Museo Civico
Teramo
viale Giovanni Bovio, 4
800 138508

Tra figura e segno
dal 31/8/2009 al 26/9/2009
tutti i giorni 10-13; 16-24

Segnalato da

Archivio Besozzi




 
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31/8/2009

Tra figura e segno

Museo Civico, Teramo

Da De Chirico a Fontana. Una mostra di 20 opere di artisti italiani in occasione della riapertura della Pinacoteca. Una serie di immagini che rappresentano la molteplicita' delle trasformazioni che si sono venute a realizzare nel corso del XX Secolo ed hanno determinato nuove forme ed espressioni di grande fascino.


comunicato stampa

Un affascinante percorso tra figurazione e astrazione, un viaggio nel Novecento Italiano, in occasione della riapertura della Pinacoteca Civica. Dalla Metafisica di De Chirico allo Spazialismo di Fontana, dal Novecento all'Informale, la mostra - costituita da un corpus di circa 20 opere di maestri quali De Chirico, De Pisis, Manzoni e Fontana, oltre a Campigli, Guidi, Marussig, Rosai, Sironi, Baj, Besozzi, Capogrossi, Crippa, Milani, Nigro, Pomodoro, Scanavino, Tancredi, Turcato ed altri importanti artisti per complessive ottanta opere - verrà a proporre una serie di immagini che rappresentano la molteplicità delle trasformazioni che si sono venute a realizzare nel corso del XX Secolo ed hanno determinato nuove forme ed espressioni di grande fascino.

Ad inaugurazione della nuova stagione culturale della Città di Teramo viene presentata, nei locali della Pinacoteca Civica in occasione della sua riapertura, per la durata di un mese, la mostra ''Tra Figura e Segno, da De Chirico a Fontana'', un affascinante percorso tra figurazione e astrazione, un viaggio nel Novecento Italiano. Essa è costituta da un' ottantina circa di opere di assoluta qualità, tra cui un nucleo significativo di tele appartenenti a importanti collezioni. Attraverso un percorso articolato e ricco di fascino si verrà a delineare una delle fondamentali problematiche che i molti movimenti che hanno animato il mondo dell'arte sin dagli inizi del secolo scorso - sebbene distanti per finalità di ricerca e modus operandi - hanno posto in luce: ovvero come nella rappresentazione artistica si sia realizzata, in quegli anni, una fondamentale dicotomia tra rappresentazione, sia pure la più varia, del mondo reale e rappresentazione dell'immagine pensata, tra figura e segno. Proprio questa dicotomia, intorno alla quale vertono le più significative esperienze artistiche del secolo appena concluso, è al centro della mostra. ''Dipingere l'aria, scrive De Chirico, è molto difficile, dipingere l'aria vuol dire dare una tale plasticità, un tal volume, una tale forza della forma alle cose che (.) gli oggetti appaiono come sospesi, immobili, ma vivi nell'aria che si sposta, che si muove, mentre le cose sembrano fermate, immobilizzate come per effetto di magia''.

Ed è questa sospensione magica, questo maestoso silenzio che De Chirico declina in modo supremo, questa presenza-assenza che, prendendo corpo tra Muse, Manichini, Statue ed Oracoli, arcani Dei imperscrutabili, s'insinua poi tra arcate e portici, tutto avvolgendo in una sublime ed inquietante atmosfera. Muse come statue di gesso, statue come ombre, manichini come statue, piazze come stanze con pavimenti di legno; il visionario mondo dechirichiano così si presenta in tutta la sua enigmaticità e potenza. Egli disarticola ogni immagine accostandola al suo contrario, al suo altro da sé. Dipinge oggetti reali, palazzi e statue, con limpido rigore dà forma e sostanza ad architetture imponenti, torri, portici, ciminiere, colonne e manichini irti di righelli e squadre, che delineano però, come le quinte di un teatro, spazi inaccessibili e impraticabili.

Dalla Metafisica di De Chirico all'Astrattismo, dalla pittura figurativa del Novecento Italiano allo Spazialismo di Fontana, per citarne solo alcuni, il '900 è stato indubbiamente il secolo della molteplicità dei linguaggi, quasi una babele inestricabile, in cui però si possono individuare alcuni elementi essenziali. Da un lato la destrutturazione dell'immagine, cioè quel processo che da Van Gogh a Picasso, da Giacometti a Bacon, distorce, frammenta, distrugge quasi l'immagine, o la svuota come De Chirico privandola di ogni significato, per giungere ad un grumo essenziale di materia, nucleo-cellula primordiale, che si dibatte in problematiche possibilità esistenziali. Dall'altro l'astrazione, ovvero non più la rappresentazione della realtà, o la ricerca del divino, come nella pittura antica, o i temi ''romantici'' e borghesi dell'800, ma è l'immagine pensata - o sognata come nei Surrealisti - che prende corpo e sostanza, talora in quasi labili tracce, come in Mondrian, per giungere poi a grovigli inestricabili, esplosioni di colori, come in Pollock, o alla pura spazialità di Fontana. Nel ''Manifesto Blanco'' del 1946 Fontana così scrive: ''(..)Si richiede un cambiamento nell'essenza e nella forma, si richiede il superamento della pittura, della scultura, della poesia e della musica''.

''Concepiamo la sintesi come una somma di elementi fisici: colore, suono, movimento, tempo, spazio, (.) sono le forme fondamentali dell'arte nuova, che contiene le quattro dimensioni dell'esistenza. Tempo e Spazio''. E ancora: ''(.) La mia arte è tutta portata a questa purezza, su questa filosofia del niente, che non è un niente di distruzione, ma un niente di creazione.(.)E il taglio,(.) il buco (.) non era la distruzione del quadro(.) ma proprio una dimensione al di là del quadro(.)'' (''Autoritratto'' di Carla Lonzi, De Donato Editore, Bari 1969). Per Fontana dunque il taglio, il buco, lo squarcio è il segno, è l'atto creativo nella sua totale purezza e la spazialità di Fontana quindi non è soltanto una struttura a tre dimensioni, ma è anche la proiezione di uno spazio interiore che è l'affermazione dell'essere nella sua dimensione infinita, quasi mistica, che solo gli ''infiniti spazi'' leopardiani possono evocare. La mostra verrà realizzata grazie al contributo e alla partecipazione dell'Assessorato Cultura ed Eventi della Città di Teramo, della Regione Abruzzo, con il sostegno della Banca di Teramo e del BIM, Bacino Imbrifero Montano. L'organizzazione della mostra è affidata ad Arte Contemporanea Maiocchi di Milano. Roberto Alberton ne ha curato il progetto e il catalogo. Arte Contemporanea Maiocchi

Inaugurazione 1 settembre 2009 ore 18.30

Museo Civico
Viale Giovanni Bovio, 4 - Teramo
Orario: tutti i giorni 10-13; 16-24
Ingresso: 5 euro intero, 3 ridotto (studenti, over 65) gratuito per bambini e ragazzi fino 14 anni

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