Sono diversi i mezzi espressivi a cui ricorre l'artista: dalla performance al video, dal disegno alla fotografia e all'installazione. La sua ricerca parte dall'osservazione e dalla descrizione di cose o situazioni concrete, per aprirle ad una condizione ulteriore. Il suo ultimo progetto e' basato sull'utilizzo di un oggetto comune, ma indispensabile in caso di naufragio: il salvagente.
Margherita Morgantin (Venezia, 1971). Sono diversi i mezzi espressivi a cui ricorre l’artista, originaria di Venezia e che vive e lavora a Milano: dalla performance al video (per cui è nota internazionalmente), dal disegno alla fotografia e all’installazione.
La sua ricerca parte dall’osservazione e dalla descrizione di cose o situazioni concrete, per aprirle ad una condizione ulteriore. Osservare e immaginare diventano due momenti che nel suo lavoro convivono senza soluzioni di continuità: così come nei suoi video il disegno può comparire sovrapposto al filmato sottolineandone la valenza metaforica, o in uno stato di reciproca dissolvenza e trasformazione.
Contatto e convivenza, osservare e immaginare, ma ad occhi aperti, è questo intervallo aperto ciò che anima il lavoro della Morgantin. La nota fortemente individuale del suo lavoro in realtà contiene un invito ad attivare in noi stessi quella capacità immaginativa che da una situazione apparentemente senza via d’uscita, da una condizione di possibile naufragio, lascia affiorare ciò che ci permetterà di riemergere.
A questo sembra far cenno un ultimo lavoro dell’artista, presentato per la prima volta alla Galleria Contemporaneo, basato sull’utilizzo di un oggetto comune, ma indispensabile in caso di naufragio, quale è il salvagente. Ma non si tratta dell’unico elemento tratto dall’insieme delle cose comuni. Anche il materiale catarifrangente normalmente utilizzato a scopo di sicurezza può trasformarsi, senza nulla perdere della sua concretezza, in una nuova icona (come avviene nella grande immagine che costituisce appunto “Catarifrangente”); così come le rilevazioni termografiche utilizzate per osservare gli effetti del vento al suolo, si prestano ad essere lette come un accenno ad altri fenomeni di turbolenza.
E’ difficile non cogliere come una ricerca, quale quella proposta da Margherita Morgantin, diventi di fatto una riflessione ad ampio spettro che riguarda questo nostro tempo.
Margherita Morgantin è nata a Venezia nel 1971, si è laureata in Architettura, dipartimento di Fisica Tecnica, all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, vive e lavora a Milano, Venezia, Palermo. Ha partecipato a mostre personali e collettive in Italia e all’estero.
In collaborazione con Galleria Continua, San Gimignano - Beijing – Le Moulin
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Inaugurazione venerdì 24 aprile 2009, ore 18
Galleria Contemporaneo
Piazzetta Olivotti 2 (Via Piave) - Mestre (VE)
Mar-sab 15.30-19.30
Ingresso libero