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19/4/2002

Agostino Arrivabene

Galleria Braga, Piacenza

A cura di Alberto Agazzani

Dopo oltre trentacinque anni, con una grande mostra dedicata al giovane pittore cremasco Agostino Arrivabene curata da Alberto Agazzani, la Galleria Braga di Piacenza cessa la propria attività. Fondata nel 1966 da Antonio Braga nel cuore di Piacenza, la galleria ha ospitato innumerevoli mostre, soprattutto incentrate su Piacenza e ai suoi artisti, divenendo rapidamente riferimento d’assoluto prestigio nel novero delle attività culturali piacentine e non solo. Tra le mostre più prestigiose organizzate da Antonio Braga e ospitate nella sua galleria si ricordano, fra le altre, quelle dedicate a Giorgio Morandi, Ottone Rosai, Bruno Cassinari, Zoran Music, Carlo Mattioli, Giuseppe Zigaina, Ennio Morlotti, Osvaldo Licini, Gustavo Foppiani, Luciano Spazzali, Osvaldo Bot, Cinello e Armodio.

'Un giovane pittore poco più che trentenne in grado di dipingere come un antico maestro fiammingo del Quattrocento'. Con queste parole Vittorio Sgarbi, nel corso della presentazione della mostra piacentina dedicata al 'Surrealiamo padano', ha descritto Agostino Arrivabene, presente in suddetta mostra con tre superbe opere di carattere puramente visionario. Arrivabene, cui il Museo Civico di Crema ha dedicato una vasta antologica nel settembre scorso, nonostante la giovane età è considerato uno degli ultimi e più vivaci testimoni di un’idea di pittura che affonda le proprie radici nelle epoche auree, in quel Quattrocento che in Leonardo e van Eyck ha visto due vertici assoluti. Da quella severità e da quel rigore tecnico Arrivabene è partito, arrivando a recuperare e far rivivere tecniche antiche, materiali dimenticati e dai nomi affascinanti come il rosso e ambiguo Sangue di drago, il velenosissimo Orpimento, il preziosissimo Lapislazuli puro, il Cinabro, la Lacca di Robia, il Bistro leonardesco, l’Indaco per ottenere un nero infinito e molti altri, colori che il pittore si macina e prepara personalmente, come avveniva nei secoli passati, ottenendo una qualità, sfumature e una brillantezza oggi altrimenti introvabili. Il tutto al servizio di una sensibilità quanto mai giovane e contemporanea che consente ad Arrivabene di realizzare dipinti di straordinaria forza e modernità, dalla narrazione 'disinibita fino alla sfrenatezza', come l’ha definita Vittorio Sgarbi, e nella quale la lezione degli antichi maestri quattrocenteschi si fonde al simbolismo di Moreau, Khnopff e Fuchs fino ai contemporanei Massimo Rao, il tedesco di Lipsia Werner Tübke e, soprattutto, il rembrandtiano norvegese Odd Nerdrum.
In mostra alla Galleria Braga una selezione di opere dal 1990 ad oggi illustrerà il rigoroso percorso artistico di Agostino Arrivabene attraverso l’esposizione di una trentina di opere che documentano i vari generi e le varie tematiche affrontate dall’artista. Saranno perciò esposte nature morte e vanitates, paesaggi e figure riconducibili ai cicli dei 'Sofferenti'e dei 'Raccoglitori di stelle cadenti' che culminano nel grande 'I due fratelli'scelto come immagine della mostra.

Sarà disponibile in galleria l’ampia monografia 'Agostino Arrivabene - Dipinti 1988-2001', curata da Alberto Agazzani per Bocca Editore di Milano, contenente saggi del curatore stesso e di Marco Vallora.

La mostra rimarrà aperta presso la Galleria Braga, in via Cavour 46/c a Piacenza, fino al 23 giugno coi seguenti orari: dal martedì alla domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19. Chiuso il lunedì.

Informazioni: 0523.331768

Galleria Braga
via Cavour 46/c - Piacenza

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