Giuseppe di Muro
Silvana de Palma
Paolo de Santoli
Enzo Sforza
Luciana Cataldo
Angela Rapio
Un incrocio di linguaggi ed esperienze che si oggettualizzano in ambivalenze ludiche e in accattivanti citazioni storiche. Il bestiario di Giuseppe Di Muro e' frutto della potenzialita' duttile dell'argilla; per Silvana De Palma sono importanti i disegni, il ritmo calligrafico delle miniature medievali; Paolo De Santoli si ispira ai conci di pietra scolpiti nelle cattedrali romaniche; mentre Enzo Sforza, riporta nei suoi disegni sfingi, sirene, chimere e altre figure.
ZOOMORFISMI
... si popola
di animali
fantastici, mitici
e “compositi”, di
figure mostruose,
contorte ed
intrecciate a cui si
legano profondi e
molteplici significati
e funzioni.
Un programma
iconografico
che accoglie
singolari figurazioni
zoomorfiche e che
vede alternarsi
animali salvifici
o collegati con il
divino, il sacro,
la luce, il sacrificio.
Fiere simbolo
del male.
Animali che,
per particolari
caratteristiche e
natura, si offrono
come tramite
simbolico tra
mondo terreno e
mondo divino.
Animali
personificazione
del peccato o della
lotta eterna tra
bene e male ...
Porzia Volpe
ZOOMORFISMI
Il mondo del bestiario medievale che anima l’iconografia pervenutaci rappresenta uno straordinario spazio di comunicazione: le immagini che vi compaiono sono frutto di un intreccio di situazioni, eventi, contatti fra aree lontane.
Ad esempio i bestiari sassanidi, tratti dai disegni delle stoffe portate dalla Persia con le carovane dei mercanti armeni, nei quali si distinguono gli animali con due corpi ed una sola testa: leoni, aquile, grifi o pavoni affrontati o intrecciati. Ricorrenti sono anche altri modelli “pagani” come le sirene con la doppia coda ed il basilisco, animale fantastico che è giunto da noi dal vicino Oriente attraverso la Grecia. Dall’arte sumerica provengono invece i segni dello Zodiaco, mentre i draghi appartengono all’iconografia cinese. Egiziano è invece il tema della pesatura delle anime che attraverso i monaci coopti arriva fino in Irlanda.
Questo breve exucursus attraverso le immagini ed i simboli del bestiario medievale, lascia percepire una straordinaria mobilità di un mondo “invisibile” di artisti, di scriba, di artigiani e scalpellini che si muovono attraverso l’Europa, di pellegrinaggi e di monaci che arrivano fino alle lontane terre orientali. Di questi fermenti l’Italia meridionale fornisce una testimonianza unica, per l’intreccio di vicende storiche e per la posizione geografica della regione, protesa soprattutto verso l’Oriente. Difatti il mondo degli animali raffigurati costituisce uno dei più interessanti e più vari repertori del patrimonio del Romanico e di tutta l’iconografia medievale occidentale.
Diverse figure, nel lungo cammino dal luogo di origine, hanno subito una metamorfosi, generando quelle che nel linguaggio dell’arte contemporanea chiamiamo “contaminazioni” di immagini, di simboli e di significati, moltiplicando la suggestione iconografica del messaggio.
Animali della fantasia dunque, ma anche specchi del rapporto con il mondo, dell’immaginazione “angosciata” di un’umanità che si rapporta ad un universo vasto ed incognito.
Anche nell’immaginario del presente, lo “zoomorfismo” rappresenta un incrocio di linguaggi ed esperienze che si oggettualizzano in ambivalenze ludiche o in accattivanti “citazioni” della memoria storica.
Interpretazioni di questo dialogo fra passato e presente, di animali del bestiario contemporaneo mostrano la tendenza alla commistione al plurilinguismo culturale e linguistico.
Il fantastico bestiario di Giuseppe Di Muro è frutto dell’uso e della potenzialità duttile dell’argilla. Le sue terrecotte si rivestono nella seconda cottura di una pelle dai cromatismi profondi e accattivanti, unici, che spingono lo spettatore ad una profonda educazione alla visione.
Per Silvana De Palma sono importanti i disegni. Quelli che segnano il ritmo calligrafico delle miniature medievali. Nel complesso si instaura quasi l’idea di un contemporaneo vocabolario iconografico dove la fantasia regna sovrana.
Paolo De Santoli si ispira ai conci di pietra scolpiti dai vecchi scalpellini nelle cattedrali romaniche. Ne ricava a loro interno una grafica sui “generis”, dove la luce scolpisce la loro immagine in un’idea di figura fondo. Una trasparenza simile all’alabastro e tipico dei grandi rosoni.
Mentre Enzo Sforza, riporta l’immaginario in uno spazio sospeso in cui galleggiano sfingi-sirene-chimere e altre figure dell’immaginario collettivo, disegnate con segno abilissimo su un supporto modulare, dove un colore slavato conferisce un senso di antico nel nostro mondo contemporaneo.
Questa mostra è stata voluta da “Marocchino” proprio a Bitonto, dove il bestiario della cattedrale è vivo e mostra tutta la sua indelebile bellezza. Un segnale forte, dunque, della rivisitazione della memoria storica in senso assolutamente moderno.
Luciana Cataldo
Vernice sabato 27 giugno ore 20
Associazione Culturale Marocchino ArteContemporanea
piazza Cavour, 28 Bitonto (BA)
orario 19,00 - 21,00
chiuso i festivi