I edizione. Una mostra a cielo aperto, sezione centrale di un articolato progetto culturale che prevede incontri, workshop e spettacoli di danza attorno al rapporto tra arte e paesaggio urbano. Esposte le opere site specific di 4 artisti che interpretano il concetto di movimento, passaggio, flusso: Daniel Buren con "Da una riva all'altra, la sciarpa d'Iris" presso il Ponte Musmeci; Studio Azzurro con "Fanoi" presso la Scalinata del Popolo, Bianco-Valente con "Relational" presso il Palazzo ex Biblioteca Provinciale e Michele Iodice con "Il filo di Arianna" presso il Parco Baden Powell.
a cura di Brunella Buscicchio - incontri Internazionali d'Arte
ARTE IN TRANSITO è una mostra a cielo aperto, sezione centrale di un articolato progetto culturale a cui dà il nome (ARTE IN TRANSITO paesaggio urbano e arte contemporanea) e che prevede una serie di iniziative tra cui incontri, workshop e spettacoli di danza. Una ‘rassegna' che propone, con coraggio e ambizione, interventi ed eventi di qualità, attorno al rapporto tra arte e paesaggio urbano, secondo ogni forma artistica.
Per l'esordio della mostra ARTE IN TRANSITO, 4 esponenti del mondo dell'arte contemporanea sono stati invitati a dare un'interpretazione al concetto di movimento, passaggio, flusso (verso, nella e dalla città), all'interno di un contesto urbanistico inedito: la città di Potenza. Un luogo per il quale, data la topografia irregolare, il transito e la connessione sono un elemento costante della vita quotidiana.
Il 17 luglio 2009 quindi, a Potenza saranno inaugurati gli interventi site specific di Daniel Buren, Studio Azzurro, Bianco-Valente, Michele Iodice che daranno nuova voce e forma ai luoghi di sosta e di passaggio della città.
L'arte è in transito sulle scale -in piazza XVIII agosto, sulla Scala del Popolo la videoinstallazione di Studio Azzurro- si ferma in sosta sulla facciata di una vecchia biblioteca chiusa al pubblico al centro della città -l'ex Biblioteca Provinciale con il vitale intervento di Bianco-Valente-. Chiama a raccolta in un parco -nel labirinto di Michele Iodice al parco Baden Powell- richiama l'attenzione sul ponte viadotto, principale accesso alla città -il ponte Musmeci con il doppio arcobaleno di bandiere di Daniel Buren.
Potenza è una città, arroccata su un'altura, a più di 800 metri dal livello del mare. Salite, strade che si inerpicano per condurre ai quartieri più alti, ponti che collegano le alture e i maggiori snodi di traffico; soprattutto, Potenza è una città di scale. Una rete di scale mobili, costruita di recente, collega la parte alta, il centro cittadino, con i quartieri che digradano verso la valle del Basento. Una tradizionale emigrazione della popolazione ha caratterizzato queste terre ed oggi in parte continua, con i giovani che partono per studiare o cercare lavoro in altre città d'Italia. Movimento dunque: transito ininterrotto all'interno della città, flusso di uomini e donne dai paesini alla città, e dalla città verso il Nord Italia, l'Europa e il mondo. Percorsi urbani, viaggi reali e virtuali, che non precludono il legame con il luogo d'origine, che ne arricchiscono le caratteristiche culturali nel confronto tra il passato e il presente, il locale e il globale. Insomma la città, in senso più generale, è esplorata nelle sue infinite contraddizioni e potenzialità, quale emblema della contemporaneità.
ARTE IN TRANSITO. PAESAGGIO URBANO E ARTE CONTEMPORANEA è un progetto ideato e curato dall'Associazione Basilicata 1799, con la compartecipazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Basilicata e d'Incontri Internazionali d'Arte Roma per la cura della sezione Arte In Transito. Si pone come obiettivo la valorizzazione del territorio e la riqualificazione urbanistica, la formazione, la promozione del turismo e lo sviluppo dell'indotto. I cittadini, le scuole e le energie giovani di Potenza avranno un ruolo attivo in questo programma, attraverso diverse modalità di partecipazione. Uno specifico corso didattico sarà dedicato a formare giovani studenti come guide del percorso d'arte contemporanea.
La modalità stessa di realizzazione delle opere prevede l'utilizzo di artigiani e ditte locali, per forniture di materiali, assistenza tecnica, manodopera.
L'ospitalità prevista per gli artisti, gli assistenti, il pubblico invitato sarà interamente gestita dagli operatori turistici locali, con le conseguenti ricadute economiche positive per una città solitamente al di fuori dei flussi turistici.
L'inaugurazione della sezione ARTE IN TRANSITO il 17 luglio è l'evento centrale dell'omonimo progetto, iniziato in città il 18 maggio e che continua fino al 30 settembre 2009 con un ricco ciclo di eventi, suddiviso in sei sezioni, dedicato ai temi dell'arte pubblica e con personalità del mondo dell'arte e della cultura (sezioni della rassegna: arte in transito, learning cities, narrazioni urbane, danza e paesaggio urbano, l'occhio e lo sguardo).
Programma disponibile su http://www.arteintransito.it
GLI INTERVENTI
Il ponte
Il passaggio rapido e distratto delle macchine sul ponte non ne rivela allo sguardo la struttura. Sotto, in mezzo a sterpaglie e rifiuti, si delinea la forma elegante del ponte Musmeci, importante opera architettonica della fine degli anni ‘601. L'ingegnere Sergio Musmeci aveva esplorato le potenzialità plastiche del cemento armato, realizzando la forma attraverso l'esibizione della struttura stessa del ponte. Le sue forme morbide, curvilinee erano pensate per un percorso pedonale, ideale prosecuzione armonica della passeggiata lungo le rive del fiume Basento.
Nel 1976 Bruno Zevi scriveva in termini entusiastici sull'Espresso: "Approccio creativo, che estrae dalla struttura le sue capacità espressive, fornendo un'informazione completa, limpida e affascinante delle funzioni cui risponde. (…) Il ponte è aperto al traffico da alcuni mesi, ma vanno completati i lavori per assicurare l'agibilità della passeggiata coperta e trasformare l'area sottostante in un piccolo parco. Allora si constaterà che Musmeci ha detto una parola originale anche in sede di fruizione sociale (…)" (L'Espresso, a. XXII, n. 11, 1976). Il progetto iniziale non è mai stato portato a termine, e attualmente l'area intorno al ponte versa in uno stato di degrado.
L'invito, rivolto dagli Incontri Internazionali d'Arte a Daniel Buren, a realizzare un intervento in situ intende essere un segnale di attenzione nei confronti di un'opera importante per la città, troppo a lungo trascurata. È la stessa volontà di ripresa di un discorso interrotto, espressa nell'interessante pubblicazione "Sergio Musmeci. Il ponte e la città" edita da Gangemi nel 2003, a cura della DARC Architettura, in collaborazione con la Soprintendenza Regionale della Basilicata per i Beni Architettonici ed il Paesaggio. Restituire il ponte e il parco ai cittadini: l'allerta dell'arte per ricordare, restituire dignità e bellezza alla città, ma in senso anti-monumentale. Per un'arte che si fa architettura come segno rivolto alla fruizione viva del contesto urbano. L'iniziativa vede la collaborazione di MAXXI Architettura, che nella sua collezione conserva il progetto del ponte sul fiume Basento di Sergio Musmeci.
Un doppio arcobaleno, "D'une rive à l'autre, l'écharpe d'Iris / Da una riva all'altra, la sciarpa d'Iris", percorre i due lati della carreggiata del viadotto, nella parte superiore del ponte. Una lunga fila di bandiere colorate che svettano leggere come frecce nell'aria, sospese sul corpo imponente di cemento grigio del ponte, sono visibili da lontano da più punti di prospettiva, percepite come un'unica striscia di colore, e godibili all'occhio del guidatore in movimento sulla strada, nelle due direzioni di entrata e uscita dalla città, come un festoso saluto.
Il ponte sul fiume Basento, bene culturale di interesse architettonico, è stato costruito tra il 1967 e il 1969 su progetto dell'ingegnere Sergio Musmeci (1926-1981), tra i principali protagonisti della cultura architettonica italiana del XX secolo.
L'ex Biblioteca Provinciale
La sosta: la sospensione del traffico caotico del centro, per fermare l'attenzione su un luogo, dimentico dei rumori della città, dedicato allo studio e al silenzio. Una pausa rivolta alla riflessione. Il luogo in questione è l'edificio ex sede della Biblioteca Provinciale di Potenza. Il palazzo, con i suoi volumi, le finestre a nastro disposte su linee orizzontali e verticali sulle diverse facciate, le sottostanti finestre rettangolari, è un discreto esempio locale dell'architettura razionalista fascista che ha spesso caratterizzato molte città italiane di provincia. La biblioteca, svuotata della sua funzione d'uso, è oggi in stato di degrado. È una sorta di fantasma triste che si erge in una delle arterie più trafficate del centro cittadino, corso XVIII agosto. Bianco-Valente hanno soffermato la propria attenzione su questo edificio: il loro lavoro, un'installazione luminosa sulla facciata principale, è ancora una volta un segnale dolce, non invasivo che invita alla consapevolezza critica della necessità di un intervento di recupero. "Relational" di Bianco-Valente, in linea con la loro ultima ricerca, è una ragnatela neuronale-biologica-cosmica di linee rosse e blu che avvolge il vecchio corpo grigio e abbandonato dell'edificio.
La riflessione alla base del processo creativo che li ha condotti all'elaborazione del progetto era quella di leggere l'architettura in termini biologici, l'immagine del palazzo come quella di un organismo vivente che si accresce con le sue superfetazioni, con le crepe, le scritte sui muri, il vento che entra negli ambienti interni attraverso i vetri rotti delle finestre...
Le nuove presenze che l'arte vivifica nel proprio spazio e nel proprio tempo, indirettamente si pongono in termini di rammemorazione delle ore di studio e di lettura che si svolgevano negli interni della biblioteca fino a qualche decennio fa.
Le scale
Dopo la sosta, il percorso dell'arte prosegue, in risalita, attraverso le scale: in piazza XVIII agosto, sulla Scala del Popolo1 sarà situata la videoinstallazione di Studio Azzurro, "Fanoi".
Un'antica tradizione, i fuochi accesi durante le ore di festa per il santo patrono: "fuoco e fiamme", fumo denso e scuro invadevano le strade e le "cuntane", i vicoli di Potenza, e celebravano il sacro. L'intervento di Studio Azzurro si situa all'incrocio tra tradizione e modernità: tra un ricordo legato alla cultura contadina e pastorale proprie di questa terra e la tecnologia ultramoderna del medium utilizzato, una videoinstallazione interattiva. L'arte, attraverso la tecnica, dà forma a immagini lontane, perse nella memoria, immagini di un passato avviato all'oblio. La memoria storica è indagata e interrogata attraverso interviste a gente del luogo, alla ricerca di frammenti di una storia dimenticata, i "fanoi" di San Gerardo. Queste voci e queste storie confluiscono nell'opera, e sono ascoltate dagli spettatori e dai passanti, che sfiorando con la mano le figure del video, danno loro "vita". Un'opera "dantesca", visionaria e realistica al tempo stesso, segnata dal doppio registro della finzione, propria della creazione artistica e della natura virtuale del video, e della realtà, costituita dai volti e dai racconti delle persone, dalla storia e dalle tradizioni del luogo.
È la scalinata più importante della città. Situata in un nodo nevralgico del centro cittadino, collega la parte alta del centro (Piazza Prefettura, via Pretoria, via del Popolo) con la parte bassa di Piazza XVIII Agosto. Fu costruita a partire dal 1862 e completata durante gli anni '80 del XIX secolo, nell'ambito dell'edificazione dell'adiacente complesso di scuole pubbliche.
Il labirinto nel parco
In ascolto della natura e della storia si pone anche l'intervento di Michele Iodice. Il linguaggio, i temi e la poetica dell'artista napoletano si rivolgono solitamente all'indagine e alla rivisitazione della mitologia e dell'arte classica, le antiche tradizioni popolari e religiose, la reinterpretazione degli oggetti d'uso e di decorazione tipici dell'artigianato tradizionale. Pietra, rame, ferro, piombo e foglie, rami, fronde, arbusti, minerali e vegetali, sono i materiali che l'artista adopera. Da alcuni anni Michele Iodice ha iniziato una ricerca sul tema del labirinto, in tutte le sue possibili connotazioni: il legame con la cultura classica greco-romana, la mutevole percezione dello spazio, la dimensione del gioco connessa all'esperienza dell'opera.
Il suo intervento per Potenza si concentra sul rapporto tra uomo e natura, città e spazi verdi, a volte soffocati o abbandonati all'incuria e dunque sottratti alla vita quotidiana dei cittadini. Iodice ha progettato "Il filo di Arianna", un labirinto tra gli alberi del parco Baden Powell dal disegno geometrico, che diventa anche un gioco per i bambini. Essi possono percorrerlo, e di volta in volta scoprire di fronte a quale albero si trovano. L'artista ha svolto il lavoro di ricerca sulle varietà botaniche degli alberi e degli arbusti presenti nell'area segnata dal labirinto in collaborazione con Legambiente e un gruppo di ragazzi potentini partecipanti ad camposcuola estivo, che hanno realizzato le schede da appendere in corrispondenza di ogni albero.
L'opera vive dunque del suo rapporto con il pubblico, che non è semplicemente spettatore dell'opera, ma può interagire con essa e al contempo riscoprire un luogo del quotidiano, apparentemente banale, forse trascurato, attraverso "l'occhio magico" dell'artista che lo guida nel percorso.
Electa pubblicherà a settembre 2009 un libro che raccoglie il reportage fotografico della mostra
Immagine: Potenza (Salvatore Laurenzana)
Ufficio stampa
Ilaria Maggi tel 02 21563433; fax 02 21563314; imaggi@mondadori.it
Inaugurazione venerdì 17 luglio ore 18.30:
D. BUREN / "D'une rive à l'autre, l'écharpe d'Iris" / "Da una riva all'altra, la sciarpa d'Iris" / Ponte Musmeci
STUDIO AZZURRO / "Fanoi"/ Scalinata del Popolo
BIANCO/VALENTE / "Relational" / Palazzo ex Biblioteca Provinciale
M. IODICE / "Il filo di Arianna" / Parco Baden Powell