Villa Pomini
Castellanza (VA)
via Don Luigi Testori, 14
0331 777472
WEB
VII Festa della Fotografia d'Autore
dal 23/5/2009 al 6/6/2009
venerdi' e sabato 15-19, domenica 10-12,30 e 15-19, nel corso delle serate di proiezione 21-23
WEB
Segnalato da

Claudio Argentiero




 
calendario eventi  :: 




23/5/2009

VII Festa della Fotografia d'Autore

Villa Pomini, Castellanza (VA)

Le mostre previste: Paesaggi Umani di Massimo Vitali; Anime in Rosso di Mario Chiodetti; Un altro Vedere. Fotografie stenopeiche di Massimo Stefanutti; Sguardi sul Set di Marina Alessi, 3.32 Terremoto in Abruzzo di Antonio di Vico. Tra gli eventi lettura portfolio, un concorso fotografico Epson, seminari, premio nazionale memorial Franco Pontiggia e la presentazione del secondo numero della rivista dell'Archivio Fotografico Italiano 'laClessidra'.


comunicato stampa

L’A.F.I. – Archivio Fotografico Italiano e l’Associazione Culturale Click Art’s fotografia, sempre più attive nel promuovere la fotografia di ricerca e la giovane fotografia, in collaborazione con EPSON-Sponsor Tecnologico e con il patrocinio del COMUNE DI CASTELLANZA (VA), organizzano dal 24 maggio al 7 giugno 2009 la 7a Festa della Fotografia d’Autore. L’iniziativa si terrà presso l’antica Villa Pomini, sita in via Don Luigi Testori 14 a Castellanza, noto centro d’arte e cultura della provincia di Varese, con il seguente programma:

MOSTRE FOTOGRAFICHE: 24 MAGGIO - 7 GIUGNO 2009 - VILLA POMINI

Paesaggi Umani – Massimo Vitali
"Le immagini devono avere una dimensione magica, in cui si incontrano a volte spunti sociologici e lucidi e dove si elaborano strutture narrative. Sono soddisfatto quando la lettura delle miei foto è complessa e contraddittoria, e sono curioso fino al limite del voyeurismo, affascinato dal comportamento degli individui, pur senza cerca di comprenderne il significato. Il mio intervento è neutro, non faccio che registrare: attendo che le cose mi accadano davanti perché le cose che succedono definiscono l’immagine. L’esperienza fotografica diventa una pratica aperta per un’esperienza del mondo". Con questa riflessione Vitali presenta il suo lavoro, apprezzato e conosciuto a livello internazionale. Una mostra di stampe di grande formato, realizzate appositamente da EPSON, per il calendario da collezione 2009, selezionate dall’autore con cura e passione.
Massimo Vitali, nato a Como nel 1944, è toscano d’adozione e vive a Lucca. Studia fotografia al London College of Printing, Negli anni ’60 inizia una carriera come fotoreporter che, grazie anche all’incontro con Simon Guttmann, fondatore dell’Agenzia Report, lo porta a lavorare per riviste e agienzie italiane ed europee. Negli anni ’80 gira anche dei film per la televisione la pubblicità. Dal 1995 si dedicata alla fotografia come ricerca artistica, iniziando la serie sulle spiagge, sviluppata come strumento originale per ritrarre il mondo. La sua abilità nel mostrare paesaggi e masse di gente con dettagli narrativi e formali a volte esaltati da sfondi quasi impalpabili, fa classificare i suoi lavori come paesaggi umani contemporanei.

Anime in Rosso – Mario Chiodetti
La mostra "Anime in rosso" ricapitola un lungo lavoro di studio che il fotografo Mario Chiodetti ha compiuto sull’opera dell’amico pittore Luca Lischetti, una ricerca che vuole reinterpretare le figure enigmatiche e inquietanti dell’artista attraverso il filtro dell’immagine fotografica.
Con l’ausilio di una modella, Magda, Chiodetti ha compiuto un’operazione di sintesi, immergendo nel rosso delle grandi tele lischettiane la morbidezza di un corpo femminile ma con le medesime caratteristiche cromatiche dei "totem" del pittore, larve d’uomo con il volto di maschera.
«E Lischetti si presta, la sua anima da pittore non si tira indietro di fronte al corpo umano, come fosse un Ives Klein ma meno metafisico e più ruspante o un Piero Manzoni che non ha le fisime dell’avanguardia. Si diverte, insomma, a trattare con mano quando normalmente tratta di sega elettrica. Chiodetti intanto scatta e gira intorno alla scena, come il cacciatore. Sa che la creatura deve acquistare una sua vitalità in relazione all’opera, all’ambiente, deve prepararsi al suo ruolo cui è chiamata e legata: la statua vivente che prova a dare un senso altro a quelle creature immobili e impassibili», scrive nella presentazione al catalogo il critico d’arte Riccardo Prina.
«Da tempo pensavo di inserire la figura umana nelle tele di Luca, che mi hanno sempre affascinato per la loro potenza espressiva», spiega Chiodetti, «e grazie a Magda, una modella polacca che già aveva avuto esperienza di body painting, ho tentato l’esperimento, vissuto da noi tre come un divertissement. Poi è nata l’idea di una mostra, sollecitata anche da Giuseppe Biselli, fotografo e giornalista, appassionato collezionista di automobili d’epoca, e direttore del settimanale "Cronaca Vera". La mostra consta di cinque grandi stampe su supporto di alluminio e altri lavori più piccoli assieme a una figura di Luca e ad altre sue tele di dimensioni ridotte».
Un "incrocio di mani" tra il fotografo e il pittore all’insegna di un colore, il rosso, nuovo per il fotografo, di solito più a suo agio con il bianco e nero, una sfida da evidenziare alla fine, con la tecnologia ultima della stampa fotografica digitale.
In mostra il catalogo con i testi di Riccardo Prina, del gallerista Giuseppe Biselli e dello stesso Chiodetti, curato dalla grafica Benzoni ed edito da Arterigere.

Mario Chiodetti è nato a Varese dove vive e lavora. Giornalista e fotografo professionista freelance, ha collaborato con quotidiani e periodici tra cui "Airone", "Qui Touring", "Focus", "Il Venerdì di Repubblica", "Donna Moderna". Attualmente è editorialista e curatore delle pagine culturali de "La Provincia di Varese". Autore di libri fotografici come "Il lago perduto" e "Color di Provincia", ha scritto testi per cataloghi d’arte e libri di fotografia.


Un altro Vedere – Fotografie stenopeiche di Massimo Stefanutti
Lensless?
La forma interrogativa è d’obbligo: c’è una effettiva e concreta ragione per fotografare con uno stenopeico (e cioè senza l’obiettivo o, meglio, le lenti) invece che con una normale macchina fotografica, analogica o digitale che sia?
Una delle risposte più comuni a questa domanda fa espresso riferimento alla c.d. pratica stenopeica e cioè ad una sorta di "rito" , variamente identificato (senza voler esser esaustivi) con la particolarità della macchina utilizzata, dalla pretesa antitecnologicità del mezzo, da un situazione di lentezza nel fotografare in opposizione ad una velocità nell’ordinario mezzo usato (soprattutto se digitale), alla necessità di operare con un processo manuale di ripresa complicato e laborioso, ecc.
Pochi riflettono - prima di tutto - sulla struttura tecnologica di una macchina stenopeica e assolutamente nessuno mette in rilievo come lo stenopeico (intendo il solo foro) abbia una propria caratterizzazione prima naturale e poi simbolica. In fondo si tratta solo di un piccolissimo buco analogo a tanti altri esistenti in natura o artificialmente creati: da quelli nelle rocce a quello della serratura.
Spesso il risultato finale non è quello immaginato o sperato (uso questi termini con cognizione di causa).
L’immagine finale contiene, molte volte, più di quanto ci si immaginasse anche se, spesso, ha molto meno di quanto si volesse: un’ottima applicazione dell’inconscio tecnologico, secondo il pensiero di Franco Vaccari. E ciò con buona pace di tutti coloro che credono nella assoluta e perfetta previsualizzazione dell’immagine: concetto ora ancor più smentito dalle fotocamere digitali (quanto meno quelle compatte in uso alla maggior parte del popolo fotografico) nelle quali "si guarda e si vede" direttamente in un piccolo schermo ma, in concreto, non si pre-visualizza alcunché in quanto l’immagine è in movimento e non ferma; in sintesi, si post-visualizza.
L’assenza della mediazione dovuta dalla lente inibisce all’immagine la fruizione di una serie di strutture formali - che ci si attenderebbe ritrovare una normale fotografia - prima di tutto la messa a fuoco.
E non solo: la prospettiva non è più quella del Brunelleschi, l’ampiezza della focale non è più riconoscibile, le masse hanno rapporti disconosciuti, le proporzioni delle cose all’interno dell’immagine sono assolutamente incongrue, la riconoscibilità del soggetto rasenta sovente il paradosso ed il senso di spaesamento è fortemente marcato. Tutto questo costituisce un punto di forza dell’immagine ottenuta e l’analisi non può essere condotta con certi parametri estetici.
Allo stenopeico il tempo come istante non interessa: non deve confrontarsi con momenti decisivi veri o falsi che siano; capisce l’assoluta equivalenza di qualunque momento rispetto ad un altro e rivela lo stato delle cose, in una prospettiva assolutamente simbolica; opera (a causa dei tempi di esposizione spesso molto lunghi) in una situazione di tempo dilatato nella quale il passato non è ancora passato ed il presente non è del tutto presente.
Con questi riferimenti si possono capire le immagini stenopeiche attuali: ma il discorso non sarebbe completo se non si facesse mente locale a questa fotografia come ad una "fotografia dell’oscurità".
Il nero catramoso accanto a bagliori accecanti, il tono basso, una specie di tunnel visivo dato dalla caduta della luce verso i bordi dell’immagine, i soggetti criptici e quelli che fanno pensare alla morte, l’incertezza della visione, conferiscono una patina misteriosa a queste icone segnate da qualità oniriche e magiche, riconducibili ad un fitto dialogo con gli archetipi della nostra memoria individuale o collettiva.
"Foro negletto" secondo J.H. Wandell e "Crudele spazio stenopeico " secondo Paolo Gioli e, come tutta "La Fotografia, per le sue due origine extra-umane, al punto di congiunzione dell’arte e della filosofia", secondo Jean-Claude Lemagny. (Massimo Stefanutti)
Massimo Stefanutti, avvocato, specializzato in diritto della fotografia, nasce a Venezia nel 1957, dove vive e lavora. E’ tra i maggiori autori internazionali di fotografia stenopeica, ed è membro dell’Osservatorio Italiano per la Fotografia Stenopeica presso il Musinf di Senigallia.
Ha esposto personali in prestigiosi spazi in diverse parti d’Italia, partecipando a manifestazioni nazionali di rilievo di arte e fotografia contemporanea.


Sguardi sul Set – Marina Alessi
In Effetto notte (La nuit americane, 1973) François Truffaut aveva voluto anche il fotografo di scena nella piccola troupe impegnata nella realizzazione di Vi presento Pamela – film nel film - affidandogli una eloquente funzione narrativa (prima amoreggiava - prendendosi i rimbrotti del regista – e poi fuggiva con la fidanzata di Jean Pierre Leaud). Una scelta significativa quella operata dal grande regista francese, a ribadire l’importanza della sua funzione . Perché al fotografo di scena è demandato il compito di documentare la realizzazione e di produrre il materiale fotografico, utile all’ufficio stampa per la promozione. Se un tempo, il suo compito era quello di riprodurre la scena (facendo mettere gli attori in posa e fotografandoli dal "punto macchina") in foto utili anche per la vendita del film, oggi la situazione è decisamente cambiata. Il fotografo deve essere soprattutto un testimone in grado di restituire la vita, le pause, il fermento del set. Un testimone, spesso solitario – si muove senza dover rendere conto del proprio agire, se non a cose (scene) fatte – a cui è richiesto sguardo vigile e sensibilità, oltre alla "trasparenza" (non deve essere d’intralcio e non deve far perdere tempo). Tutte qualità che Marina Alessi ha dimostrato di possedere, fin da quando, alla fine degli anni ’90, slittando naturalmente dal chiuso del palcoscenico (luogo del suo approccio al mondo dello spettacolo), si è trovata sui set "en plain air". Set per di più particolari, perché animati da comici (il trio, Aldo, Giovanni e Giacomo, di cui ha seguito il cammino cinematografico da Tre uomini e una gamba fino a Tu la conosci Claudia? ma anche il Claudio Bisio di Asini) in diversi casi all’esordio come protagonisti. Per qualche tempo unica donna in un settore a decisa prevalenza maschile (suo il solo nome femminile tra gli scritti di AFS, l’Associazione dei fotografi di scena formatasi agli inizi del 2000 e dissoltasi qualche stagione dopo), Marina Alessi ha saputo confrontarsi con un genere non semplice come la commedia, riuscendo, con i suoi reportage sul set, a riconsegnare ritratti puntuali e giuste atmosfere. Come ha evidenziato fin da subito la giuria di "CliCiak", il concorso nazionale per fotografi di scena promosso dal Centro Cinema Città di Cesena, che ha più volte premiato e segnalato il suo lavoro. Ed è dall’ormai consistente fondo di quel concorso, giunto quest’anno alla sua dodicesima edizione, che provengono molti degli scatti visibili nella mostra. Antonio Maraldi

La fotografa Marina Alessi ha colto, attraverso il suo obiettivo, i protagonisti del mondo del teatro, del cinema e della cultura, seguendoli sui set e nella vita come ritrattista e fotografa di scena.
Collabora inoltre ai progetti grafici delle copertine di importanti case editrici, fra cui Mondadori, Rizzoli e Condé Nast . Da sette anni utilizza e porta ai massimi livelli i ritratti con Polaroid Giant Camera, la macchina fotografica, costruita in 5 esemplari in tutto il mondo, che permette, grazie alle sue dimensioni (un metro e mezzo di altezza per due, 100 chili di legno e di ottone), la realizzazione di ritratti in formato 50x60: veri e propri pezzi unici che hanno come soggetto attori (citiamo ad es. Claudio Bisio, Carlo Verdone, Diego Abatantuono, Filippo Timi, Violante Placido, Silvio Muccino, Aldo Giovanni & Giacomo) e scrittori di fama internazionale come Doris Lessing, Ken Follett, John Grisham, Tahar Ben Jelloun, Inge Feltrinelli, Enzo Biagi, Valerio M.Manfredi, Mario Rigoni Stern.
Nascono così le sue personali:
AutoRItratti 44+1 (2008) fotografia e street art con-fusi nei ritratti di 44 street artists italiani in mostra all’AuditoriumArte all’interno Auditorium Parco della Musica a Roma.
Sguardi in camera (2008) mostra sulle grandi signore della cultura, che corona la collaborazione col comune di Savignano sul Rubicone iniziata col progetto di foto-censimento Ritratti di famiglia al femminile.
Facce(e)Note (2006 e 2007), raccolta di fotografie scattate ai cantautori del Premio Tenco, ancora una volta per Vanity Fair (Teatro Ariston di San Remo).
Facce da leggere, immagini di scrittori colte per la rivista Vanity Fair durante il Festivaletteratura di Mantova: 250 ritratti nell’arco di cinque anni. Un lavoro coronato nel 2007 dalla mostra personale a Palazzo Ducale.
Comicando (2004), 33 ritratti di comici realizzati per Emergency (Fnac di Milano).


3.32: Terremoto in Abruzzo – reportage di Antonio di Vico
Il 6 aprile alle 3.32 AM una scossa del grado 6.3 della scala Richter ha colpito L'Aquila e i comuni circostanti. La scossa è stata avvertita chiaramente anche a Roma, fino ad arrivare a Napoli. Per l'Italia si
tratta del terremoto peggiore dopo quello dell'Irpinia del 1980 con un bilancio di 294 morti, 40.000 sfollati e danni incalcolabili. Questo reportage racconta le prime ore dopo il disastro.
Antonio di Vico nasce nel 1981 in provincia di Caserta. Nel 2005 si laurea in Comunicazione con il massimo dei voti. Ha lavorato come content manager per il sito web della trasmissione "Grande Fratello" e
art director free lance per aziende e istituzioni. Nel 2006 si trasferisce in Australia, dove vive e viaggia per circa un anno. Il suo lavoro è stato esposto in mostre, sia personali che collettive, in Italia, Polonia, USA, Australia. Dal 2008 si occupa professionalmente di fotografia di reportage.
Premio Italiano di Fotografia "Memorial Franco Pontiggia"
Esposizione dei tre migliori portfolio selezionati dalla Giuria, e premiazione del miglior autore.
La finalità del Premio, oltre a ricordare la figura di Franco Pontiggia, che si traduce in una straordinaria esperienza artistica e di vita, e in un’ampia varietà di immagini dedicate all’ esistenza umana, è quella di scoprire nuovi talenti artistici, offrendo loro l’opportunità di esibire le proprie opere in mostre collettive e personali, di essere inseriti nella collezione dell’Archivio Fotografico Italiano e di vedersi attribuire un Premio in danaro, da utilizzare per il proseguo delle ricerche.
Gli autori esposti saranno resi noti in occasione dell’inaugurazione ed il Premio al vincitore sarà consegnato dalla moglie del noto indimenticato fotografo varesino, nel corso dell’apertura della 7^ Festa, il 24 maggio alle ore 11.30.

Eventi Collaterali:
Proiezioni-Conferenze
Parco di Villa Pomini – Grande Schermo

28 MAGGIO 2009 ORE 22
AUDIOVISIVI DI WALTER TURCATO
- SOGNO D’ESTATE
- TERRA SANTA
- GOD OF THUNDER – ETNA
- RESTAURI
- PASSION LIVES HERE – TORINO 2006
- MAGICO SAN FELICE
- LE NUVOLE
- VOLO

In caso di maltempo l’incontro si terrà nelle sale interne di villa Pomini

4 GIUGNO 2009 ORE 22
MULTIVISIONI DI ROBERTO TIBALDI "STUDIO IMMAGINARE"
- PASSAGGIO IN TURCHIA Panoramico
- CCU VERA FIDI Panoramico (con Francesco Lopergolo)
- OLTRE LA FIN DEL MUNDO Panoramico
- PRIVITI Panoramico
- TERRA! Panoramico
- DORMIREI POCO, SOGNEREI DI PIÙ Panoramico (con Francesco Lopergolo)
- VISAGE

In caso di maltempo l’incontro si terrà nelle sale interne di villa Pomini

DOMENICA 7 GIUGNO 2009 – ORE 14/18
SEMINARIO: COME SI ORGANIZZA UN PORTFOLIO O PROGETTO FOTOGRAFICO
CON VISIONE PORTFOLIO DEI PARTECIPANTI
A cura di Paola Riccardi – Agenzia Grazia Neri.
Quota di partecipazione euro 60,00 – max 10 persone
Iscrizioni entro il 24 maggio 09 ai seguenti recapiti:
e-mail: claudio.argentiero@alice.it / Tel. 347 - 5902640


Domenica 24 Maggio 2009 Villa Pomini
Fotografia in Festa
Una giornata dedicata interamente alla fotografia, con i seguenti appuntamenti:

Dalle ore 10 alle 12,30
Inaugurazione - presentazione degli autori – visita guidata alle mostre
Raccolta iscrizioni alla lettura dei Portfolio
Ore 11, 30: Premiazione vincitore Premio Italiano Memorial Franco Pontiggia
Ore 12,30: cocktail "Pizzas and cheese"


LETTURA PORTFOLIO – ore 14,00/19,00 –
Prenotazioni al n° Tel.
La lettura e la valutazione dei portfolio da parte di esperti è divenuta un’attività molto apprezzata da chi, a vari livelli, si occupa di fotografia, e in particolare da chi fotografa per passione e non ha la possibilità di confrontarsi con una committenza. Molti appassionati producono lavori davvero interessanti, ma spesso sono timorosi nel proporsi, o impossibilitati a ricevere pareri e consigli su come proseguire nelle proprie ricerche. La disponibilità di esperti, professionalmente in contatto giornaliero con il mondo e il mercato delle immagini, può fornire utilissime indicazioni su come valorizzare il proprio percorso creativo.
Saranno presenti i seguenti esperti:
- Roberto Mutti Critico - consulente artistico, giornalista
- Sandro Iovine Giornalista, curatore di mostre e libri, direttore della rivista IL FOTOGRAFO
- Paola Riccardi Agenzia Grazia Neri – consulente artistico e curatrice di mostre
- Gigliola Foschi Critico - docente Istituto Italiano di Fotografia
- Renata Ferri Photoeditor "Io Donna" – Corriere della Sera

Area EPSON – Stampa & Informazioni Tecniche
Grazie alle diverse postazioni di stampa collocate in differenti punti, gli interessati potranno stampare autonomamente le proprie immagini utilizzando materiali originali EPSON, per tutta la giornata, assistiti da un tecnico pronto a fornire informazioni e consigli.

Ore 18,30: Premiazione Concorso EPSON – A.F.I.

BOOK-SHOP - Esposizione di Libri di Autori Internazionali
a cura di HF Distribuzione – www.hfnet.it

Presentazione in anteprima al pubblico del 2° numero della rivista dall’Archivio Fotografico Italiano "laClessidra", ricca di nuovi contenuti, contributi, scoperte e rivelazioni.

Immagine: Antonio di Vico

Villa Pomini
via Don L. Testori 14 – 21053 Castellanza (VA)
Orari di visita mostre: venerdi e sabato 15-19 / domenica 10-12,30 / 15-19
e nel corso delle serate di proiezione, dalle 21 alle 23 -Ingresso Libero

IN ARCHIVIO [34]
Sandro Bardelli
dal 18/9/2015 al 17/10/2015

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