L'Amministrazione provinciale di Pesaro e Urbino attraverso l'Assessorato Beni e Attività Culturali promuove una mostra sulla pittura del Settecento dal titolo "I sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del Settecento a Pesaro e provincia". La mostra - un'esposizione di novantuno dipinti - affronta in maniera sistematica la pittura del Secolo dei Lumi a Pesaro e nel territorio: scopo dell'iniziativa è infatti quello di focalizzare l'interesse verso una branca dell'arte figurativa, la pittura appunto, che aveva avuto nei secoli precedenti il XVIII grandi ed interessanti presenze e che a seguito della Devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato della Chiesa (1631), aveva perso quella spinta propulsiva che gli derivava dalla presenza della corte roveresca.
Venerdì 14 luglio verrà inaugurata a Pesaro, presso il Salone Metaurense del Palazzo Ducale, la mostra sulla pittura del Settecento dal titolo I sensi e le virtù. Ricerche sulla pittura del Settecento a Pesaro e provincia, promossa dalla Provincia di Pesaro e Urbino - Assessorato Beni e Attività Culturali, in collaborazione con la Regione Marche - Assessorato alla Cultura e la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici delle Marche. L'evento è realizzato grazie anche al contributo di Rolo Banca 1473. La mostra curata da Claudio Giardini, già direttore della Pinacoteca Civica di Pesaro ed oggi responsabile del Servizio Cultura della Provincia di Pesaro e Urbino, si avvale di un comitato scientifico composto da Paolo Dal Poggetto, Claudio Strinati, Eugenio Riccomini, Filippo Todini, Stéphane Loire, Filippo Trevisani, Maria Rosaria Valazzi, Bonita Cleri. Il catalogo è edito da Artioli - Modena e sarà integrato con una miniguida alla mostra corredata di CD ROM.
La mostra - un'esposizione di novantuno dipinti - affronta in maniera sistematica la pittura del Secolo dei Lumi a Pesaro e nel territorio: scopo dell'iniziativa è infatti quello di focalizzare l'interesse verso una branca dell'arte figurativa, la pittura appunto, che aveva avuto nei secoli precedenti il XVIII grandi ed interessanti presenze e che a seguito della Devoluzione del Ducato di Urbino allo Stato della Chiesa (1631), aveva perso quella spinta propulsiva che gli derivava dalla presenza della corte roveresca. Una mostra dunque che intende fare il punto sullo stato degli studi storico-artistici per poi avviare un discorso globale sulla cultura figurativa dell'epoca allo scopo di definire l'identità artistica della Provincia di Pesaro Urbino.
Tra gli aspetti più interessanti dell'iniziativa, che prevede l'esposizione di autentici capolavori come l' Allegoria dei cinque sensi di Sebastiano Ceccarini (1745), l'opera scelta come immagine portante della comunicazione dell'evento, figurano l'accostamento di dipinti provenienti da collezioni pubbliche (notevole l'apporto delle pinacoteche civiche di Pesaro e Fano) a quelle provenienti da collezioni private (qui va invece annotato lo straordinario contributo fornito dalla collezione di Fabrizio e Fiammetta Lemme) al fine di offrire la fruizione di opere meno conosciute, se non inedite, per corroborare e allargare con ulteriori contributi il panorama del Settecento pittorico dell'area pesarese, nonché la presentazione di opere inedite di straordinario valore come, ad esempio, la Sibilla Cumana attribuita a Gaetano Lapis, un Ritratto di nobildonna di Sebastiano Ceccarini, così come il recupero di artisti come Antonio Concioli e Maurizio Sparagnini.
La mostra e le sezioni
Sarà possibile così osservare in mostra l'esposizione di novantuno dipinti articolati in tre sezioni.
1) FONTI E CONTINUITÀ DI UNA TRADIZIONE PITTORICA
In questa sezione sono esposte opere di alcuni dei massimi rappresentanti dell'arte italiana dei secoli XVII e XVIII la cui attività a Roma e Bologna costituì dei punti di riferimento per l'aggiornamento e il confronto con gli artisti operanti a Pesaro e nel territorio. Saranno le influenze bolognesi e, soprattutto, romane infatti a recuperare e sviluppare durante il Secolo dei Lumi nella Legazione di Urbino e Pesaro tutta una interessante fioritura di personalità artistiche notevoli che divideranno la loro attività artistica tra la provincia e Roma. Nella sezione sono esposte opere di Simone Cantarini (Pesaro, 1612-Verona, 1648), presente con l'inedita Sacra Famiglia con i SS. Elisabetta e Giovannino; Carlo Maratta (Camerano, 1625-Roma, 1713), formatosi a Roma nella scuola di Andrea Sacchi; Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato (Sassoferrato, 1605-Roma, 1685); Carlo Cignani (Bologna 1628 - Forlì 1719). Di Carlo Cignani sarà esposta la bella tela raffigurante una Scena pastorale (Collezione privata); dell'allievo Marcantonio Franceschini (Bologna, 1648 - 1729) la tela Giaele e Sisara (coll. privata) assegnabile alla seconda metà degli anni Settanta del Seicento, dipinto che si caratterizza per una tavolozza dominata dai toni caldi, da cui emergono e danno risalto all'episodio il rosso del drappo con cui era stato coperto Sisara e il blu intenso del panneggio di Giaele. Entrambi gli artisti bolognesi furono di fondamentale importanza per la maturazione di Francesco Mancini di S. Angelo in Vado: fu infatti il Franceschini, vice principe dell'Accademia Clementina di Bologna, di cui Carlo Cignani fu il primo principe a vita, a introdurre nel gran mondo romano il maestro vadese. Di Carlo Maratta (Camerano, 1625-Roma, 1713) saranno esposte L'incontro di Cristo portacroce con Veronica lungo la via del Calvario e La Madonna con Gesù bambino in braccio e S. Giovanni Battista; di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato una Madonna con il Bambino e una Madonna orante.
2) PRESENZE FORESTIERE NEL SETTECENTO PITTORICO PESARESE
In questa saranno esposti dipinti di artisti "esterni" ma che hanno operato nel territorio "provinciale" lasciando opere significative: Luigi Garzi (Pistoia, 1636-Roma, 1721), allievo di Andrea Sacchi, di cui è esposta la tela raffigurante Venere nella fucina di Vulcano, fu infatti operoso per Pesaro, Fano e Cagli dove eseguì per il Duomo la pala raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi patroni della città ; Agostino Masucci (Roma 1690-1768) chiamato nel territorio dalla presenza degli Albani e che a Urbino lasciò opere nella la chiesa di San Gregorio; Alessio de Marchis (Napoli, 1675-Perugia, 1752), artista legato alla committenza degli Albani per i quali realizzò alcune vedute straordinarie affrancate dal pretesto allegorico e mitologico, libere visioni della realtà paesaggistica colta sotto il capriccioso variare del tempo, della luce e delle stagioni (C. Giardini); Girolamo Donnini (Correggio, 1681-Bologna, 1743), allievo di Carlo Cignani, di cui in mostra è esposto un bel modello preparatorio del San Francesco in estasi conservato nell'omonima chiesa di Fano; Nicola Bertuzzi detto l' Anconetano (Ancona, 1710 ca.- Bologna, 1777), di cui sono esposti la Levitazione di S. Giuseppe da Copertino e il S. Carlo Borromeo in orazione.
3) PITTORI PESARESI DEL SETTECENTO
Si tratta della sezione dove viene affrontata in maniera approfondita la situazione pittorica "locale" con dipinti di Francesco Mancini (Sant'Angelo in Vado, 1679-Roma, 1758), di Sebastiano Ceccarini (Fano, 1703-1783), di Giannandrea Lazzarini (Pesaro, 1710-1801) e del suo ambito, di Gaetano Lapis (Cagli, 1706-Roma, 1773), di Carlo Magini (Fano, 1720-1806), di Pietro Tedeschi (Pesaro, 1750-Roma, post 1806), di Giovan Francesco Ferri (Pergola 1701-Urbania 1775), di Antonio Concioli, di Domenico Tucchi, di Paterniano Fanelli ed altri. Nella ricca sezione verranno esposte opere di Francesco Mancini come lo straordinario San Giovanni Battista: il Mancini, la personalità artistica dominante per tutto il Settecento, si educò alla scuola del bolognese Carlo Cignani, fu operoso a Macerata, a Foligno, a Perugia, a Siena, Città di Castello, ma fu Roma il luogo dove seppe magistralmente rappresentare il superamento delle "sdolcinatezze" del Rococò fino a giungere ad un tipico proto-Neoclassicismo.
Precoce e giovane allievo di Mancini fu il fanese Sebastiano Ceccarini che già nel 1717 si trovava a collaborare con il maestro: del Ceccarini sono esposti alcuni straordinari dipinti tra cui il Ritratto del contino Giovanni Orsi, il Ritratto del cardinale Domenico Passionei e il Ritratto di Candida Marini e una delle opere più note dell'artista: l'Allegoria dei Cinque sensi, eseguito a Roma nel 1745, di seguito pervenuto nella raccolta Pardo a Parigi, quindi rientrata in Italia ed ora nelle Marche. Nell'opera "anche se ogni fanciullo o fanciulla della composizione sta a rappresentare un organo di senso, é palese come ci si trovi di fronte a ritratti, tanto sono caratterizzati e vivi i "piccoli uomini" e le "piccole donne" che con grande impegno assolvono il loro ruolo"(B. Cleri), da identificare con i piccoli rampolli della famiglia Marescotti.
Il nipote di Sebastiano, Carlo Magini, si formò alla bottega dello zio specializzandosi nei generi del ritratto e della natura morta: della sua attività sono testimonianza in mostra il Ritratto del conte Gian Gastone Marcolini, il Ritratto di Pier Maria Amiani, il Ritratto di prelato. Alla stessa generazione di Ceccarini appartiene Gaetano Lapis che dalla natia Cagli si trasferì a Roma dove entrò nella bottega di Sebastiano poi di Giovanni Conca: poco più che ventenne realizzò la serie delle storie della Gerusalemme liberata in cinque tele, opera emblematica dell'artista che non volle, nel corso degli anni cambiare il proprio stile che restò immutato ed algido in una sorta di pittura senza tempo che emana un indubbio fascino, vicino alle sottigliezze cromatiche e formali di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato. Del Lapis viene esposta un'inedita Sibilla già attribuita a Marcantonio Franceschini e la piccola Annunciazione, modello finito per la grande tela eseguita per la chiesa dell'Annunziata di Fossombrone, dove figura la scritta coeva riportata dopo il rifodero sul telaio "opera del Sig. Gaetano Lapis di Cagli fatta a Roma nel 1761".
Inserito nell'ambiente romano e dalla personalità molto più complessa ed articolata fu anche Giannandrea Lazzarini, canonico pesarese, presente nella bottega di Francesco Mancini nonché esponente del clima di riformismo intellettuale della Pesaro dell'epoca accanto ad altri eruditi, animatori culturali della città propensa ad accogliere i dibattiti che si svolgevano nei salotti. Dell'artista sono esposte La Beata Serafina, Il riposo durante la fuga in Egitto (paletta), La Madonna che adora la Trinità oltre a un interessante bozzetto raffigurante S. Giovanni a Pathmos servito con tutta probabilità per la pala d'Urbino (prima in Duomo e oggi nella Galleria Nazionale delle Marche). Nella mostra è indagata anche la personalità di Pietro Tedeschi, che partecipò al programma decorativo di Palazzo Olivieri Machirelli di Pesaro insieme, a Giannandrea con Lazzarini che seguì anche a Macerata nelle decorazioni di Palazzo Marefoschi, dove era presente anche Francesco Mancini. Del Tedeschi è esposta il bel rame raffigurante lo Sposalizio della Vergine (1784) di pura matrice manciniana e in stretto rapporto con un dipinto di Nicolò Berrettoni del medesimo soggetto che si trova a Frascati nel convento dei Padri Scolopi.
La mostra sarà aperta al pubblico da sabato 15 luglio con i seguenti orari differenziati nell'arco dell'estate: dal 15 luglio al 6 agosto e dal 29 agosto al 6 ottobre: 10 /13; 16-20; dal 7 al 28 agosto 10-23. Giorno di chiusura fisso per tutto il periodo della mostra: lunedì. L'ingresso è di £. 10.000; il ridotto £. 7.000; per gli studenti è stato fissato un prezzo di £. 5000.
Nell'ambito della mostra nella proiezione di una maggiore focalizzazione della pittura del Settecento nel territorio provinciale pesarese, nel mese di settembre verranno presentati a Cagli gli Atti del Convegno dedicato a Gaetano Lapis realizzato nel 1994.
SEDE: Pesaro, Palazzo Ducale, Salone Metaurense
ENTI PROMOTORI: Provincia di Pesaro Urbino
ORARIO: 22 luglio - 6 agosto e dal 29 agosto al 6 ottobre: 10 /13; 16-22. Dal 7 al 28 agosto: 10-23. Giorno di chiusura fisso per tutto il periodo della mostra: lunedì.
INGRESSO: £. 10.000, sconti gruppi comitive (£. 8.000)
COMITATO SCIENTIFICO: Bonita Cleri; Paolo Dal Poggetto; Claudio Giardini; Stephan Loire; Eugenio Riccomini; Claudio Strinati; Rosaria Valazzi
CURATORE: Claudio Giardini
CATALOGO: Artioli Editore, Modena. Sarà corredato da miniguida alla mostra e CD Rom.
INFORMAZIONI: Provincia di Pesaro Urbino, Assessorato Beni e Attività Culturali tel. 0721/ 359511; 359277.
Marta Paraventi
tel. e fax 0731 813497