Sefer Memisoglu
Scott Treleaven
Jonathan Baldock
Shane Campbell
Julia Staszak
Wilfredo Prieto
Xabier Salaberria
Patrizia Brusarosco
Milovan Farronato
Nicoletta Fiorucci
Gabi Scardi
Marco Tagliafierro
Gemma Testa
Giulio Verago
Angela Vettese
Programma di residenza per artisti internazionali a Milano presso VIR Viafarini-in-residence. Tre gruppi di artisti si susseguiranno da maggio 2009 a marzo 2010 e risiederanno e lavoreranno insieme per circa 3 mesi ciascuno negli spazi della struttura, producendo un progetto espositivo congiunto.
Prende avvio la nuova stagione di VIR Viafarini-in-residence – struttura nata nel 2008 a Milano – con una nuova cornice sperimentale e un rinnovato cappello introduttivo: Memories and Encounters. Tre gruppi di artisti si susseguiranno da maggio 2009 a marzo 2010, grazie al prezioso contributo della Fondazione Cariplo che ha deciso di promuovere l’intero progetto, della PARC del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e di singole realtà che hanno garantito il sostegno degli artisti invitati. Gemmo spa, partner istituzionale di Viafarini, e ACACIA – Associazione Amici Arte Contemporanea, coinvolti nell’avviamento del progetto, confermano la loro adesione, a cui nel 2009 si aggiunge Nicoletta Fiorucci.
Memories and Encounters intende mettere a confronto esperienze e promuoverle all’interno del panorama italiano. Gli abbinamenti di artisti provenienti da aree distanti fra loro (non solo da un punto di vista geografico) risiederanno e lavoreranno assieme per circa tre mesi ciascuno negli spazi della struttura, al fine di sperimentare un possibile dialogo e produrre un progetto espositivo congiunto visibile al pubblico durante il conclusivo open day.
Questo il calendario 2009/primavera 2010:
maggio / luglio 2009: Sefer Memişoğlu (Turchia) e Scott Treleaven (Canada)
settembre / novembre 2009: Jonathan Baldock (Gran Bretagna), Shane Campbell (USA), Julia Staszak (Germania)
gennaio / marzo 2010: Wilfredo Prieto (Cuba) e Xabier Salaberria (Spagna)
Memories and Encounters non vuole presentare delle personali, quanto indagare l’interazione tra progetti autonomi all’interno di un atelier condiviso. Un tentativo di sondare la possibilità di dialogo tra poetiche diverse. Il risultato ottenuto sarà misurabile attraverso gli apparati critici approntati e soprattutto la rete di contatti innescati fra realtà artistiche del panorama italiano e gli ospiti internazionali. Gli artisti riceveranno regolari studio visit, dialogheranno con i protagonisti della scena artistica italiana, saranno coinvolti in una serie workshop e incontri aperti al pubblico e parteciperanno a un progetto didattico con le scuole milanesi attraverso ANISA – Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte.
Collaborano a Memories and Encounters Patrizia Brusarosco, Milovan Farronato, Nicoletta Fiorucci, Gabi Scardi, Marco Tagliafierro, Gemma Testa, Giulio Verago, Angela Vettese.
La selezione degli artisti invitati è avvenuta attraverso una serie di segnalazioni che hanno coinvolto alcune prestigiose strutture di residenza e alcuni artisti e critici internazionali con cui Viafarini ha collaborato nei suoi 18 anni d’attività:
_ Residenze internazionali: Platform Garantì (Istanbul), Gasworks (Londra), Futura (Praga), CCA Centrum Sztuki Wspolczesnej (Varsavia), Künstlerhaus Bethanien (Berlino), Rijksakademie (Amsterdam), JCVA Jerusalem Center for Visual Art (Gerusalemme).
_ Artisti: Marina Abramovic, Maurizio Cattelan, Jimmy Durham, Katharina Fritsch, Katharina Grosse, Runa Islam, Hans Op de Beeck, Tobias Rehberger.
_ Critici: Dennis Cooper, Marina Fallace, Chuz Martinez, Nirith Nelson, Rita Pinto.
Grazie alle collaborazioni internazionali attive, il progetto Memories and Encounters prevede che nel 2010 un artista italiano sarà ospitato a Praga per un periodo di residenza di tre mesi.
VIR Viafarini-in-residence
Informazioni sugli artisti in residenza
maggio / luglio 2009: Sefer Memişoğlu (Turchia) e Scott Treleaven (Canada)
Sefer Memişoğlu (1977) _ L’artista video maker sviluppa la sua ricerca come riflessione sul bombardamento contemporaneo delle immagini mediatiche. Le figure e i luoghi ritratti sono al contempo reali e immaginari. Memisoglu non critica l’approccio contemporaneo all’immagine, mostrando piuttosto un rapporto quotidiano con il profluvio di stimoli visuali che la cultura ipertestuale ha reso possibile. La sua è a tutti gli effetti digital art e come tale può essere generata completamente dal computer o presa da altre fonti, attraverso la scansione di una fotografia o un’immagine disegnata con l’ausilio di un software di grafica vettoriale, usando un mouse o una tavoletta grafica. Le sue composizioni sono vertiginose, sature di segni ricchi di riferimenti sofisticati, storicamente astuti e spruzzati d'ironia. Nelle sue citazioni non ci sono gerarchie tra alto e basso e il tono resta imperturbabile, prive di compiacimento o di afflato emotivo.
Scott Treleaven (1972) _ La ricerca intrapresa da Scott Treleaven è indirizzata a scoprire il confine tra identità e alterità, e in ultima analisi a forzarlo. Il lavoro di Treleaven si prefigge di scoprire i limiti del corpo come simbolo unanimemente riconosciuto, liberandolo dai vincoli rappresentati dalla definizione del genere. Su questi presupposti si innesta una ricerca sui segni che contraddistinguono l’era della cosiddetta “fine dell’ideologia”. Treleaven non prova nessun rimpianto per la dissoluzione delle “classi” sociali e dei relativi codici simbolici, ma cerca piuttosto nuove combinazioni possibili tra le macerie della contemporaneità. In questo senso il collage si dimostra complementare alle sue esigenze investigative, non solo come medium, bensì come vero e proprio metodo. L’artista lavora inoltre sul film in super8 e la fotografia, seguendo come filo conduttore le modalità comportamentali ed espressive delle subculture giovanili.
Nel periodo di residenza Treleaven continuerà a esplorare i limiti dell’oggettività della rappresentazione del paesaggio urbano attraverso il medium del collage. L’artista partirà da una ricognizione fotografica della città, sui quali interverrà con tecniche diverse quali inchiostro, gouache o acquerello.
settembre / novembre 2009: Jonathan Baldock (Gran Bretagna), Shane Campbell (U.S.A), Julia Staszak (Germania)
Jonathan Baldock _ L’artista lavora sui medium scultura, installazione e pittura. Le sue opere allegre ed estrose si basano su una ricerca che verte intorno alla rappresentazione grottesca, la deformazione, il gusto del paradosso e dell’esasperato. Da un punto di vista tecnico le sculture sono caratterizzate da decorazioni geometriche e naturalistiche, costruite attraverso l’intreccio e l’accostamento spiazzante di materiali diversi. Nel suo approccio figurativo l’artista si confronta con la storia dell’ideale della forma umana nella storia dell’arte, indagato con uno sguardo ibrido che predilige gli aspetti assurdi della realtà, gli scherzi percettivi ai limiti del surreale.
Per il progetto di residenza Baldock partirà da un’analisi delle tracce rimaste a Milano dell’estetica teatrale legata alle manifestazioni del gusto bizzarro e farsesco, laddove il bello si mescola con l’orribile e il farsesco. All’artista interessa la contrapposizione tra queste tradizioni e il ruolo di Milano oggi, percepita come capitale cosmopolita del fashion e del design.
Shane Campbell _ L’opera pittorica di Shane Campbell si inserisce nella linea delle ricerche neoespressioniste, conservando la propensione alla frantumazione del linguaggio tipica dello storico movimento culturale. L’artista pare incline ad un radicale pessimismo nei confronti dell’uomo e della società, che si esprime attraverso una scelta linguistica che esaspera, deforma e stravolge gli strumenti espressivi ed i soggetti della tradizione, per prediligere il colore violento e non naturalistico, lo stravolgimento delle strutture spaziali, la semplificazione e contemporaneamente l’esasperazione del segno.
Durante la residenza milanese l’artista californiana partirà da uno studio del frammentario tessuto architettonico della città, caratterizzato dal contrasto tra il rilievo storico dei monumenti giustapposto ai moderni templi del business cittadino. L’artista vuole soffermarsi in particolare sul contrasto tra le tracce del passato e la naturale propensione della città verso il futuro, approfondendo il dinamismo generato da questi contrasti formali, storici e culturali.
Julia Staszak _ Julian Staszak parte da una formazione come pittrice ma ama intrecciare creativamente i codici della rappresentazione pittorica con quelli della tradizione dell’arte concettuale, della scultura e dell’installazione. Le sue installazioni sono composizioni apparentemente incongrue di materiali e tecniche dalla storia profondamente diverse, che rivelano a uno sguardo più attento una serie di affinità, analogie e corrispondenze segniche tra i vari elementi chiamati in gioco. L’artista spazia liberamente tra fonti di ispirazioni differenti, mescolando il registro vernacolare e profano con citazioni letterarie, in un flusso continuo e apparentemente contraddittorio di appropriazioni, citazioni, trasformazioni e contrapposizioni, che l’artista intende come “simpatie” tra mondi distanti e difformi. Le opere di Staszak rivelano così una profonda tensione verso la costruzione di uno sfondo condiviso di relazioni sociali.
Nel suo periodo di permanenza presso VIR l’artista partirà da uno studio delle logiche della committenza nell’arte in Italia e a Milano in particolare, traendo ispirazione dall’evoluzione dei rapporti tra patroni e artisti a partire dal ruolo storico della Chiesa Cattolica sino ad arrivare, mutatis mutandis, alla scena dell’arte contemporanea e dell’industria del design.
gennaio / marzo 2010: Wilfredo Prieto (Cuba), Xabier Salaberria (Spagna)
Wilfredo Prieto _ Le installazioni di Wilfredo Prieto indagano la possibilità di esperire la realtà nelle diverse condizioni, spesso illusorie, ricreate attraverso i più svariati materiali. Gli interventi di Prieto alterano le coordinate percettive quali spazio, colore, forma e geometria, richiamando la relatività della percezione; un invito implicito a ad andare oltre l’impressione immediata che l’opera può suscitare. Attraverso sottili manipolazioni illusorie Prieto ci costringe ad accostarsi alle sue opere come a un sistema di riferimento alterato, che supera i limiti convenzionali. La polarità artificio / natura è centrale nella ricerca di Prieto, ed è funzionale alla modificazione degli standard estetici correnti, per indurre nello spettatore un senso di enigmatica incertezza e artificialità.
Xabier Salaberria _ Salaberria lavora sui rapporti proporzionali tra uomo e architettura,
considerando l’uomo, appunto, come un’unità di misura possibile, al quale qualsiasi progetto architettonico deve riferirsi e dal quale, innanzi tutto, qualsiasi architettura deve partire. Così facendo svela anche un secondo rapporto, psicologico, emotivo, con l’architettura.
I suoi habitat cercano un’esperienza diretta dell’installazione, assolutamente non mediata, e indagano così una comunicazione tra spettatore ed artista che si trovano quindi a confrontarsi su paure antiche, ancestrali, legate al buio, alla costrizione e a qualsiasi vincolo riferibile ai segni architettonici.
Ufficio stampa
Federica Cimatti | ALTOFRAGILE
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Immagine: Sefer Memişoğlu, Reflection, 2008 | Scott Treleaven, Ghost of a Flea, 2008
Presentazione: giovedì 14 maggio 2009, ore 18.00: presentazione del programma VIR e del progetto di ricerca degli artisti Sefer Memişoğlu (Turchia) e Scott Treleaven (Canada)
segue aperitivo alle ore 20.00
Open day: giovedì 9 luglio 2009, ore 18.00
VIR Viafarini-in-residence
via Carlo Farini 35, Milano