epoca non rifugge dal rappresentare il nudo, poiché con altre operazioni artistiche - nature morte e paesaggi - non riesce ad ottenere l’evidenziare sulla tela, cioè in bidimensione, la terza dimensione. Così nelle tele di Stefano Solimani devo e voglio aggiungere che sono Nudi “scultorei”e per questo effetto visivo importante “fanno pensare”, anzi “obbligano” a pensare! E non mi pare una cosa da poco.
(Francesca Mariotti)
Inaugurazione: Mercoledì 22 Aprile ore 18
Galleria dell'Uva
Via De Romei, 38 - Ferrara
Orario: 16 – 19.30 Sabato e Domenica: su appuntamento
Ingresso libero