Passaggio alla Luce. Into the Light. Il lavoro di Tadei e' caratterizzato da un'incalzante metafora che rilancia la materia nello spazio, tra le pieghe di una luce che s'intreccia con la ricercata naturalezza delle forme. Le sue opere rimandano ad immagini precarie ma insistenti, che provengono dalle profondita' della psiche, quasi uno spaccato d'inconscio collettivo.
a cura di Giorgio Cortenova
Il lavoro di Marialuisa Tadei è caratterizzato da un’incalzante metafora che rilancia la materia nello spazio, tra le pieghe di una luce che s’intreccia con la ricercata naturalezza delle forme.
Le sue opere rimandano ad immagini precarie ma insistenti, che provengono dalle profondità della psiche, quasi uno spaccato d’inconscio collettivo. Ciò è reso possibile soprattutto dalla capacità di Marialuisa Tadei di rendere leggeri materiali che solitamente sono pesanti, come il ferro, e viceversa di appesantire materiali trasparenti e leggeri, come il vetro e gli specchi.
“La Tadei è consapevole che nulla è più irriducibile alla realtà che la realtà stessa - scrive tra l’altro Giorgio Cortenova in catalogo - perciò polverizza i processi razionali e, come pochi altri artisti del panorama contemporaneo, lascia spazio al lirismo dell’animo, agli scarti, alle contaminazioni, ai materiali ricchi che sembrano poveri e a quelli poveri che paiono ricchi. I suoi sono dunque miraggi dichiarati o riflessi, trattenuti nello spazio, quasi sempre più plasticamente presenti degli oggetti da cui sembrano derivare”.
L’atteggiamento malinconico e al tempo stesso lo slancio mistico della Tadei si esprimono compiutamente ne “Le lacrime della grande ciglia”, esposta nel padiglione della Biennale, ma ancor più esplodono neI preziosi spazi di San Samuele all’interno della sua mostra personale, dove nel suo straordinario “Paradise Pavillon” l’artista ha potuto collocare oltre 20 opere di grandi dimensioni, un’ampia ed esauriente sintesi del proprio lavoro più recente.
“Come quelli del giardino dei sogni infantili di Gorky – scrive Donald Kuspit - anche questi sono fiori “intelligenti”, dotati non solo di una mente propria, ma anche di piume simili a viticci che alludono al glorioso seppur breve volo di Icaro, a un’esistenza mutevole, eroica e proprio per questo precaria, che osa innalzarsi fino al cielo giungendo troppo vicino alla fonte della vita. […] un sentimento religioso o senso del sacro che sorge al momento in cui si diviene consapevoli della meraviglia, per non dire del miracolo, della vita”.
Il catalogo edito da Shin Production, dal titolo A sense of wonder contiene i saggi di Omar Calabrese, Giorgio Cortenova e Donald Kuspit e un’intervista all’artista a cura di Valerio Dehò.
Marialuisa Tadei nasce a Rimini; attualmente vive tra San Marino, Londra e New York. Si è diplomata all’Accademia delle Belle Arti di Bologna e ha frequentato la Domus Academy di Milano. Ha ottenuto il PgDip al Goldsmiths College, University of London. Ha conseguito un Master in archittettura, arte sacra e liturgia all’ Universita’ Europea di Roma. Le sue opere sono presenti all’interno di importanti collezioni private e pubbliche, sia in Europa che in America.
Immagine: Waterfall, 2009, pvc e acciaio, cm 350x300x300
venerdì 5 giugno 2009
ore 12.00 conferenza stampa con visita alla mostra
ore 18.00 opening
Chiesa di San Samuele
Venezia