Luigi Franco Arte Contemporanea
Torino
via S.Agostino 23/q
011 5211336 FAX 011 5211066

Marianne Heier
dal 13/5/2002 al 20/7/2002
011 5211336 FAX 011 5211066

Segnalato da

LFAC


approfondimenti

Marianne Heier



 
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13/5/2002

Marianne Heier

Luigi Franco Arte Contemporanea, Torino

La ricerca di Marianne Heier e' dedicata ai temi della 'relazione', alla complessita' dei legami amorosi, amicali o parentali, guardati spesso attraverso il filtro del linguaggio comune e dello stereotipo. Nella mostra personale alla Luigi Franco, Marianne Heier presenta quattro nuovi lavori tutti incentrati sui temi dell'emotivita' e dei sentimenti.


comunicato stampa

Mostra personale

La ricerca di Marianne Heier è dedicata ai temi della "relazione", alla complessità dei legami amorosi, amicali o parentali, guardati spesso attraverso il filtro del linguaggio comune e dello stereotipo.
Fin dai primi lavori l'artista tende a sollevare, all'interno di questa area d'interesse, il senso duplice dei sentimenti, a evidenziare la dialettica costante tra legame e costrizione, intesa e vincolo.

Ciò appare evidente nei due maglioni di lana intitolati Symmetric (1997), una coppia creata dall'indissolubile intreccio delle maniche, o in Voodoo Hearts (1998), tre piccoli cuori di feltro rosso trapuntati di spilli.

La pratica del dono sta alla base di una serie di operazioni dirette a innescare relazioni con estranei o a suggellare rapporti intimi o prossimali.

L'artista distribuisce Cento rose rosse (1997) in strada ai passanti, chiedendo loro di accettarne il forte, quanto impegnativo, valore simbolico per invitarli poi a donare a loro volta il fiore.
La catena di passaggi di mano in mano, evidenzia il disegno di un percorso di scambi, generosità e prodigalità.

Prodighe e gratuite sono le istruzioni di Love Bomb (2002), consegnate in busta chiusa al pubblico di un'inaugurazione da due giovani ragazze con indosso un maglione di lana rosa con le ali: "Think a beautiful thought", "Say yes", "Find your favourite word. Use it", "Pay attention", "Have no fear"

Il tema dell'offerta sta ugualmente al centro di lavori come Romance (1997), per il quale l'artista allestisce uno scenario romantico intorno alla panchina di un parco, o di Tango! (1997 e 1998) una performance per la quale paga un professionista del celebre ballo argentino affinché faccia danzare, una ad una, le donne presenti in galleria.
Entrambe le operazioni dispensano emozioni in una cornice adatta quanto enfatizzata da elementi che fanno leva sulla passione: luci calde e musica intorno alla panchina, rose rosse e candele profuse nell'insolita sala da ballo.

Con Lovers and Fishermen (2000), Heier confeziona cinque maglioni rossi per gli uomini più importanti della sua vita (il padre, il marito, gli amici).
Lo fa adottando il codice simbolico dei maglioni delle isole Aran. I diversi motivi della maglia servono a costruire un testo che narra dell'altro, un discorso sotteso alla funzione di un capo che protegge dal freddo in senso letterale e figurato.

Nella mostra personale alla Luigi Franco, Marianne Heier presenta quattro nuovi lavori tutti incentrati sui temi dell'emotività e dei sentimenti.

A common cold (titolo che gioca sulle sue diverse accezioni: "un freddo comune", "un comune raffreddore") è una serie di 8 fotografie a colori di grande formato.
Dinanzi a uno scenario urbano o naturale, rappresentativo del benessere e dello stile di vita norvegese, l'artista ha ritratto 8 amici invitati, uno a uno, a piangere davanti all'obbiettivo.
La richiesta ad entrare "forzatamente" in una condizione di vulnerabilità e fragilità fa leva, a più livelli, sui sentimenti di immedesimazione.
Nato dalla consapevolezza del vivere in una quotidianità sicura, riparata e distante rispetto ai luoghi della conflittualità contemporanea, A common cold prova a istituire una forma di compartecipazione e condivisione che passa però attraverso la prova reale e fisica del dolore individuale.
L'atto del piangere richiesto da Heier è un atto protetto e limitato da una serie di cornici: il luogo e la preparazione.
Per il suo "setting" l'artista utilizza il metodo Stanivlaski, tecnica teatrale che lavora sulla concentrazione, sull'estraniamento e sull'immedesimazione, attivata dalla strategia del "se" come campo ipotetico del figurarsi.

La fiducia stabilita tra l'artista e il proprio "attore", necessaria alla realizzazione di A common cold, costituisce uno dei temi centrale degli altri tre lavori presenti in mostra.

Il video Arena è composto da una serie di voli e cadute compiute da giovani dilettanti impegnati in esercizi di Ju-jitsu. Il saper cadere, che corrisponde anche ad un saper "volare", diviene immagine concentrata della coesistenza tra rischio, paura, fiducia, complicità e reciprocità.

I contorni dei combattenti diventano in Exposure I-V, ricami di pose che disegnano la costante dialettica tra attaccante (in arancione) e attaccato (in azzurro).

Pas de deux esce dalla dinamica della lotta per disegnare su tre libri animati una sequenza di esercizi a due, normalmente impiegati in teatro per sollecitare il senso di cooperazione tra gli attori.
Anch'essi impegnati nella visualizzazione di un contatto fisico ed emotivo, fungono anche da istruzioni dirette ai visitatori invitati a sperimentarli sui corrispondenti tappeti da ginnastica installati a terra.

inaugurazione: 14 maggio 2002

orario: martedì-sabato 15.30-19.30

Luigi Franco Arte Contemporanea - Via S. Agostino, 23/Q - I - 10122 TORINO
T. +39 - 011 - 521 13 36 - F. +39 - 011 - 521 10 66

IN ARCHIVIO [10]
Ottonella Mocellin
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