1809-2009. Una festa per Brera organizzata nell'ambito del Bicentenario della Pinacoteca con un programma denso di attivita' interamente gratuite, che si terranno presso la Pinacoteca, l'Orto Botanico e il Museo Astronomico di Brera. Tra queste: visite guidate, proiezioni e concerti.
Il 15 agosto 1809, compleanno di Napoleone, la Pinacoteca di Brera fu aperta per la prima volta al pub-
blico. Come le Gallerie di Venezia e Bologna, anche la Pinacoteca aveva finalità didattiche e fu istituita
a fianco dell’Accademia di Belle Arti, fondata da Maria Teresa d’Austria nel 1776.
Le sue collezioni nascono da un nucleo di dipinti, disegni, sculture e stucchi raccolti dal primo segreta-
rio dell’Accademia, Carlo Bianconi, ai quali furono uniti, in età teresiana prima e napoleonica poi, i
dipinti requisiti a seguito delle soppressioni di chiese e conventi. Ma fu soprattutto in età napoleonica
che, grazie all’iniziativa di Giuseppe Bossi, segretario dell’Accademia dal 1801, le collezioni che saran-
no della Pinacoteca si arricchirono con l’acquisizione di opere come lo Sposalizio della Vergine di
Raffaello, la Madonna col Bambino di Giovanni Bellini, la Crocifissione di Bramantino. Quando Milano
divenne capitale del Regno d’Italia (1805) confluirono nella Pinacoteca i più importanti dipinti requisi-
ti dalle chiese delle regioni conquistate dagli eserciti napoleonici (Veneto, Emilia Romagna e Marche).
Per rimediare all’assenza di opere leonardesche e raffaellesche, furono forzosamente prelevati dipinti e
disegni dalla quadreria arcivescovile di Milano e, grazie a un accordo con il museo del Louvre, arriva-
rono a Brera (1813) cinque dipinti di Rubens, Joardens, Van Dyck e Rembrandt. Negli stessi anni giun-
sero da chiese milanesi e lombarde affreschi staccati di Luini, Gaudenzio Ferrari, Foppa, Bergognone e
Bramantino, dando così origine a una delle maggiori raccolte di dipinti murali.
Dopo la Restaurazione (1815), la crescita delle collezioni continuò a ritmo ridotto ma costante grazie a
lasciti, doni, cambi e acquisti (fra questi il Cristo morto di Mantegna, acquistato presso gli eredi di
Giuseppe Bossi nel 1824). Nel 1882 la Pinacoteca fu resa autonoma e separata dall’Accademia. Lasciti
e acquisti proseguirono fino alla seconda guerra mondiale, portando in Pinacoteca opere di Correggio,
Pietro Longhi, Piazzetta, Tiepolo, Canaletto e Fattori alle quali si aggiunsero la Cena in Emmaus di
Caravaggio e il Pergolato di Silvestro Lega, acquistati grazie all’Associazione Amici di Brera e dei Musei
milanesi. A causa dei bombardamenti che colpirono Milano nel 1943 il palazzo di Brera fu molto dan-
neggiato ma fu rapidamente ricostruito e nel 1950 la Pinacoteca riaprì con un nuovo allestimento di
Pietro Portaluppi. Negli anni settanta arricchì le collezioni la straordinaria donazione di Emilio e Maria
Jesi, che comprende opere dei maggiori artisti del primo Novecento, fra cui Boccioni, Braque, Carrà, De
Pisis, Marino Marini, Modigliani e Morandi mentre una parte della collezione di Lamberto e America
Vitali fu affidata al museo nel 2001. Queste donazioni costituiscono gli episodi più significativi del lento
ma costante incremento di opere nel museo.
Acquisizioni recenti
Recentemente, grazie a fondi di Stato, la Direzione della Pinacoteca ha arricchito ulteriormente la sezio-
ne dedicata al Novecento con l’acquisto di Corsa di quadrighe di Giorgio De Chirico, Le gîte des pro-
messes di Alberto Savinio, Le coup de foudre e Le demon du jeu di Gino Severini, realizzati per la casa
del gallerista Léonce Rosemberg, il Nu debout in gesso di Giacometti e la raffinatissima Ofelia (1922) di
Arturo Martini. Non sono mancati neppure acquisti di opere antiche come per esempio la Nascita della
Vergine di Gaudenzio Ferrari, realizzata per la cappella della Concezione nella chiesa di Santa Maria
della Pace a Milano, i cui affreschi, staccati, si trovano già in Pinacoteca.
Nel corso del 2008 dalla Direzione Regionale sono state acquistate per la Pinacoteca due tavole di
Spinello Aretino, San Lorenzo e San Giovanni Battista, della fine del XIV secolo, che si sono aggiunte
alla collezione dei primitivi italiani post-giotteschi, e centocinquantadue autoritratti di grandi maestri
del Novecento, di piccole dimensioni, provenienti dalla collezione Zavattini. In occasione del bicentena-
rio, la Pinacoteca è oggetto di una serie di interventi di restyling volti a migliorare l’accoglienza del pub-
blico, la fruizione delle opere e, più in generale, per renderla più piacevole per il visitatore.
L’Orto Botanico
Sebbene nel Palazzo di Brera sia stato sempre presente uno spazio dedicato, a seconda delle esigenze e
dei periodi, al giardinaggio, all’orticoltura, alla coltivazione di piante medicinali, al raccoglimento e alla
contemplazione, la creazione di un vero e proprio “Orto Botanico” avvenne nel 1774 per opera degli
Asburgo. Si privilegiò l’aspetto didattico e formativo rispetto a quello ostensivo di specie rare o esotiche
atte a renderlo piacevole e attraente per chi voleva visitarlo per proprio diletto.
In ragione delle sue finalità rivolte alla “promozione dell’agricoltura, delle arti, e dei comodi della vita”
non erano previste piante esotiche. Il responsabile dell’Orto doveva insegnare la Botanica agli allievi
del Ginnasio di Brera. L’Orto doveva inoltre fornire piante officinali per la “Spezieria” di Brera. Il pro-
getto fu affidato a padre Fulgenzio Vitman che aveva già progettato un ampio Orto Botanico universi-
tario a Pavia. Il giardino era diviso in tre grandi aree: una destinata ad aiuole per ogni tipo di piante
secondo la classificazione di Linneo, la seconda destinata ad arboreto e la terza destinata alle serre. Il
progetto di queste ultime fu certamente discusso con Piermarini ma eseguito da Vitman. Con l’arrivo dei
francesi fu fatto il tentativo di cambiare parzialmente la destinazione dell’Orto. Mentre nel periodo
austriaco le finalità erano essenzialmente didattiche, in quello francese erano state avanzate altre esi-
genze, come quelle di farlo diventare un luogo di ritrovo per la cittadinanza e di dotarlo di piante eso-
tiche ornamentali delle quali era iniziata l’introduzione. Alla caduta di Napoleone nel 1814, e col ritor-
no degli austriaci, non vi furono grandi cambiamenti per l’Orto Botanico. Sino ad arrivare al 1935
quando l’Orto fu aggregato all’Istituto Superiore di Agricoltura che, alle dipendenze del Ministero
dell’Agricoltura e Foreste dalla sua origine, era passato al Ministero della Pubblica Istruzione e diventa-
to poi Facoltà Universitaria, nell’ambito dell’Università degli Studi di Milano. La Cattedra di Botanica
diviene Istituto e Orto Botanico della Facoltà di Agraria. Passato al Dipartimento di Biologia, l’orto, dal
2005, fa parte del Museo Astronomico-Orto Botanico di Brera, un museo universitario afferente alla rete
dei musei lombardi. Una delle principali finalità dell’Orto Botanico di Brera è quella della conservazio-
ne e della salvaguardia di un giardino storico inserito in uno dei contesti culturali più significativi per
la città di Milano: il Palazzo di Brera, sede della Pinacoteca e della Soprintendenza per i Beni Storici,
Artistici ed Etnoantropologico di Milano.
Scopo del Museo è la salvaguardia del modello culturale che aveva ispirato l’istituzione del Palazzo di
Brera nella seconda metà del Settecento: un luogo di elaborazione e di sintesi di saperi diversi. Per que-
sta ragione l’Università degli Studi di Milano sin dagli inizi degli anni ottanta del Novecento si è fatta
promotrice di progetti e iniziative che salvaguardassero il patrimonio storico-scientifico e storico-natu-
ralistico di Palazzo di Brera.
La salvaguardia non è stata finalizzata solo alla conservazione del bene storico ma anche alla diffusio-
ne di cultura scientifica. Per questo sia il Museo Astronomico sia l’Orto Botanico di Brera accolgono
quotidianamente in visita scolaresche e gruppi di adulti coinvolti nel percorso più che decennale di
“Storia e Scienza a Brera”. All’interno dell’Orto Botanico, da qualche anno, opera quotidianamente una
sezione didattica curata dal Comune di Milano che accoglie gli studenti delle scuole dell’obbligo.
(tratto da P. Tucci, Il Museo Astronomico e l’Orto Botanico di Brera in Milano, in “Annali di storia delle università italiane”, 2007, II, pp.
251-259)
Tutte le manifestazioni del bicentenario della Pinacoteca di Brera sono state realizzate
dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Lombardia
Occidentale, con la collaborazione della Direzione Regionale per i Beni Culturali e
Paesaggistici della Lombardia e con il determinante contributo di Civita e di Electa per il
sostegno finanziario, il supporto all’organizzazione, le attività editoriali e di
comunicazione.
Info: Marina Gargiulo
Ufficio Comunicazione - Soprintendenza BSAE Milano
via Brera, 28 20121 - Milano
tel. 02/72263268
mgargiulo@arti.beniculturali.it
http://www.brera.beniculturali.it
Antonio.Molisso@beniculturali.it
15 Agosto 2009
La Pinacoteca di Brera resterà aperta con orario continuato e ingresso gratuito per tutto il giorno dalle 8.30 alle 23.00
Pinacoteca di Brera
via Brera 28, Milano
orari
Pinacoteca di Brera: 8.30-23.00
Orto Botanico: 9.00-18.30
Museo Astronomico: 9.00-18.30
ingresso gratuito