Il gioco del limite. Nella rassegna Rodeo, ogni mese, in collaborazione con artisti, curatori e autori esterni, viene prodotto un evento che deve rispondere ad una serie di regole e limitazioni.
''Il Gioco del Limite è il settimo appuntamento della rassegna Rodeo.
Blauer Hase ha commissionato ad Arianna Testino la curatela e
l'organizzazione di una mostra
all'interno dell'atelier 7 di Palazzo Carminati.
La regole di Rodeo#7 prevedono che:
-il curatore incaricato dovraà presentare una mostra incentrata su un
unico colore, le cui opere dovranno presentare una superficie visibile
con una netta predominanza di tale colore;
-il colore dovrà essere scelto fra i seguenti, di cui verrà alleato un
campione indicativo:
-arancione
-verde
-rosso
-viola
-la mostra dovrà includere almeno quattro opere di quattro artisti differenti;
-la mostra dovrà includere almeno un'immagine (fotografia, dipinto,
disegno ecc..), un video e un'installazione spaziale (o scultura).
IL GIOCO DEL LIMITE
Mi è stato chiesto di confrontarmi con un limite.
Il limite si chiama colore e si declina in una serie di regole
altrettanto nette che dettano i requisiti per la realizzazione della
mostra. La mia responsabilità, come curatore, è stata limitata,
inducendomi a riappropriarmene. È stato innescato un gioco che mette
in discussione l’autonomia creativa e decisionale della figura
curatoriale e soprattutto dell’artista.
Ho deciso di partecipare al gioco, trasformandolo in un immaginario
“telefono senza fili”, in cui ad essere sussurrate nell’orecchio del
giocatore successivo sono le regole del gioco stesso, alle quali ne
viene aggiunta, di volta in volta, una. I soggetti che danno vita al
gioco sono quindi il gruppo committente che ha imposto il primo
limite, il curatore, i quattro artisti protagonisti della mostra e lo
spettatore. Ho invitato gli artisti a prendere parte al gioco,
chiedendo loro di reagire al limite iniziale della regola cromatica,
per mezzo della tecnica alla base della propria ricerca, e di fornirne
un’interpretazione totalmente libera. La regola aggiunta dal curatore
è consistita nel costringere gli artisti a coinvolgere lo spettatore
nel
gioco, imponendo alla fruizione dell’opera alcuni vincoli ulteriori
che, in qualche modo, spingessero il pubblico a rispondere a tale
limitazione.
Così facendo, l’artista ottempera alla regola stabilita
dal curatore aggiungendovi la propria, declinando il limite fruitivo
attraverso espedienti scelti autonomamente e riacquistando una parte,
seppur minima, della libertà creativa condizionata dai presupposti
iniziali del gioco. Tale operazione conduce a quattro opere
profondamente diverse, ma ugualmente percorse da un costante senso di
limite che trova, in ciascuna di esse, una declinazione specifica e
immediata.
costante senso di limite che trova, in ciascuna di esse, una
declinazione specifica e mediata.
L’installazione di Francesco Liggieri, Amen, riecheggia con forza la
frustrazione, l’incertezza e la sensazione di pericolo vissute
dall’artista obbligato a rispettare un vincolo creativo non aggirabile
e costringe lo spettatore a condividere tale esperienza, limitandone i
movimenti in un ambiente “pericoloso” per antonomasia, nel quale il
limite assume un carattere diffuso e pervasivo.
Mirko Morello, al contrario, assegna al limite una connotazione
puntuale e localizzata, riflettendo sul concetto di limes e
traducendolo in una scultura, Gate, che gioca con le idee di soglia e
di superamento, attirando lo spettatore in una dinamica di attrazione
e di impossibilità fisica che non conosce una soluzione definitiva.
L’opera di Marta Santomauro insiste in modo ossessivo su un duplice
livello di limite, tecnico ed emotivo. Voodoo Winding applica il
concetto tradizionale di video ad un ambiente volutamente confinato e
sigillato da uno schermo trasparente, oltre il quale prendono forma
una serie di immagini che si muovono all’interno di un contenitore non
solo tangibile, ma anche mentale. Il senso di squilibrio e disordine
apparentemente controllati e bloccati al di là dello schermo
denunciano in realtà una feroce presa di coscienza del limite di sé e
dell’incapacità di liberarsene.
Il trittico fotografico di Sara Spoladore, intitolato Red Saturated
Ass, rivela infine uno studio attento,quasi chirurgico, sul valore del
vincolo cromatico e della sua compenetrazione con una limitazione
spaziale, portando alle massime conseguenze il senso di saturazione e
di claustrofobia che colore e ambiente contengono.
Di fronte a tutto questo, il pubblico, protagonista finale del gioco
del limite e destinatario del “peso” delle regole accumulate, deve
farsi carico della ricomposizione dei “fili” del discorso, in una
logica di partecipazione serrata e, ancora una volta, condizionata, ma
anche incrementata, dalla presenza dei limiti stessi. La vera
conclusione del gioco implica che, a sua volta, il pubblico possa
imporre un limite ai committenti, scrivendo le proprie regole.
E il cerchio si chiude esattamente dove si era aperto.
RODEO
Per il periodo di permanenza negli atelier della Fondazione Bevilacqua
La Masa, Blauer Hase presenta la rassegna Rodeo.
Ispirandosi al film Le cinque variazioni di Lars von Trier e Jørgen
Leth, Rodeo vuole essere un'indagine sulla natura dell'evento
spositivo, condotta portando all'estremo alcune sue variabili.
Ogni mese, in collaborazione con artisti, curatori e autori esterni,
verrà prodotto un evento che dovrà rispondere ad una serie di regole e
limitazioni.
Rodeo è un esperimento e non un esercizio. Dati alcuni componenti e
alcune restrizioni, la
struttura è aperta e non prevede risultati univoci. Il sistema è
dinamico con meccanismi di retroazione, che cioè tengano conto dei
risultati per modificare le caratteristiche del sistema stesso.''
Inaugurazione 22 luglio ore 18.30
Palazzo Carminati - Fondazione Bevilacqua la Masa
Santa Croce 1882/A (Atelier 7) - Venezia
Orario: 17:00 - 20:00
Ingresso libero