Leg(ami). Oggetti ferrosi, logorati, coperti dalla polvere del quotidiano divengono protagonisti di un diario di memorie fotografiche. A cura di Marianna Desantis.
a cura di Marianna Desantis
Lontano dall’essere un venerato mezzo tecnologico al servizio della produzione della realtà, la macchina fotografica, per Maria Costantina Seri altro non è che un occhio ausiliario con cui guarda, focalizza e trattiene piccoli segni, particolari della realtà a noi insignificanti, tracce anonime di cose senza vita ma di cui la Seri mostra una magnetica e affascinante bellezza.
L’oggetto fotografico si fa metafora. Le catene si trasformano in incontri fugaci e forti amicizie, in sentimenti profondi, in stati d’animo, in storie. Oggetti ferrosi, logorati, coperti dalla polvere del quotidiano divengono così protagonisti di un diario di memorie, di un racconto intimo, divengono un racconto universale, immagine romantica della nostra esistenza. Come in ogni racconto c’è un inizio, la vertigine di una scelta, il mistero della scoperta, e poi una fine, la presa di coscienza di scelte già fatte di parole già dette e una nuova strada da percorrere. La forza emotiva delle immagini di Maria Costantina Seri sta nella rivelazione di una tacita meditazione della vita che scorre, filo diretto con il nostro passato e incisione sicura del nostro presente.
Questa serie di fotografie, tuttavia, non è una serie finita, limitata ad un solo percorso, ma ,come la vita stessa, è in continuo divenire. Maria Costantina Seri ci confessa, con l’aggiunta di tre nuove meravigliose fotografie, nuovi leg(ami), simili e non identici. Anelli allungati e sinuosi, rendono il loro dispiegarsi elegante ed ordinato, quasi seguissero un moto armonico nascosto, chiara e voluta contrapposizione al volgersi casuale e confusionale precedente. Altri affetti, altri protagonisti ed altre emozioni danno inizio ad un nuovo racconto.
Guardare indietro fa ricordare qualcosa che non tornerà mai più. Il resto ormai è storia. Inizia un nuovo percorso e non si esaurisce la voglia di cercare l’ infinito nelle piccole cose. Saper cogliere e riprodurre i segni rende qualsiasi cosa speciale come comunicare un sentimento traduce ciò che si guarda in ciò che si sente .
Fotografare un qualunque oggetto del quotidiano, e non qualcosa di palese bellezza, dà all’artista l’occasione di manifestare se stesso. Perché è l’artista che riesce a coglierne il fascino nascosto, è l’artista che riesce a dar vita a questi freddi oggetti trasformandoli in tracce poetiche. Ogni cosa esiste, acquista un senso, solo perché qualcuno ha osservato, fotografato.
Inaugurazione 22 aprile ore 18
Galleria La Corte Arte Contemporanea
via de Coverelli, 27r - Firenze
Orario: 17-19
Ingresso libero