Spazio Thetis
Venezia
campo Arsenale (Castello 2737f)
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Jan Fabre
dal 4/6/2009 al 19/9/2009
tutti i giorni 11-18, martedi' chiuso

Segnalato da

Elena Bari




 
calendario eventi  :: 




4/6/2009

Jan Fabre

Spazio Thetis, Venezia

Grazie alla cooperazione tra la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (GAMeC) e il Kunsthaus Bregenz sono esposti nello Spazio 107 e 109 cinque tableaux sculturali realizzati dall'artista nel 2008. Le grandi installazioni ripetono lo schema del corpo umano partendo dai piedi per finire con il cervello e creano un mitico mondo di orrore, bellezza e metamorfosi oscillante tra sogno e realta'.


comunicato stampa

Curatore: Eckhard Schneider
Curatore ospite: Giacinto Di Pietrantonio

La nuova serie di opere di Jan Fabre "From the Cellar to the Attic – From the Feet to the Brain", realizzata per il Kunsthaus Bregenz nel 2008, ha rappresentato un passo molto importante nello sviluppo dell'artista. Con cinque tableaux sculturali, ciascuno dei quali riempie un'intera stanza, Fabre ha creato un mitico mondo di orrore, bellezza e metamorfosi oscillante tra sogno e realtà che sarebbe inimmaginabile in termini artistici convenzionali. I cinque livelli dell'installazione, che ripetendo lo schema del corpo umano prendono in prestito i suoi titoli metaforici da varie parti del corpo stesso – partendo dai piedi alla base per finire con il cervello al livello superiore – creano un Gesamtkunstwerk, ovvero un'opera d'arte totale, di misteriosa complessità.

Grazie alla cooperazione tra la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo (GAMeC), lo Studio Fabre e il Kunsthaus Bregenz (KUB), Jan Fabre sarà in grado di esibire i cinque tableaux sculturali alla 53. Biennale di Venezia, dando così ad un largo pubblico internazionale la possibilità di riscoprire questa sua opera d'arte totale.

Con la sua installazione "From the Feet to the Brain", Fabre riflette sulle regole artistiche della sua opera e sui limiti della sua precedente attività, i cui principi di base possono essere così riassunti: 1) la coscienza della forza delle immagini del reale scoperta nei pittori fiamminghi, successivamente elaborata tramite la forza visiva di performances e teatro e finalmente emersa sotto forma di tableaux sculturali; 2) l'estrema concentrazione sul corpo come punto di cristallizzazione tra vita e morte, tra agonia ed appagamento; 3) l'attrazione per l'insetto in quanto simbolo della metamorfosi, soggetto di intense ricerche e importante materiale per disegni, per oggetti e per installazioni grandi quanto un'intera parete o un'intera stanza; 4) la costante applicazione del principio meccanico, automatico, in tutte le attività artistiche, un principio risalente alla scoperta del corpo e del comportamento degli insetti; 5) la passione per immagini speculari e raddoppiate, punto di partenza per numerose opere.

"I piedi", "Il sesso", "La pancia", "Il cuore" e "Il cervello": questi i cinque elementi nuovamente rappresentati nei padiglioni dell'Arsenale, ognuno dei quali ha una sua particolare, travolgente esperienza visiva. Mai prima d'ora Jan Fabre aveva eletto con tale radicalità il corpo a motivo principale sia della composizione complessiva che delle singole parti di un'opera. Nel Kunsthaus Bregenz le sculture sono state arrangiate verticalmente; qui saranno disposte in senso orizzontale. Con l'interpretazione pittorica del tema, Fabre esaurisce tutte le possibilità artistiche intrinseche alla sua opera e si concentra sul tema forse predominante nella sua produzione: il proprio corpo. "From the Feet to the Brain" ci mostra la visione ideale della vita elaborata dall'artista e rivela in modo più chiaro che mai quell'anacronismo artistico volutamente scelto che determina la sua particolarità artistica, che a volte è stata anche mal interpretata.

Le cinque installazioni esposte alla Biennale di Venezia 2009

La pancia:
Ik heb een stuk van het plafond van het koninklijk paleis moeten uitbreken omdat er iets uitgroeide, 2008
Ho buttato giù una parte del soffitto del Palazzo Reale perché vi è spuntato qualcosa

Fabre ha copiato una parte dell'installazione permanente fatta per la Sala degli Specchi del Palazzo Reale di Bruxelles. Per quella installazione Fabre aveva coperto il soffitto della stanza con più di un milione di ali di coleottero buprestide. Prima dell'intervento di Fabre, la decorazione della stanza era dedicata a Leopoldo II e alle sue imprese nel Congo, una ex-colonia belga. Per dare un nuovo impulso a questa installazione permanente realizzata nel 2001, Fabre "rompe" una parte del soffitto, perché qualcosa – la Storia, rappresentata da un uomo nero (congolese) – cerca di uscirne. Capovolgendo questa parte del soffitto, ha creato una monumentale installazione di 10 metri per 10.

I piedi:
Schuilkelder-atelier voor de kunstaar-krijger, 2009
Studio/rifugio per gli artisti-guerrieri

Fabre ha creato uno studio/rifugio basato su diversi modelli di pensiero da lui ideati negli anni 90.Lo studio/rifugio (un cubo di cemento) è costituito da un ingresso, da una stanza aperta al pubblico e dallo studio segreto dell'artista. Nell'ingresso, cioè nel corridoio che conduce verso la stanza aperta al pubblico, Fabre presenta tre lampade che pendono dal soffitto e che si riferiscono al battesimo, il lavacro spirituale di Cristo. Nella stanza aperta al pubblico l'artista ha messo sette vasche da bagno fatte di latta di colore blu e due "gambe di cervello" che pendono dal soffitto. Le vasche da bagno rappresentano un luogo rituale di purificazione, ma sono anche un riferimento all'insonnia dell'artista, che le utilizza come una specie di sarcofago, dove si rilassa per poi poter disegnare e lavorare. "Le gambe di cervello" invece rappresentano la memoria dei piedi, i piedi come cervello. Lo spazio segreto è uno studio riempito di munizioni e di materiale organico sperimentale. Questo è il laboratorio dell'artista, un luogo in cui nascondersi a lavorare.

Il sesso:
Fontein van de wereld (als jonge kunstenaar), 2008
Fontana del mondo (come giovane artista)

Per Fabre quest'installazione rappresenta il sesso e quindi la forza della sua potenzialità creativa. L'artista presenta se stesso come giovane uomo che giace su un letto fatto di 150 lapidi e fa mostra d'una erezione permanente. Qui l'uomo simboleggia una fontana che eiacula permanentemente un liquido simile a sperma. Le scritte sulle lapidi su cui giace corrispondono a nomi di insetti, che però ricordano i nomi di artisti, di filosofi e di scrittori che secondo Fabre sono o saranno parte della storia del mondo. In un certo qual modo l'artista si circonda di amici che lo sostengono e lo influenzano in senso spirituale ed artistico. L'installazione fa parte di una serie di autoritratti, nei quali Fabre scopre ed esplora i liquidi del corpo, come ha già fatto nei disegni realizzati con sangue, sperma, lacrime e urina. Intorno a quest'installazione sono appesi i disegni giovanili "La fontana del mondo", i quali sono valsi da modello di pensiero per quest'opera.

Il cuore:
Het toekomstige hart van barmhartigheid voor mannen en vrouwen, 2008
Il cuore della generosità per uomini e donne del futuro

Per questa installazione poetica Fabre ha usato 3000 ossa umane e dieci teschi realizzati in vetro di Murano per creare due altari situati uno davanti all'altro. Alcune di queste ossa e di questi teschi sono dipinti con inchiostro da biro di colore blu – un riferimento diretto alle vasche da bagno nello studio/rifugio. Il colore blu rappresenta l'ora blu, il momento mistico in cui gli animali notturni si mettono a dormire e gli animali diurni si svegliano. Su uno di questi due altari/ sarcofagi Fabre presenta un cuore maschile chiuso. Sull'altro si trova un cuore femminile molto più piccolo ed elegante, aperto. Questi cuori sono composti da un mosaico di ossa umane e rappresentano un modello per il cuore futuro dell'umanità: un cuore compassionevole, che non può sanguinare.

Il cervello:
In de loopgraven van het brein als kunstenaar-lilliputter, 2008
Nelle trincee del cervello come artista-lillipuziano

Da un balcone di legno ispirato a una tipica scala fiamminga Fabre dirige lo sguardo del visitatore su un campo di battaglia fuori dal tempo, dove quattro trincee conducono a un grande cratere. In questo cratere scopriamo la testa scorticata di un gigante. Su questa testa poggia il piede l'artista, che si presenta come un lillipuziano intento a farsi strada scavando nel cervello del gigante. In questo modo scopre sia la fisionomia strutturale della faccia che la terra incognita del cervello. Mentre il sesso rappresenta la forza creativa dell'artista, il cervello è il luogo dove questa avviene. Per questo per lui il cervello è la parte più sexy del corpo.

Pubblicazione del Kunsthaus Bregenz

Immagine: In de loopgraven van het brein als kunstenaar-lilliputter 2008
Holz, Erde, Polyester, Wachs, Silikon, Leder, Stoff, menschliches Haar Ausstellungsansicht 3. OG
Foto: Markus Tretter © Jan Fabre/VBK, Wien, 2008, Kunsthaus Bregenz

Ufficio stampa
elena.bari@gamec.it 328 9781241

Conferenza stampa: Venerdì 5 giugno 2009, alle ore 12.30
Inaugurazione: Venerdì 5 guigno 2009, dalle ore 18.00 alle 22.00

Arsenale Novissimo, Spazio Thetis 107 e 109
Tutti i giorni, dalle 11.00 alle 18.00, martedì chiuso

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