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Silvio Canini
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14/5/2002

Silvio Canini

Libreria Agora, Torino

Come nei mosaici della vicina Ravenna, nelle grandi sequenze di Canini i corpi degli uomini e delle donne, finalmente uno accanto all'altro, cominciano a danzare ed a procedere verso l'infinito mistero che ci circonda.


comunicato stampa

La terra non sembra creata per gli uomini. Nell'enigma degli esseri viventi che si sono avvicendati sulla superficie del pianeta, l'avventura della civiltà, nei milioni di anni di evoluzione della nostra specie, appare soltanto come un utile tentativo di fuggire dal labirinto mortale della natura, o come uno sforzo senza esito di dare forma concreta e visibile a quel desiderio di pace e di vita perenne che abita e muove il cuore dell'uomo allazione. L'invenzione della città segna il fulcro di questa titanica opera; e proprio la città, il luogo che dovrebbe garantire l'ordine e la giustizia, si rivela invece come la scena della violenza più sottile o della persecuzione più efferata.
Il XX secolo, il secolo che ha concepito e compiuto con l'Olocausto i più terribili massacri nella storia dell'umanità, è anche il secolo che in New York ha concepito e realizzato l'idea di una città senza limiti: la metropoli.
Forse per questo motivo, il XX secolo è anche il secolo che ha importato ed edificato la città del divertimento e della vacanza, il luogo sospeso nello spazio e nel tempo dove l'uomo può vivere la finzione suprema della dimenticanza e dell'oblio della naturale e quotidiana lotta per l'esistenza e dove può sperimentare, fosse solo per qualche istante, la gioia dell'abbandono e del gioco infantile della memoria.
Silvio Canini è nato e vive in uno di questi non-luoghi, tra il lido Eden e la pensione Paradiso di Bellaria di Rimini. Qui, in questo gigantesco luogo-comune dove milioni di europei celebrano il rito pagano della fusione della coscienza e dello sciogliersi dell'io nella massificazione indistinta del tutto, qui Canini si è messo alla ricerca di un destino diverso, e per molti versi opposto; il destino di diventare persona, uomo con un volto ed uno sguardo unici e irripetibili. La via della fotografia porta Canini a realizzare la prima importante opera su quel luogo-comune, grande come il mondo, che è diventata l'America e New York: tra gli squarci di luce o nell'ombra alla base dei grattacieli, le immagini che Canini scatta alla gente e ai gesti quotidiani della metropoli mettono a fuoco i contorni dell'inquietudine e del desiderio di infinito che abita lì, come abita in qualunque luogo del mondo.
Silvio Canini si mette così a fotografare sulla soglia di casa, lungo la spiaggia dove ha fine il mondo degli uomini e si apre nel mare, l'infinito inabitabile dell'universo:
un infinito inabitabile con corpo, ma che è la dimora dell'anima nel tempo dell'eternità.
I corpi dell'umanità spogliati dalla luce assoluta dell'estate, e che cercano riposo tra gli ombrelloni dei venditori d'ombra, nelle immagini di Canini sono liberati dalle leggi che governano il mondo.
Come nei mosaici della vicina Ravenna, nelle grandi sequenze di Canini i corpi degli uomini e delle donne, finalmente uno accanto all'altro, cominciano a danzare ed a procedere verso l'infinito mistero che ci circonda.
Giovanni Chiaramonte

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