Galleria Raucci/Santamaria
Napoli
corso Amedeo di Savoia, 190
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Padraig Timoney
dal 14/5/2009 al 9/7/2009

Segnalato da

Galleria Raucci/Santamaria


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Padraig Timoney



 
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14/5/2009

Padraig Timoney

Galleria Raucci/Santamaria, Napoli

Folkllores. La fotografia, la scultura, la pittura e altre forme espressive sono compresenti nel lavoro di Timoney: le sue mostre analizzano la struttura del linguaggio e le modalita' specifiche delle parole che cercano di mostrare la complessita' del contemporaneo nell'analisi del mondo a cui esse sono dirette.


comunicato stampa

La caratteristica di alcune parole è quella di cambiare significato se, quando pronunciate, se ne sposta l’accento, oppure se le leghiamo per creare nuovi significati. Questo, come altri problemi relativi al linguaggio, appartengono ad ogni artista che ha sempre cercato di crearne uno proprio, addirittura enunciandolo nella storia dell’avanguardie come base fondante della sua estetica. Ciò va interpretato anche alla luce del contesto storico e sociale in cui l’artista viveva e di conseguenza anche alla traduzione di uno stile preciso. La complessità del contemporaneo e l’introduzione di nuove tecnologie impongono la conseguente necessità della conoscenza di diverse categorie di linguaggi che, a loro volta, sono anche arricchiti dalla memoria storica da cui ne derivano. La parola “folkllores” è un neologismo di Padraig Timoney che coniuga tre diverse interpretazioni delle parole Folk, Llores (di derivazione spagnola) e Folklore. Questo anagramma propone una soluzione interpretativa che non è solo legata ad un unico significato ma bensì a tre diversi ed infine a quello proprio inventato dall’artista. Ciò che rappresenta la complessità verbale e quella relativa ai linguaggi sono propri dell’artista irlandese che attraverso la rifrazione dei diversi aspetti ipertestuali crea un sistema che non aderisce ad unica modalità espressiva estetica, ma tiene in considerazione le diverse forme che lo compongono.
Questa architettura, anche formata da diversi media, che potrebbe negare la specificità di uno stile che giustifica l’opera, altro non è che la creazione di un “Superstile” che allontana la dittatura della specificità di un unico linguaggio.

La democratizzazione delle possibilità espressive ed interpretative non è un pretesto per permettersi ciò che si pare, perché l’arte è una disciplina, ma l’analisi che compete ad ogni artista che voglia esprimere la contemporaneità.
L’opera di Timoney considera i diversi aspetti ed ogni lavoro implica una specifica direzione in cui confluiscono, non solo le caratteristiche tecniche legate alla realizzazione, ma anche quelle concettuali ed estetiche a cui ogni singola opera è indirizzata. Ciò presuppone una forte vena creativa ed una profonda conoscenza dell’oggetto preso in esame prima che questo possa essere tradotto visualmente nella tecnica più adatta allo scopo. Di fatti l’artista realizza l’opera utilizzando ciò che la tecnica ha creato nella storia dell’arte combinandola o reinventandola affinché il discorso sottinteso nell’opera possa essere quanto più aderente al linguaggio utilizzato. La fotografia, la scultura, la pittura e altre forme espressive sono compresenti nel lavoro di Timoney: le sue mostre analizzano la struttura del linguaggio e le modalità specifiche delle parole che cercano di mostrare la complessità del contemporaneo nell’analisi del mondo a cui esse sono dirette.

Inaugurazione venerdì 15 Maggio 2009 – dalle 19 alle 21,30

Galleria Raucci/Santamaria
corso Amedeo di Savoia, 190 - Napoli
Ingresso libero

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