Il termine post-culture indica un viaggio sincretico tra l'arte internazionale dell'ultimo decennio e la critica dei post-colonial studies soffermandosi sulle declinazioni artistiche che prendono forma in quei territori geografici (Afriche, America Latina e Cuba) dove il processo di decolonizzazione viene vissuto come ricostruzione identitaria.
di Teresa Macri'
intervengono
Massimo Canevacci - Egidio Cossa - Teresa Macrì
Il termine post-culture indica un viaggio sincretico tra l'arte internazionale dell'ultimo decennio e la critica dei post-colonial studies soffermandosi sulle declinazioni artistiche che prendono forma in quei territori geografici (Afriche, America Latina e Cuba) dove il processo di decolonizzazione viene vissuto come ricostruzione
identitaria.
Attraverso la radicalità delle ricerche si compone un orizzonte in cui l'arte traduce un altrove fantasmatico, in cui i temi della caoticità della metropoli, della diaspora, dell'esilio, del sincretismo, dell'amore, del gioco e, dunque, della riidentificazione si mescolano alla pluralità dei linguaggi più azzardati. Rilevando il definitivo sfaldamento di nozioni obsolete come esotismo e
stereotipo, etnicizzazione e folclorizzazione delle culture, l'autrice rintracci nel concetto di autenticità culturale il centro
propulsivo della ricerca di artisti come:
William Kentridge, Gabriel Orozco, Ghada Amer, Kcho, Santiago Sierra, Kendel Gees, Francis Alys, Felix Gonzales Torres, Mona Marzouk, Carlos Garaicoa e altri.
mercoledì 15 maggio 2002 alle ore 19.00
Teresa Macrì, critica d'arte e curatrice indipendente, ha già pubblicato per Costa & Nolan i libri: Il Corpo Postorganico, 1996 e Cinemacchine del desiderio, 1998.
Collabora al Manifesto.
Postculture
ed. Meltemi, Roma, 2002
pagg.270
18,00 euro
in libreria
Fondazione Adriano Olivetti
Sala Roberto Olivetti
Via Zanardelli, 34
00186
Roma