Sede di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia
Roma
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In quel porto di mare
dal 29/9/2009 al 8/10/2009

Segnalato da

Guido Baggi




 
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29/9/2009

In quel porto di mare

Sede di rappresentanza della Regione Friuli Venezia Giulia, Roma

'Ator di no/Attorno a noi' e' il titolo del progetto organizzato dall'Associazione Culturale Trepunti, a cura di Alessandro Venuti e Margherita Plos, che si concretizza in due mostre. Questa e' la prima e presenta i lavori di Luciano Ceschia, Aldo Colo', Tonino Cragnolini, Marcello D'Olivo e Renato Mertens. Le opere, pur nella distanza dei linguaggi utilizzati, sono un momento di confronto.


comunicato stampa

"Ator di nô" è il titolo del progetto organizzato dall'Associazione Culturale Trepunti, a cura di Alessandro Venuti e Margherita Plos, che si concretizzerà in due mostre che avranno luogo presso le sale di rappresentanza in Roma della Regione Friuli Venezia Giulia che si affacciano su piazza Colonna.

In quel porto di mare è il titolo della prima mostra che sarà inaugurata mercoledì 30 settembre alle ore 18:30 e rimarrà aperta fino al 9 ottobre. Saranno esposti lavori di Luciano Ceschia, Aldo Colò, Tonino Cragnolini, Marcello D'Olivo e Renato Mertens.

La seconda mostra vedrà protagonisti Giulio Baistrocchi con Disordine e progresso e Giordano Floreancig con Eutanasia of 147 art works. L'inaugurazione avrà luogo mercoledì 14 ottobre alle ore 18:30 e sarà visitabile fino al 23 ottobre.

Testo di Alessandro Venuti

Atôr di no/Attorno a noi nasce e si sviluppa secondo il principio che ognuno di noi vive in un contesto che è fatto di persone, luoghi e situazioni. Capitano occasioni per le quali le persone si incontrano e conoscendosi generano nuove e ulteriori possibilità di relazione. Accade spesso però che la vita ci metta del suo e che ci costringa a rivedere i nostri progetti. Talvolta con esiti inaspettati. E così è stato per questo.

Inizialmente l'idea era di realizzare una mostra per Giulio Baistrocchi, Giordano Floreancig e Renato Mertens. Quest'ultimo però il 25 marzo del 2008 ci ha lasciati, e per ovvie ragioni l'esposizione non è stata realizzata. Nel novembre dello stesso anno, per rendere omaggio all'artista scomparso, presso il Castello di Colloredo di Monte Albano ha avuto luogo la mostra "Ator di me", titolo preso da una poesia di Elio Bartolini tradotta in opera da Mertens. Nell'ambito della stessa ha avuto poi luogo "La notte del sogno", serata durante la quale sono state presentate una serie di interviste video a persone che lo hanno conosciuto e frequentato: Roberta Tessaro Ceschia, moglie dello scultore Luciano Ceschia, da lui incontrato per la prima volta nel 1947 a Venezia; Aldo Colò, pittore che Mertens ha conosciuto negli anni '60 nello studio di Ceschia a Coja di Tarcento; Andrea Vitali, amico e collezionista; Vittorio Dittaro, fabbro che lo ha aiutato nella realizzazione di buona parte delle sue sculture; Wilma Ciantelli, artista toscana.

A partire da questo materiale è stato realizzato un dvd e le testimonianze raccolte, oltre ad altri aneddoti emersi in seguito alla presentazione del lavoro, hanno riportato alla luce un momento della storia dell'arte del Friuli in cui "quel porto di mare che era lo studio di Luciano Ceschia", per usare le parole di Aldo Colò, è stato un importante luogo di incontro per artisti, poeti, scrittori, intellettuali e amici. Lo studio si trovava in quella "repubblica autonoma delle arti" che era Tarcento, per usare una felice definizione di Licio Damiani, che a proposito dei protagonisti di quel periodo aggiunge: "pur nella diversità dei temperamenti e dei linguaggi, questi artisti avevano ed hanno alcuni denominatori comuni. Da un lato la loro apertura che spazia al di là dei confini locali, una "voglia di mondo", dall'altro una creatività visionaria, ricca di sotterranei notturni fermenti, di un filone "stregonesco". In passato, soprattutto tra la fine della seconda guerra mondiale e gli anni Settanta, gli artisti tarcentini facevano cenacolo, si incontravano, discutevano, polemizzavano, litigavano, ma maturavano in comune." A tal proposito, date le frequentazioni dello studio, molto è stato scritto e come riportato nella pubblicazione "Una comunità per l'arte" in un articolo a firma Centro Iniziative Culturali Tarcento, "di quelle stagioni e di quelle atmosfere rimane viva traccia nei cataloghi, nelle pagine di un accattivante scritto di Luciano Ceschia, nel romanzo Il monte di saturno di Giovanni Pietro Nimis, nelle cronache giornalistiche. E soprattutto nell'affresco vivace e polifonico di quel mondo culturale ed artistico, colto nella sua ricchezza di rapporti e relazioni, di slanci vitali, di animate discussioni, steso da Tito Maniacco nel romanzo La veglia di Ceschia."

Questo mondo già ampiamente descritto da mostre e testi significativi, costituisce una solida base di partenza per una ricerca orientata in una direzione che esce dai confini dello studio di Ceschia e si apre al contemporaneo inteso nel senso più stretto: un contemporaneo che è il presente e che si proietta al futuro continuando a tessere quella trama di relazioni della quale si parlava all'inizio. "Quel porto di mare" diventa non più un approdo, ma un nuovo punto di partenza, caotico se vogliamo, ma vivo ed aperto a raccogliere le esperienze di tutti, senza avere la presunzione di omologare alcuno. Per questa mostra il criterio utilizzato per la scelta delle opere è stato quello di connotare quanto più possibile la produzione di ognuno: Luciano Ceschia, con una serie di sculture che spaziano dal Sole del 1968, passando per i bronzi degli anni '70 fino ad arrivare ad una grandiosa scultura in castagno lamellare realizzata appositamente per l'amico collezionista Andrea Vitali; Aldo Colò, con delle opere che indagano la materia nei suoi passaggi di stato, rendendo sulla tela la magia di estrazioni e sedimentazioni molecolari fermate in un tempo che è solo pittorico; Tonino Cragnolini, incisore colto e raffinato, traduce in segni le storie ed i luoghi del nostro Friuli, e come nel caso emblematico del ciclo di opere sulla figura di Patriarca Bertrando qui presentato, lo fa con una essenzialità tale da renderle archetipi esistenziali; seguono poi le tavole dei progetti per Villa Spezzotti di Lignano Pineta di Marcello D'Olivo, dalle quali emerge un' idea di architettura in cui ambiente, funzione delle forme ed intensità estetica sono in armonico equilibrio, nel naturale fluire del vivere e delle stagioni, senza quasi differenze tra un dentro e un fuori ;di Renato Mertens Ator di me, opera fondamentale legata al ciclo della poesia formata da un neon e da una composizione di tavole policrome, che bene riassume gli interessi dell'artista nei confronti dei materiali , interesse che ritroviamo poi negli altri lavori proposti significativi della produzione legata ai nudi femminili.

E' qui, in questo mare lontano dal porto sicuro, che l'opera, pur nella distanza dei linguaggi utilizzati, diventa un momento di confronto, e nella sua fisicità assume un magnetismo tale da attrarre a sé tutto quello che gravita attorno a lei, secondo un principio che non risponde a regole formali, o peggio ancora stilistiche. L'arte diventa un luogo privilegiato di incontro e come ha scritto Ceschia in Inverni e primavere "...certi posti, visitati o vissuti, non vengono mai dimenticati del tutto, ma messi in disparte, in un angolo del tuo essere, a disposizione di non si sa quale evento o momento. E siccome non si vede con i soli occhi né si ascolta con le sole orecchie, le cose e le sensazioni arrivano da tutto te stesso al tuo interno, nella tua vita e nella tua cultura, e un segnale o una somma di segnali ti permettono di cogliere il senso di tutta una comunità".

Testo di Margherita Plos, presidente Associazione Culturale Trepunti, per il catalogo

In questo mondo veloce la frenesia prende sempre di più il sopravvento sul nostro tempo interiore. La nostra Associazione ha voluto fermarsi ad ascoltare, con delicatezza e doveroso rispetto, i racconti della vita passata e presente di ciascuno degli artisti protagonisti del progetto "Ator di nô", così come anche di chi gli ha vissuto accanto.

E così che da discreti spettatori siamo stati catapultati in mondi vicini e lontani pieni di situazioni e contatti umani che, per brevi istanti, a volte ci hanno fatto credere di essere anche noi un po' protagonisti. Un calore intriso di nostalgia che fa venire la pelle d'oca viene trasmesso dai protagonisti di un passato che in Friuli ha dato origine a una straordinaria produzione artistica. Una energia insolita ti avvolge spiando i protagonisti del presente che dal Friuli sono proiettati verso un arte nel mondo e per il mondo.

In questa mostra non vogliamo esporre le sole opere, sarebbe troppo poco, perché lo stimolo per andare ad indagare è stata la curiosità di conoscere quali sono stati gli intrecci di relazioni e di esperienze vissute in modo condiviso dove, fare o parlare di Arte, a volte era un pretesto per immergersi in un mare pieno di vita da vivere. Questa può anche essere la nostra idea, ma tanto basta. Questo è "Attorno a noi – Ator di nô - Around us".

Immagine: Luciano Ceschia, Attila, 1966. 33x48 cm, china e tempere

Mostre realizzate con il sostegno di

Regione Friuli Venezia Giulia
Turismo FVG – Ospiti di gente unica
Fondazione Crup
Provincia di Udine
Comunità Collinare del Friuli
Comune di Tarcento
Pro Majano

Official sponsor: PB Group Spa

Inaugurazione mercoledì 30 settembre alle ore 18:30

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piazza Colonna, 355 - 00187 Roma

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