Le favole a colori. La grafia di un autore e' sempre conseguenza di un processo di maturazione che, sulla base di una cultura 'materna', assume ed armonizza il patrimonio acquisito nel corso degli anni, per effetto di conoscenze piu' o meno dirette, di eventi storici generali e personali, di eventi piu' o meno occasionali.
Le favole a colori
La grafia di un autore è sempre conseguenza di un processo di maturazione che, sulla base di una cultura "materna", assume ed armonizza il patrimonio acquisito nel corso degli anni, per effetto di conoscenze più o meno dirette, di eventi storici generali e personali, di eventi più o meno occasionali. La sommatoria di tanti caratteri dà luogo ad una identità che risulta infine originale, pur leggendosi in trasparenza tutte le componenti che vi concorrono. Evidentemente, in un tempo in cui gli eventi hanno un ritmo universale e frenetico e stravolgono spesso non solo la vita dei Paesi e dei popoli ma anche le esistenze individuali; in una società dove la comunicazione è diventata globale in tempo reale; in sostanza, in una condizione generale che consente conoscenze infinite e mai definitive, la personalità di un autore, specialmente nel campo delle arti visive, è frutto di un accumulo spesso inestricabile di elementi che arrivano da tutte le parti ed in ogni momento.
Un artista - come nel caso di Lierka Kovac - che si sia formato in un clima culturale particolare come quello della regione balcanica in un tempo in cui i rapporti con l'Occidente erano poco frequenti, non meraviglia se la base più solida della grafia risulta quella di una cura e di un'attenzione al disegno che dominano largamente su qualsiasi altra tensione creativa; ed il carattere minuzioso, quasi da miniatura, delle sue composizione risulta una cifra diffusa nel territorio, ma personalmente e particolarmente elaborato in una sensibilità personale lirica e fantastica.
Di fatti, un altro elemento - pur radicato nella cultura materna - risulta sicuramente e convintamente manifestazione di una individuale fisionomia interiore; ed è quello di una innata capacità di fabulizzare la realtà stravolgendo lo stimolo primario (una figura, un paesaggio, una visione naturalistica) assegnandogli una dimensione lirica che disloca la visione dal "genere" verso una interpretazione di gusto astratto che non perde mai di vista il reale o, almeno, una lettura favolistica del reale, al punto che, di fronte alle sue composizioni, è più facile sentirsi trasportati verso il mondo di Alice che verso quello del quotidiano violentato delle terre dove è nata e vive.
A dare man forte a questa particolare attitudine, concorre una sensibilità del colore estremamente delicata, che produce atmosfere rarefatte e pastellate nelle quali tutto è possibile. Nella particolare tecnica dell'acquerello, poi, inevitabilmente questi elementi diventano supporto insostituibile per costruire opere di efficacia altissima, non solo per la tensione, insita all'acquerello, a rendere favoleggianti gli ambienti rappresentati, ma anche e soprattutto per la maturità piena con cui la tecnica viene affrontata e risolta, ponendo lo strumento al servizio di una fantasia spigliata e moderna.
A riflettere con intenzioni "storicistiche" il lavoro della Kovac si presterebbe facilmente a trovare ascendenti, padri e maestri più o meno voluti, più o meno dichiarati; e forse non mancherebbero elementi di riferimento alla storia del nostro tempo e a come essa è stata vissuta dall'autrice e dalla sua generazione; ma la sensazione ultima è quella della totale autonomia creativa di una grafia matura che molto ha assunto dalla storia - sua personale, della sua terra, della civiltà e dell'arte - ma che in definitiva tutti i "materiali" assimilati ha riorganizzato in una lirica visione nuova e personale che ne fanno una delicatissima "narratrice di favole a colori".
Enzo di Grazia
Ljerka KOVAC
Nata nel 1953 a epce nel 1976 si laurea all'accademia delle belle arti di Sarajevo presso il professor Denad Hozo. Per undici anni insegna arti grafiche nella scuo-la media d'arte a Sarajevo. Inoltre è attiva come disegnatrice e pittrice. Ha trascorso periodi di aggiornamento artistico in Messico, Belgio, Stati Uniti, Francia ed Ungheria. Vive e lavora a Capodistria.
A partire dal 1976 ha preso parte a più di cento mostre collettive a Sarajevo, Belgrado, Zagabria, Pritina, Skopje, Tuzla, Mostar, Lubiana, Isola, Pirano, Portorose e all'estero: Polonia, Giappone, Italia, Germania, Russia, Austria, Stati Uniti, Belgio, Spagna, Fran-cia, Messico, Corea.
Inaugurazione sabato 4 maggio, alle ore 18,30
Orario di apertura: dal martedì al sabato h 16-19.30
La Roggia
associazione culturale
v.le Trieste, 19 P.B. 167 - 33170 Pordenone tel. e fax 0434 552174