Elementi di scrittura universale. La ricerca pittorica dell'artista si inscrive in un percorso introspettivo teso ad una possibile definizione formale di quel linguaggio dell'anima che millenni di storia ha trasformato e codificato.
Un titolo denso di rimandi e di evocazioni, come le opere selezionate
che rendono questa esposizione, oltre che un importante appuntamento
con un noto esponente della ricerca artistica contemporanea, un
percorso introspettivo teso alla ricerca e ad una prima, possibile
definizione formale e concettuale di quel linguaggio dell'anima che
millenni di storia ha trasformato e codificato.
Un linguaggio fatto di segni e significati che, nella stratificazione
del tempo, da sempre s'intreccia e confronta con il linguaggio
dell'arte, codice per eccellenza destinato a narrare, anche nel
silenzio della più rigida concettualizzazione, sentimenti e
sensazioni, idee e speranze della creatività dell'uomo.
Se proviamo a rivolgere uno sguardo solo agli ultimi due secoli, ecco
che la scrittura avvolge e coinvolge le forme dell'arte moderna e
contemporanea: dalle Vocali sinestetiche di Rimbaud, alle follie
tipografiche di Mallarmé, il colpo di dadi gettato nell'azzardo del
linguaggio prosegue fra i numeri innamorati e le lettere impazzite del
Futurismo, gli spaesamenti dimensionali del linguaggio dada, le
scritture automatiche surrealiste, da Breton a Éluard. Sull'onda delle
speranze progettuali, la scrittura è elemento fondamentale nelle
ricerche di Bauhaus e Costruttivismo, Arte Concreta e Astrazioni
geometriche, nella prima metà del Novecento. Come poi non intendere
quale scrittura la convulsa grafia del dripping di Pollock, la White
Writing di Tobey, tesa fra Oriente e Occidente, le prove alchemiche di
linguaggio come segno da Wols a Michaux?
É sull'onda di queste esperienze che Alfredo Rapetti, nato agli albori
degli anni Sessanta, costruisce rinnegando il suo linguaggio
pittorico, intendendo la scrittura un'azione gestuale, e prima ancora
emotiva, sulla superficie-epidermide dell'opera-corpo; una scrittura
tesa a scandagliare, attraverso l'azione del togliere, stratificazioni
e derive di sensi e significati della pratica pittorica contemporanea.
Un vero e proprio diluvio di parole, bisbigli, grida e litanie, fusi
nell'inno che Alfredo Rapetti compone nel nome dell'arte, gronda dalle
sue tele, tese fra superficie e quarta dimensione, come gli insegnò il
maestro spirituale, Lucio Fontana; singole o composte come mosaici di
un linguaggio che si unisce e frantuma, le sue opere nascono
dall'enfasi di una creazione visiva che, più sembra sfociare in puro
piacere estetico, più lo rinnega in direzione di un'analisi del
processo pittorico.
Come ferite aperte sul linguaggio d'ogni spazio e tempo, nella
costrizione del monocromo o nelle rare concessioni a pochi, densi e
brillanti toni cromatici, Alfredo Rapetti affida i suoi dipinti-
preghiera al pubblico contemporaneo, invitandolo a rintracciarvi
quegli ELEMENTI DI SCRITTURA UNIVERSALE che si celano nel profondo del
nostro animo, pronti ad affiorare con l'urgenza del grido o la
dolcezza del sussurro.
Un'importante esposizione, dunque, realizzata grazie all'attenta
politica culturale del Comune di Padova, aspetta il pubblico dell'arte
e chiunque desideri ascoltare, oltre che vedere, le opere di Alfredo
Rapetti: vere e proprie pagine strappate da quel grande libro della
scrittura universale, che aspettano soltanto di parlarci, emozionandoci.
Ilaria Bigotti
Incontro con la stampa e con gli amanti dell’arte 05 giugno alle ore 11.00 presso il Palazzo Maroni
Inaugurazione della Personale alle ore 18
Scuderie di Palazzo Moroni
via del Municipio, 1 - Padova
da martedì a domenica dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00, chiuso lunedì