Sei gradi. Un istante. Entrambe le artiste procedono per contaminazioni e stratificazioni. Utilizzano rispettivamente la resina e la cera, due materie che hanno in se' la duplicita' dell'essere liquide e solide, naturali e artificiali.
Mostra a cura di Manuela De Leonardis
Un gioco di parole - sei gradi - a cui allude il titolo della mostra. Sta per sei quadri. Ma implica anche un’idea di latitudine-longitudine. Diversi punti di osservazione della realtà, sintetizzati in un istante. Sei opere di Giusy Lauriola, sei opere di Ivana Puljić. Artiste che hanno in comune la matrice pittorica e figurativa. Entrambe procedono per contaminazioni e stratificazioni. Utilizzano rispettivamente la resina e la cera, due materie che hanno in sé la duplicità dell’essere liquide e solide, naturali e artificiali.
Giusy Lauriola ribalta la propria visione fotografica, sentendo l’esigenza di un ritorno alla manualità tecnica della pittura ad olio, che però blocca sotto uno strato di resina trasparente.
Ivana Puljić, invece, dà voce al proprio mondo interiore sperimentando le potenzialità della cera fusa che unisce ai pigmenti, per lasciarla colare nei solchi incisi nella tavola di legno.
Interno/esterno. Presenza/assenza.
Negli “Interni” di Puljić c’è la memoria della lezione Fauves. L’artista croata entra in punta di piedi tra le mura domestiche. La sua poetica è incentrata sull’uomo contemporaneo, protagonista indiretto della sua quotidianità. A parlare sono gli oggetti consueti - perfino banali - che lo circondano. E’ nella vita di questi oggetti che si riflette quella dell’individuo. Approdo sicuro e confortante, proprio per la prevedibilità intrinseca che li connota.
Nella serie “Walking”, Giusy Lauriola si concentra sugli esterni. Osserva i passanti in un contesto urbano che è quello di Roma, la sua città: uomini e donne privi di identità. L’artista sceglie di dipingere solo con il bianco, il nero e il blu, che mischia ottenendo anche i grigi. Spesso le persone che descrive sono sagome bianche. Nell’anonimato è come se questi individui svelassero un segreto: la loro anima.
Giusy Lauriola vive e lavora a Roma. Nel corso del suo percorso artistico ha indagato questioni pubbliche, come la guerra in Iraq, in maniera privata, sottolineando temi come l'indifferenza al dolore degli altri, i bisogni indotti e il potere della pubblicità. Come strumento di lavoro ha utilizzato in passato la fotografia digitale rielaborata al computer e contaminata dalla pittura. Quasi per allontanare il dolore raccontato, dopo il lavoro sulla guerra, sposta l’attenzione sulla sua città - Roma - che interpreta attraverso visioni oniriche. Il progetto successivo è la ricerca del divino nel quotidiano: la lotta tra Illuminazione e Oscurità. Al ritorno da un viaggio in Burkina Faso nasce una visione frammentaria, simile a flash, che sintetizza souvenir di viaggio, momenti del presente e ricordi imprevisti. Il suo sguardo, nel frattempo, è profondamente cambiato. È attratto dall’essenziale. Questo nuovo discorso in fieri coincide con il ritorno alla tecnica tradizionale della pittura, alla chimica dell’impasto, che appartengono al suo passato.
La tecnica pittorica è arricchita da colate di resina e i nuovi lavori raccontano di ciò che l’artista vede ascolta camminando per la città. Ivana Puljić è nata nel 1974 a Spalato (Croazia), dove studia Storia dell’Arte alla Facoltà di Lettere. Nel 1995 si trasferisce a Roma e si iscrive nell’Accademia di Belle Arti, dove si diploma in pittura nel 2000. Vive e lavora tra Roma e Spalato, due città che hanno contribuito nella creazione della sua continua ricerca. Vivendo tra diversi posti nell’accelerazione e nel caos cittadino decide di concedere la sua attenzione agli ambienti intimi che la circondano e frugare nella sua struttura più profonda e spirituale. Il materiale che la affascina particolarmente è la cera.
Galleria 196 è una vetrina per l’arte, uno spazio espositivo nato nel 2004 che ha lo scopo di esaltare i migliori talenti femminili italiani. La mostra “Sei gradi. Un istante” si inserisce nel ciclo espositivo “Nel segno delle donne”, un progetto nato insieme alla galleria per commemorare il sessantesimo anniversario del voto delle donne. Questo tema avrebbe dovuto concludersi alla fine del 2006 ma troppo forte è stata l’esigenza di continuare a dare voce alla creatività femminile.
Le artiste, italiane e straniere, sono influenzate da valori e culture diverse. Sono viaggiatrici, sognatrici, portatrici di realtà lontane. Sono frutto di contaminazioni e ognuna di loro si esprime con un linguaggio peculiare e in continua evoluzione. Spaziano dalla scultura alla pittura, dalla fotografia al collage, dall’installazione alla decorazione; interagiscono le une con le altre attraverso corrispondenze e un comune sentire; sono le autrici, creatrici ma spesso anche protagoniste della loro arte; rappresentano la femminilità, il sentire femmineo, l’essere donna nel senso più profondo, ciascuna secondo la propria personale esperienza.
La Galleria 196 è diretta da Federica Di Stefano Zichichi, alla quale dal gennaio 2008, si è affiancata Alessandra Iachini.
La Galleria, situata nel centro di Roma, in via dei Coronari 194, è inserita nella NARCC (Nuova Associazione Residenti & Commercianti Coronari), nata quest’anno per promuovere attraverso eventi culturali e non solo, una delle vie di Roma più conosciute e amate nel mondo.
Con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica di Croazia
Inaugurazione martedì 12 maggio 2009 ore 19.00/24.00
Galleria 196
via dei Coronari, 194 - Roma
Orario: Lunedì 16,00 – 19,30 Martedì - Sabato 10,00 – 13,30 16,00 – 19,30
Ingresso libero