Politicamente Corretto. Guardando i dipinti in mostra si avverte tutta la brutalita' di una parte della nostra moderna civilta', attraverso i volti di questi anonimi uomini d'affari che li popolano.
a cura di Marina Ioppolo, Pasquale Altieri
“Quando la politica diventa arte”
“Politicamente Corretto” il titolo della mostra di Luca Palazzi visitabile presso lo spazio Art up dal 05 al 19 giugno 2009 a cura di Marina Ioppolo e Pasquale Altieri. Una direzione artistica impegnata già da qualche tempo per portare a conoscenza del pubblico nuovi artisti che operano sul tema della politica. Una mostra quindi quella di Luca Palazzi che aprirà le porte nei giorni delle elezioni.
Facendo scorrere lentamente gli occhi nel diario visivo Orwelliano di Luca Palazzi, capirete che si tratta di un moderno quanto anacronistico esempio di critica o satira. L’arte di denuncia è un genere che appare e scompare durante il corso degli anni e tende sempre a ritornare preponderante durante periodi di profonda crisi sociale. Chi non ricorda le acqueforti sugli orrori della guerra di Goya? E chi non richiama alla memoria i lavori di Otto Dix, Gorge Groz e John Heartfield che attaccavano duramente gli ideali militareschi e decadenti della Germania dell’era Weimar che di lì a poco avrebbe portato all’avvento del Nazismo? Un’arte esaminatrice che passasse a setaccio la realtà per restituirci un’immagine cruda senza idealismi.
Guardando questi dipinti possiamo sentire tutta la brutalità di una parte della nostra moderna civiltà, attraverso i volti di questi anonimi uomini d’affari che li popolano. Il motto che aleggia sembra essere: ”Scavalca tutti, non importa con quali mezzi”. La continua ossessione per la posizione sociale, la ricercatezza nel vestire, lo sfoggio ostinato e patetico del potere emanati da questi piccoli burocrati accenna ad uno stato di degrado spirituale... Ma sono felici questi individui? L’unica cosa che sembra avvolgerli è un’aurea grigia e surreale dove tutti sono divisi da un’invisibile scala di valori, dove ognuno è subalterno e le relazioni umane sembrano stipulate come un contratto a scadenza.
Da quando ho visto per la prima volta i lavori di Palazzi li ho sempre accostati idealmente a quelli del Sudafricano William Kentridge e il Tedesco Neo Rauch. Il primo ha attaccato, principalmente, il regime dell’apartheid con disegni e animazioni dai tratti scarni e decadenti e il secondo muove una critica al fallimento dell’ideologia comunista in una serie di dipinti grotteschi e surreali, che non si distaccano dal realismo. Nelle sue opere Luca Palazzi analizza invece il fallimento sociale dell’ideale capitalista, le condizioni di alienazione che alimenta. Michael Venuti
Luca Palazzi, nato nel 1977 vive e lavora a Roma
Inaugurazione Venerdì 05 giugno 2009, ore 18
Art up
Via delle Piagge, 23 Viterbo
Orari: dal martedì al sabato dalle ore 17 alle ore 20 e per appuntamento
ingresso libero