Galleria Quintocortile
Milano
Viale Col di Lana 8
02 58102441 FAX 02 58102441
WEB
Annalisa Mitrano
dal 19/5/2009 al 3/6/2009
mart-giov dalle 17-18,30

Segnalato da

Annalisa Mitrano




 
calendario eventi  :: 




19/5/2009

Annalisa Mitrano

Galleria Quintocortile, Milano

Esfoliazioni. In mostra alcune delle ultime opere dell'artista realizzate in piombo, plexiglas e legno. "Una lenta, ma inesorabile, esfoliazione di tutti gli strati della materia e della memoria." (Lorella Giudici).


comunicato stampa

A cura di Lorella Giudici

In mostra alcune delle ultime opere dell’artista realizzate in piombo, plexiglas e legno.
[…] È come se, in quei quadrati (il modulo che ha scelto di ripetere in successioni verticali o orizzontali) e su quella stele, Annalisa Mitrano avesse intrapreso un cammino iniziatico, un processo di purificazione attraverso una lenta, ma inesorabile, esfoliazione di tutti gli strati della materia e della memoria. [… Lorella Giudici]

Esfoliazioni
Lorella Giudici

“Io non parlerò, non penserò più a nulla:
ma l’amore infinito mi salirà nell’anima,
e me ne andrò lontano, molto lontano come uno zingaro,
nella Natura […]
A Rimbaud

Non so perché, ma a guardare le opere che Annalisa Mitrano ha radunato in questa mostra, mi è subito venuto in mente questo verso di Rimbaud. Che nesso c’è? Qual è stata la molla che ha fatto scattare questa consecutio?

Forse perché, come le parole di Rimbaud, anche le sculture di Annalisa sono un misto di dolce e di amaro. Sono dolci nelle ondulazioni delle linee, nelle pieghe e nell’arrendevolezza della materia, che non conosce angoli retti, grinze repentine o arroccamenti, ma solo armoniose increspature e cedevoli lievità. Sono dolci perché sono capaci di tenerezze, di confessioni appena appena sussurrate, di velature nebbiose o lumeggianti trasparenze. Sono dolci perché nascono da dentro, dal bisogno di svelare (e svelare è sempre stata per Annalisa un’urgenza del creare). Ma, di contro, sono amare perché, come le parole di Rimbaud, scoprono tristezze a cui non si può dare risposta, si annebbiano di malinconie inconsolabili, confessano struggenti ricordi. Sono amare perché rivelano ferite ancora aperte, ma ormai esangui, e, in un ostinato e dignitoso silenzio, sopportano una dolorosa solitudine.

È come se in quei quadrati (il modulo che ha scelto di ripetere in successioni verticali o orizzontali) e su quelle stele, Annalisa Mitrano avesse intrapreso un cammino iniziatico, un processo di purificazione attraverso una lenta, ma inesorabile, esfoliazione di tutti gli strati della materia e della memoria.

I fogli coprono i quadrati come un’epidermide e uno alla volta si sollevano, si staccano oppure si spostano come le tende di un sipario per scoprire, non senza timore, gli strati successivi, la parte più intima di quel delicato racconto.

Il piombo, con la sua superficie brumosa, si alterna al plexiglas, bianco e opalescente; l’argilla o il legno si sovrappongono alla rete metallica; il colore affiora dagli strati più profondi (in rossi sanguinei o in silenti grigi pensosi) o si ferma ai margini dei candidi perimetri nei toni dell’iride. Uno dopo l’altro i fogli si scostano fino a trovare, sul fondo (o al principio?) l’ultima di quelle sostanze: a volte il colore, a volte il vuoto e a volte il nostro stesso riflesso che ci osserva dalla lama di specchio che fa capolino tra le lacerazioni precedenti.

In Linea nera, questo è il titolo dell’ultimo ciclo di lavori, i fogli di piombo, che solitamente rivestono la parte più esterna delle sculture, sono stati tagliati in tante strisce, tra le quali corrono, s’intrecciano e si annodano delle corde rosse e nere. E, se a volte quei lunghi fili sembrano voler ricucire le slabbrature del metallo, tal’altre paiono invece essere la causa stessa di quello sfaldamento, i responsabili di quelle inarrestabili smagliature. Le corde si tendono tra le fettucce di metallo, ma ricadono molli e inerti appena lasciano il perimetro dei poligoni. La tentazione di afferrarne un capo e tirare è molto forte. Ci ferma solo il timore di scoprire, dietro a quei sottili fogli, delle ferite o delle zone ancora più sensibili e, allora, si afferra meglio il senso di quelle prime parole di Rimbaud: “Io non parlerò, non penserò più a nulla/ ma l’amore infinito mi salirà nell’anima”.

inaugurazione: mercoledì 20 maggio alle ore 18,00

Galleria Quintocortile
Viale Col di Lana - Milano
Orario: martedì - giovedì dalle 17,00 alle 18,30
Ingresso libero

IN ARCHIVIO [51]
Elda Longo
dal 21/9/2015 al 6/10/2015

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede