Karin Andersen ci propone un soggetto ricorrente, l’estraneo che è tra noi. Lo rappresenta nelle forme più diverse ma sempre partendo dalla propria immagine, rielaborata con mutazioni genetiche, innesti o clonazioni tra esseri di diversa natura.
Karin Andersen (Burghausen, Germania 1966. Vive e lavora a Bologna)
interviene con la sua pittura direttamente sulle fotografie oppure procede
attraverso una tecnica di montaggio fotografico su tela.
Karin Andersen ci propone un soggetto ricorrente, l’estraneo che è tra noi.
Lo rappresenta nelle forme più diverse ma sempre partendo dalla propria
immagine, rielaborata con mutazioni genetiche, innesti o clonazioni tra
esseri di diversa natura per portarla ad assumere l’aspetto ora di un
coniglio, ora di una bianchissima e sensuale pecorella, ora di una piccola
ape laboriosa, o ancora di un esausto felino addormentato in un letto
disfatto.
Il corpo della stessa Andersen risulta così, in origine, neutro e
incontaminato esattamente come l’oggetto banale e privo di qualsiasi valore
formale scelto da Marcel Duchamp, ma la manipolazione pittorica effettuata
sulla fotografia e a volte ulteriormente accentuata dall’uso del computer,
ritemprano il corpo~oggetto trasformandolo in qualcosa d’altro.
La Andersen colloca queste rivisitazioni concettuali del proprio corpo in
una quotidianità neo-pop al limite del cyber fumettistico dai colori acidi
e artificiosi: una sorta di Barbie’s world dalla dimensione irreale e
plasticosa.
sede:
Spaziotempo Entrance
via dei Benci 41 Rosso
50122 Firenze
inaugurazione:
VENERDÌ 12 MAGGIO 2000 ORE 18,00
info:
055 218 678
055 287 590 (fax)