Biblioteca Planettiana
Jesi (AN)
Piazza Colocci, 1
0731 538345
WEB
Silvia Fiorentino
dal 11/9/2009 al 25/9/2009
lunedi 15-19.30, martedi e mercoledi 9-13 e 15-19.30, giovedi e venerdi 9-18, sabato 8.30-13
071 2075880
WEB
Segnalato da

Luca Celidoni



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Silvia Fiorentino



 
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11/9/2009

Silvia Fiorentino

Biblioteca Planettiana, Jesi (AN)

'Architettura sentimentale' e' il titolo di una serie di lavori dell'artista. E' possibile rivedere in mostra uno di questi progetti installativi, risultato di ascolto umano, sociale e poetico del luogo.


comunicato stampa

ANCONA, 23 lug. 09 – Il programma de L’acqua, la memoria, percorso realizzato dalla Provincia di Ancona con l’Amat, segue lo svolgersi del fiume Esino fra Adriatico e Apennino per raccontarne la storia - antica e recente, alta e popolare- i luoghi e le identità che lo abitano. Spettacoli e recital, concerti, incontri letterari e reading, nel fitto cartellone di appuntamenti fra luglio e settembre, sono inframezzati da lezioni, mostre d’arte e installazioni. Com’è Architettura sentimentale, progetto di Silvia Fiorentino, riallestita quest’anno a Jesi con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune, nel Cortile della Biblioteca Planettiana da sabato 12 a sabato 26 settembre.

«Ho chiamato Architettura sentimentale –dice Silvia Fiorentino, artista visiva milanese che da tempo vive nelle Marche- una serie di lavori che ho realizzato dal 2001. Sono lavori installativi, ma non solo che partono dal rapporto con il luogo e finiscono nella realizzazione di uno spazio ‘altro’ che è il risultato di ascolto umano, sociale, poetico del luogo stesso. Come una spugna assorbo e divoro tutto ciò che mi proviene dall’esterno –suoni, parole, immagini– mescolandole ad un flusso interiore dall’andamento sempre molto turbolento. Il mio è un lavoro estremamente corporeo, perché saccheggiando la realtà perdo brandelli della mia vita emotiva. Il mio non è mai un lavoro oggettivo, sociale, e neppure troppo minimalista, ma un’esperienza che ogni volta mi ingloba dentro il lavoro stesso, se pure in un modo che non è mai autobiografico. Ci sono almeno quattro elementi che mi sembra caratterizzino fortemente il mio processo artistico: ascolto, scrittura/narrazione, colore e architettura. Il mio lavoro muove da un punto di vista architettonico dello spazio, ma non sono interessata alla funzionalità dello spazio né all’architettura in quanto tale, bensì al suo rapporto tra dentro e fuori. Trovo che questa sia una maniera per verificare le domande di un’arte che non vive nel chiuso di uno spazio ma che con esso dialoghi trovi corrispondenze. Non cerco risposte nell’arte, non accetto le sue interminabili fughe. Sento più congeniali quei lavori installativi che restituiscono la memoria di dolori, odori, colori, voci. rumori, vissuti, spazi e l’attimo del consapevole presente. Poi si rifà, ci si allontana o anche ci si distrugge per avere occhi nuovi e ricominciare da capo».

Così l’artista racconta questo nuovo momento di Architettura sentimentale realizzato per l’Esino –come dice lei, con “legno, plexiglas, testo, audio, disegni, racconti, grafia”: «Ho percorso il corso del fiume dalla sorgente alla foce più e più volte. Parte da una natura incontaminata e molto romantica con a pochi passi un convento meraviglioso che mi ha ricordato un favola antica con mostri e pace. Poi il fiume cambia, sembra scomparire e non c’è accesso visivo diretto. Il risultato del suo paesaggio è nella vita dei paesi, nei campi, s’intravede nei canali d’irrigazione poi passa nelle terre del vino che producono un paesaggio contraddittorio con da un lato le terre coltivate e dall’altro quelle castigate da agglomerati industriali aggressivi. Il percorso del fiume poi prosegue e respira di nuovo, a tratti, nell’oasi, nel percorso ciclabile di Moie, nel parco del Cormorano fino all’Api […]. Ho pensato di lavorare sul luogo in senso ampio: luogo come memoria, sentimento, appartenenza sociale e di fare un progetto che coinvolgesse il paesaggio in senso umano, estetico. L’idea è quella di individuare una zona e raccogliere tramite interviste con la stessa domanda il vissuto affettivo e mnemonico rispetto al fiume, fotografare, assorbire il complesso di un paesaggio. Attraverso queste risposte vorrei creare - o farmi creare - un testo poetico e una visione del luogo in relazione con chi vive lì, con chi ricorda lì e con la testimonianza dello stesso paesaggio. Con questo materiale voglio intervenire sul paesaggio tramite un’istallazione all’aperto, che trasformi il paesaggio stesso, la sua memoria e storia, in un sentimento spaziale».

Inaugurazione con aperitivo sabato 12 settembre alle ore 19,00. L’installazione sarà visibile tutti i giorni negli orari di apertura della Biblioteca Planettiana.

L’acqua, la memoria è realizzato dalla Provincia di Ancona nel progetto Cohabitat in collaborazione con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali e con il sostegno di Regione Marche, PoGAS Marche, Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro della Gioventù e Osservatorio dell’Acqua della Provincia di Ancona e la collaborazione dei Comuni di Camerata Picena, Castelbellino, Chiaravalle, Falconara, Genga, Jesi, Maiolati Spontini, Monsano, Montecarotto, Serra San Quirico e Staffolo; del CIS Consorzio Intercomunale Servizi, Comunità Montana dell’Esino-Frasassi e Consorzio Frasassi. ---

Inaugurazione sabato 12 settembre alle ore 19

Biblioteca Planettiana
Piazza Colocci, 1 - Jesi (AN)
Orario: lunedi 15-19.30, martedi e mercoledi 9-13 e 15-19.30, giovedi e venerdi 9-18, sabato 8.30-13
Ingresso libero

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