La mostra si propone di rivisitare quattro secoli, dal XVII al XX, per raccontare l'arte di servire il caffe' e altre bevande esotiche, come te' e cioccolata. Alle due sezioni principali delle porcellane e degli argenti, si affiancano una sezione dedicata al libro antico e una scelta di caffettiere barocche, neoclassiche e in stile Impero.
Oro bianco, argenti ed esotiche bevande
La mostra "Arte al caffè", promossa dal Comune di Bolzano, Assessorato alle Attività del Tempo Libero con il patrocinio della Biblioteca Nazionale Marciana, si propone di rivisitare quattro secoli, dal XVII al XX, per raccontare l'arte di servire il caffè e altre bevande esotiche, come tè e cioccolata.
Ospitata dal 29 aprile al 22 maggio 2002 nelle sale del Palazzo Mercantile di Bolzano, essa raggruppa piccoli capolavori di produzione italiana e straniera a testimonianza della diffusione in Europa del rito del caffè. Alle due sezioni principali delle porcellane e degli argenti, si affiancano una sezione dedicata al libro antico e una scelta di caffettiere barocche, neoclassiche e in stile Impero.
La degustazione di questa bevanda, che vanta una lunga storia, si diffonde in Europa attraverso Venezia, importantissimo porto commerciale. La sua origine sarebbe da ricercare nei territori di lingua araba. La parola araba che indica questa bevanda è qahwah, con cui è foneticamente imparentata la parola caffè. Le virtù del caffè vennero probabilmente scoperte dagli eremiti arabi, che lo bevevano per rimanere svegli in occasione delle loro preghiere notturne. Stando ad un'altra fonte, sarebbe stato un pastore a ricavare per primo la bevanda, dopo aver notato che le sue capre, dopo aver mangiato i chicchi di caffè, si mostravano particolarmente vivaci.
Al caffè dedica un accenno la relazione del bailo a Costantinopoli, Gian Francesco Morosini, nel 1585, con cui, davanti al Senato veneziano, egli racconta di un decotto nero, consumato più caldo possibile, che teneva svegli gli uomini e si otteneva da una "semente che chiamano kahvè". Sul finire del Seicento nascono a Venezia i primi caffè intesi come luoghi deputati alla vendita e alla degustazione del caffè. Di qui la bevanda comincia a diffondersi in Europa: sarebbe stato il siciliano Francesco Procopio de' Coltelli a renderla popolare in Francia, grazie all'apertura a Parigi nel 1670 del primo caffè, ancor oggi esistente, il Procope di rue de l'Ancienne Comédie.
Nel Seicento, la conoscenza del caffè penetra non solo in territorio veneto, ma anche in territorio austriaco. Secondo una tradizione, tanto radicata quanto mitica, durante l'assedio di Vienna del 1683, il ricognitore polacco Franz Georg Kolschitzky, abile nei travestimenti e in grado di parlare bene il turco, riesce ad assicurare i collegamenti tra la città e il duca Carlo di Lorena attraversando l'accampamento ottomano e, in cambio del suo eroismo richiede i cinquecento sacchi di bacche di caffè abbandonati dai Turchi, che i soldati vincitori avevano creduto foraggio per i cammelli. Con essi apre all'insegna di Zur Blauen Flasche. Ma l'amara bevanda dei turchi non sembra di primo acchito conquistare i viennesi, tanto che ad essa verranno aggiunti miele, latte e panna creando il primo melange. Se non sono stati i primi, i caffè viennesi sono però senz'altro i più ricchi di tradizioni, ed hanno dato vita ad una vera e propria cultura del caffè. Altre fonti legano, invece, l'apertura del primo caffè viennese al 1685 e all'armeno Johannes Diodato.
L'ondata del caffè raggiunse la Germania in epoca più tarda ma non per questo con minor successo. Comparso a corte per la prima volta nel 1675, a metà del XVIII secolo il caffè stava soppiantando la tradizionale colazione a base di farinata e birra calda e aveva trasformato i rituali delle visite di cortesia. Si invitava al caffè del mattino e per il pomeriggio era nato il cosiddetto Kaffeekränzchen, nominato per la prima volta a Amburgo e Lipsia poco dopo l'inizio del Settecento.In quest'occasione chi riceveva portava una coroncina sul capo, che veniva poi passata a chi avrebbe fatto l'invito successivo.
In quest'epoca per gustare il caffè si spendevano all'anno 700.000 talleri prussiani, cifra che per Federico il Grande (1712-1786) era troppo elevata. La Germania non aveva proprie colonie in cui fosse possibile coltivare questa pianta, e l'importazione era costosissima. Gran parte di queste somme dalle colonie ritornavano nelle casse della Francia e dell'Inghilterra, ovvero dei nemici. Federico proibì la tostatura del caffè, eccezion fatta per poche torrefazioni pubbliche e riportò il caffè a bene di lusso, affermando che "il caffè non è tedesco, ritorniamo alla birra".
1769 venne aperta la prima fabbrica di caffè di cicoria sul suolo tedesco, a Braunschweig. Con orzo, ghiande, malto oppure rape si produceva il surrogato di caffè. Il principale ingrediente era la radice di cicoria. Si otteneva un prodotto che fino al XIX secolo costituì la bevanda della povera gente.
Per reazione, i tedeschi diventarono in poco tempo i maggiori consumatori di caffè e non deve quindi stupire se nel 1820 un professore di chimica di nome Ferdinand Runge scoprì la caffeina analizzando un sacchetto di chicchi di caffè, donatogli dal suo amico Johann Wolfgang Goethe.
Il caffè era finalmente divenuto una bevanda popolare. I benestanti lo gustavano al mattino ed al pomeriggio. I più poveri lo utilizzavano come cibo universale. Per tutto il giorno rimaneva sulla stufa una zuppa di caffè in cui erano intinti pezzi di pane. Lo si assumeva più che altro come cibo che teneva svegli e spegneva i morsi della fame
Venezia e Vienna, dunque, sono i due poli da cui si diffondono in Europa la conoscenza del caffè e il rito della sua degustazione.
Per raccontare la storia del caffè tra Vienna e Venezia il luogo ideale è la città di Bolzano, punto di incontro e di convivenza tra le due civiltà .
"Arte al caffè. Oro bianco, argenti e esotiche bevande" è una mostra in cui rituale e storia, gusto e piacere, caffè ed arte si fondono. Visitarla sarà un'esperienza indimenticabile.
Inaugurazione lunedì 29 aprile alle ore 18.00.
Bolzano, Palazzo Mercantile - Portici 39