Diverse sedi
Roma

Romaeuropa Festival
dal 22/9/2009 al 1/12/2009
06 45553050
WEB
Segnalato da

Francesca Venuto




 
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22/9/2009

Romaeuropa Festival

Diverse sedi, Roma

72 giorni di 'Pulsazioni culturali' con mostre d'arte di artisti internazionali come Armin Linke, Jan Fabre, Peter Welz, William Forsythe e molti altri; spettacoli teatrali e concerti di registi affermati come Emma Dante, Peter Brook, Muta Imago, e le ultime tendenze della danza contemporanea.


comunicato stampa

Abbiamo intitolato “Pulsazioni culturali” questa edizione del Romaeuropa Festival 2009 (la numero ventiquattro) perché il ritmo della creatività ci sembra il segno distintivo della nostra società e vogliamo cogliere in maniera positiva il fermento artistico che ci circonda, in aperta controtendenza con il momento di crisi e di tagli finanziari.

Le pulsazioni culturali registrano il battito del nostro presente, il tempo vitale del suo articolarsi attraverso le opere degli artisti che ci restituiscono uno sguardo sul contemporaneo, del quale prevale una narrazione frammentata e molteplice.
Per essere colte, le pulsazioni più interessanti vanno rintracciate anche fuori dai luoghi canonici dell’arte e dello spettacolo, richiedono un orecchio sensibile, investono i nostri sensi suscitando sorpresa ed incertezza, ci obbligano a scelte nuove e coraggiose.
Il pulsare dell’esperienza artistica come rigeneratore di senso, in cui si ricostruisce una unitarietà provvisoria attraverso la pluralità degli sguardi, rifiutando le scelte estetiche uniche e pre-confezionate, privilegiando il confronto tra visioni e linguaggi, dando al pubblico la possibilità di navigare liberamente nella creazione artistica, di lasciarsi sollecitare e sorprendere, sviluppando il proprio senso critico.

La soggettività responsabile ci sembra l’unica possibilità di avere un rapporto protagonista con il magma di informazioni, progetti, sollecitazioni che, anche e soprattutto in campo culturale, costituiscono la cifra vitale del nostro presente e del prossimo futuro.
Gli artisti ed il pubblico sono i protagonisti delle attività di Romaeuropa, sempre più al cuore del nostro lavoro. Ne sono la prova le community costruite attorno all’esperienza della Webfactory - il laboratorio online di creatività costruito in partnership con Telecom Italia - e il cantiere creativo off-line che è diventato il Palladium dell’Università Roma Tre.
In questa articolazione progettuale si inserisce il nostro Festival. Le pulsazioni culturali del nostro tempo più che darci risposte, suscitano interrogativi e ci indicano alcuni temi di fondo su cui riflettere.

Del travaso tra arti contemporanee e scena dello spettacolo, ed in generale del continuo transitare tra forme espressive diverse, ci parlano Peter Weltz nella sua interpretazione dell’ultima forma non finita di Francis Bacon con gli straordinari gesti e movimenti performativi di William Forsythe fissati dalla telecamera in una istallazione di tre schermi, il magico mondo di William Kentridge, fatto di attori, animazioni e burattini, che trapianta il Woyzek di Büchner negli altipiani sudafricani in pieno apartheid, e Jan Fabre, con un nuovo deflagrate spettacolo ed una mostra dove il tempo di oltre venticinque anni di creazioni viene restituito attraverso gli scatti fotografici ed i disegni di lavoro.
Tra le arti e le scienze si muove il percorso di mappatura del volo degli sciami degli stormi che in Flocking di Armin Linke diventa esperienza estetica di forme e flussi che si ricombinano, così come la performance Ghiaccio-Luce dei Santasangre, primo step di un progetto di ricerca biennale sull’energia.

Del rapporto tra memoria, trasmissione della tradizione e avanzare del tempo ci raccontano Mario Tronco con la sua ritrovata Orchestra di Piazza Vittorio ed il loro Flauto Magico al femminile, libera riscrittura da Wolfgang Amadeus Mozart; Gaspare Balsamo ed il suo racconto del ricordo testimoniato dagli occhi delle vecchiaia; Tabula Rasa di Israel Gálvan, che attraverso una radicale operazione di destrutturazione del flamenco ne ricerca e reiventa il suo senso più profondo, e l’incontro tra Maria Pagés, grande interprete spagnola, e Sidi Larbi Cherckaoui, belga di Anversa per il quale l’investigazione delle proprie radici culturali è un terreno fertile di creazione artistica.

In queste creazioni è centrale il tema del rapporto con l’altro, del confronto tra culture e tradizioni diverse, con un accento più marcato verso il nodo cruciale della conservazione e trasmissione delle identità e del patrimonio immateriale dell’umanità, nel Kyogen di Nomura Mansaru, antichissimo genere del teatro giapponese, non privo di una forte critica sociale espressa attraverso il teatro della leggerezza e della risata, e nei due concerti sciamanici dei Nomadi dell’Asia Centrale, con le loro storie di bardi e transumanze.

Tra radicalità e ricerca si collocano le variazioni sensuali e concettuali sui Boleri di Raimund Hogue, in cui la lentezza della fisicità trova il suo equilibrio con la dolcezza delle musiche sudamericane; e della lentezza si occupa anche Myriam Gurfink con la sua esplorazione del controllo energetico in opposizione all’esuberanza sensuale e feticista di Olivier Dubois, che da un timido approccio con il Lago dei Cigni ci trasporta in una dissacrante lap dance. Hofesh Shecther, invece, ricompone con la vitalistica decisione della sua scrittura coreografica l’inquietudine ed il caos; mentre i Muta Imago, con la loro Madeleine del ricordo e dell’oblio, percorrono l’ultima tappa di un percorso su memoria e trauma. Cristina Rizzo, per l’interpretazione della sua “partitura coreografica”, si affida a Claudia Triozzi, Estzer Salamon e Matteo Levaggi; le sorelle Franciosi, invece, ci invitano ad abbandonarci alla deriva urbana di sapore neo situazionista.

Il tempo musicale di Romaeuropa è come di consueto composto da un battito diversificato: dalla piattaforma del Novecento storico si dilata in dietro ed in avanti. Di questo passaggio è maestro Mario Brunello che ci invita al confronto tra il Johann Sebastian Bach dei Concerti Brandeburghesi e brani di Ives, Glass, Schnittke, Kancheli e Sollima. E sempre l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, questa volta con il suo maestro Antonio Pappano ci portano all’ascolto di Benjamin Britten e Claude Debussy. Anche Francesco Tristano Schimlè ci guida in una navigazione tra apparenti lontani: Berio, Donatoni e Francesconi da una parte e G. Frescobaldi e M. Rossi d’altra, con uno sguardo al futuro del battito elettronico dei lap top, che rimane la cifra di Sensoralia, sezione di esplorazione delle nuove tendenze audio video, anche quest’anno animata da grandi nomi. E batte forte l’ingiuria vocale e musicale di Chiara Guidi/Socìetas Raffaello Sanzio, esplorata con gruppo d’eccezione: Theo Teardo, fresco del David di Donatello per le musiche de Il Divo, insieme al violino di Alexander Balanesco ed alla potenza di Blixa Bargeld, leader dei post punk rumoristi Einsturzende Neubauten. Tra pianoforte acustico e piano elettronico si svilupperà la nuova performance musicale di Ryuichi Sakamoto, pioniere delle contaminazioni e degli incontri inattesi.

Di poesia e di amore ci parla Peter Brook, con la sua scelta di Sonetti di Shakespeare nei quali prevale l’aspetto più intimo e personale degli ambigui e contraddittori sentimenti umani, realizzati con un trattamento scenico essenziale ed asciutto. Di amore ci parla anche La Buona Novella di Fabrizio de Andrè, parabola moderna ed apocrifa di una narrazione fondante della nostra cultura occidentale, in una nuova versione di Roberta Lena che, fedele alle liriche del poeta genovese, con l’uso multimediale degli strumenti espressivi, ci pone di fronte a questioni di grande attualità: emigrazione, condizione femminile, guerre di religione.

Come i frammenti di vetro sui quali danzano Saburo Teshigawara ed i suoi interpreti, queste nostre scelte artistiche sono altrettanti frammenti che riflettono una immagine frantumata e molteplice del tempo e della vita, perfetta metafora del rapporto tra fragilità ed energia, incertezza e precarietà sulla quale cerchiamo di costruire l’equilibrio del nostro presente.

http://www.romaeuropa.net

Ufficio stampa e comunicazione
Francesca venuto (responsabile) f.venuto@romaeuropa.net
Anna Crevaroli a.crevaroli@romaeuropa.net

I luoghi del festival

Palladium Università Roma Tre
piazza Bartolomeo Romano 8, tel 06 57332768

Galleria nazionale d’arte moderna
viale delle Belle Arti 131, tel 06 32298221

Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
viale Fiorello La Guardia, tel 06 0608

Auditorium Conciliazione
via della Conciliazione 4, tel 899 500055

Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Auditorium Parco della Musica
viale De Coubertin 30, tel 06 8082058

Teatro Olimpico
piazza Gentile da Fabriano 17, tel 06 3265991

Teatro Eliseo
via Nazionale 183, tel 06 48872222

Teatro Vascello
via Giacinto Carini 78, tel 06 5881021

Goethe-Institut
via Savoia 15, tel 06 8440051

Brancaleone
via Levanna 11, Roma - tel 06 82004382

Circolo degli Artisti
via Casilina Vecchia 42, tel 06 70305684

Fonderia 900
via Assisi 33, tel 06 45439390

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