Palazzo Reale
Milano
piazza Duomo, 12
02 0202, 02 88451 FAX 02 88450104
WEB
Monet
dal 28/4/2009 al 26/9/2009
mart - dom 9.30-19.30, lun 14.30-19.30, giov 9.30-22.30
WEB
Segnalato da

Uff. Stampa Comune di Milano




 
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28/4/2009

Monet

Palazzo Reale, Milano

Il tempo delle ninfee. Il cuore del percorso espositivo e' costituito da 20 capolavori di Monet: 20 grandi tele che l'artista ha dipinto tra il 1887 e il 1923 e che restituiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire, dal suo giardino alla sua arte, i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris che lo popolano. Accanto alle tele, la mostra presenta un'ampia documentazione fotografica, con le immagini del giardino di Giverny.


comunicato stampa

Una grande mostra promossa dal Comune di Milano – Cultura a Palazzo Reale, per una visione nuova dei capolavori che Claude Monet ha dipinto nel “tempo delle ninfee”, entrando con la sua nuova arte nel cuore del Novecento.
Grazie al più grande prestito mai concesso all’estero dal Museo Marmottan Monet,la mostra si sviluppa intorno a 20 grandi tele che il padre dell’impressionismo ha dedicato allo studio del suo giardino di Giverny nell’ultima stagione della sua vita e della sua ricerca artistica.

Nel 1890 Claude Monet acquista la casa e il giardino di Giverny, lungo la Senna, a nord di Parigi. Ha cinquant’anni ed è l’esponente più rappresentativo dell’Impressionismo, il padre del movimento a cui aveva dato anche il nome, chiamando “impressioni” i suoi primi quadri, e che aveva cambiato la storia dell’arte in Francia e in Europa.
Quella dei giardini è una passione della prima ora, che Monet ha già vissuto a Vétheuil e poi ad Argenteuil. Ma Giverny è finalmente il sogno di una vita, il suo vero grande progetto.

Nella casa di Giverny Monet vivrà il resto della sua lunga vita, cercando senza sosta di realizzare quella che considera l’opera d’arte in assoluto più importante: il suo giardino. Accanto al giardino francese, con i fiori che ha piantato in un primo tempo, con fatica e tenacia e perfino con l’aiuto del presidente Clemenceau, costruirà un giardino acquatico e, in uno stagno, circondato da cotogni, felci, salici, rododendri e azalee, metterà a dimora le più diverse specie di ninfee: è il suo giardino giapponese, oggi il più visitato al mondo.

Quegli anni, dall’ultimo decennio dell’Ottocento al 1926, saranno per Monet il tempo delle ninfee, quello a cui è interamente dedicata la mostra allestita nelle sale nobili di Palazzo Reale a Milano.

Il cuore del percorso espositivo è costituito da 20 capolavori di Monet, mai usciti in questa quantità e qualità dal Museo Marmottan: venti grandi tele che Monet ha dipinto tra il 1887 e il 1923 e che ci restituiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire, dal suo giardino alla sua arte, i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris che lo popolano.

Realizzate nei primi due decenni del secolo, mentre si affermavano il Cubismo e le avanguardie, le ninfee di Monet sono l’atto potente di un genio artistico che va oltre il proprio tempo e che dalla lontana invenzione della pittura en plein air oltrepassa tutta la cultura successiva. Le ninfee sono il punto di arrivo di una utopia progettata e realizzata nell’ultima stagione della vita, di un’idea totalizzante di rifondazione della pittura che, partendo dai colori vivi e dai paesaggi senza orizzonte delle stampe giapponesi si pone come uno dei grandi contributi alla pittura moderna, non inferiore, come affermerà Picasso nel 1944, a quello di Cézanne.

Saranno infine i grandi artisti dell’Espressionismo astratto, da Pollock in poi, a darci l’idea definitiva della grandezza di Monet nel tempo delle ninfee.
Accanto alle sue grandi tele, la mostra presenta una ampia e interessantissima documentazione fotografica, con le immagini coeve del giardino di Giverny.

«I pannelli delle Ninfee ci mostreranno [Monet]» scrive George Clemenceau (1841-1929), amico e grande figura politica e intellettuale francese «perdutamente teso verso la realizzazione dell’impossibile. Dalla sua mano fremente si slanciano razzi di trasparenze luminose, che fanno scoccare, nell’impasto grasso, nuovi fiammeggiamenti di chiarore. Il genio non sta meno nell’offensiva dei pennelli sulla tela che nel rimescolamento della paletta multicolore ove Monet coglierà tutto a un tratto, con un gesto risoluto, le gocce di una rugiada di luce di cui farà elemosina agli elementi, che non si preoccupano di conservarla. Da vicino, la tela sembra in preda a un baccanale di colori scorretti, che, dal giusto punto di vista, si ordinano, si sistemano, si associano per una delicata costruzione di forme interpretative nella precisione e nella sicurezza dell’ordine luminoso».

Non poteva mancare un richiamo all’arte giapponese che ha un ruolo determinante in questa stagione della vita e della ricerca artistica di Monet. In mostra sono infatti esposte (a rotazione per ragioni conservative) 56 stampe di Hokusai e Hiroshige, provenienti dal Museo Guimet di Parigi, grazie ad una eccezionale partnership tra le due grandi istituzioni francesi.
Monet non è il solo pittore ad essere influenzato dalle produzioni giapponesi che ormai circolavano in Europa, ma è sicuramente tra loro il maggiore collezionista con 276 stampe nella tradizione ukiyo-e. Il suo maggiore interesse è la lettura del paesaggio e della natura attraverso un loro frammento e la serialità delle vedute, in particolare quelle del Monte Fuji e dei fiori di Hokusai, così come quelle delle acque e dei ponti di Hiroshige.
Il confronto tra l’idea di paesaggio nell’arte giapponese e le opere del Maestro è infine completato dall’esposizione di una serie di preziose fotografie dell’Ottocento, dipinte a mano, di giardini giapponesi.

La mostra promossa dal Comune di Milano - Cultura, sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio del Ministero degli Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Consolato Generale del Giappone a Milano, ha il privilegio di promuovere una inedita collaborazione tra due grandi istituzioni francesi come il Museo Marmottan Monet, che fu creato alla sua morte dagli eredi e dagli amici di Monet e custodisce la più vasta e importante collezione al mondo della sua opera e il Museo Guimet, il più grande museo d’arte orientale in Europa.

Ideata e curata da Claudia Zevi & Partners, l’iniziativa si avvale di importanti contributi, da quello di Michel Draguet che ha studiato a lungo la trasformazione della pittura di Monet negli anni in cui si dedica alla costruzione del suo giardino, a quello di Marco Fagioli, uno dei maggiori esperti del “giapponismo” nelle arti figurative europee alla fine dell’ottocento e massimo conoscitore della fotografia giapponese della seconda metà del XIX secolo, di cui la mostra presenterà diversi e rari esempi, a quello di Hélène Bayou, direttrice del dipartimento giapponese del Museo Guimet.

L’evento è prodotto da Palazzo Reale con la collaborazione di Civita, 24 ORE Motta Cultura e Giunti Arte mostre musei, che ne pubblica anche il vasto catalogo, curato da Claudia Beltramo Ceppi con testi di Jacques Taddei, Hélène Bayou, Michel Draguet, Marco Fagioli e Delfina Rattazzi.

Immagine: Nymphèas. Effet du soir, 1897, Museo Marmottan Monet di Parigi

Info e prenotazioni
http://www.mostramonet.it
servizi@civita.it
tel. 199.199.111 - 02.4335.3522

Ufficio stampa 24 ORE Motta Cultura
Giulia Zanichelli Tel. 02 30076 255 – 329 - 217 giulia.zanichelli@24oremottacultura.it

Presentazione mercoledì 29 aprile, alle ore 12.00, nella Sala Otto Colonne di Palazzo Reale
Saranno presenti:
Jacques Taddei, Presidente del Museo Marmottan Monet di Parigi
Hélène Bayou, direttrice del dipartimento di Arte Giapponese del Museo Guimet di Parigi
Umberto Quadrino, amministratore delegato Edison
Salvatore Carrubba, Presidente 24 ORE Motta Cultura
Claudia Beltramo Ceppi, curatrice della mostra
Domenico Piraina, responsabile coordinamento e gestione mostre di Palazzo Reale.

La mostra sarà inaugurata alle ore 17.30 alla presenza del Sindaco Letizia Moratti e dell’assessore Finazzer Flory.

Palazzo Reale
Piazza Duomo, 12
Orari da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 19.30
lunedì, dalle 14.30 alle 19.30
giovedì, dalle 9.30 alle 22.30
la biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti Euro 9 intero , Euro 7,50
Euro 4,50 ridotto speciale per gruppi scolastici di ogni ordine e grado
Gratuito per minori di 6 anni, un accompagnatore per ogni gruppo, due accompagnatori per ogni gruppo scolastico, un accompagnatore per disabile, funzionari della Soprintendenza per i Beni Architettonici, giornalisti, soci ICOM
Prenotazione Euro 1,50 individuale, Euro 25 gruppi di massimo 25 persone
Euro 10 gruppi scolastici di massimo 25 alunni
Audioguide Euro 5 singola, Euro 7 doppia
Euro 10 family (due adulti + 1/2/3 bambini fino a 12 anni)

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