Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
Roma
via Nizza, 138
06 671070400 FAX 06 8554090
WEB
Cinque mostre
dal 11/10/2009 al 9/1/2010
martedi' - domenica 9-19, 24 e 31 dicembre 9-14 (la biglietteria chiude mezz'ora prima)
06 671070400

Segnalato da

Massimiliano Moschetta




 
calendario eventi  :: 




11/10/2009

Cinque mostre

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO, Roma

Roommates/Coinquilini: un ciclo che vede giovani curatori presentare l'opera di altrettanto giovani artisti della scena romana; Cecilia Canziani e Luca Lo Pinto hanno invitato goldiechiari e Nicola Pecoraro. Natura e artificio, storia e presente, politica e poesia sono i poli magnetici entro cui si sviluppa il loro discorso. Alessandro Pessoli con i suoi 50 acquerelli da' il via al progetto MACROWall, iniziativa che trasforma i muri del Museo in singolari racconti d'artista. Le sculture di Gino Marotta, realizzate in materiali trasparenti e colorati, descrivono un inedito mondo animale e vegetale. Con 200 dipinti su carta di piccole dimensioni di Cesare Zavattini, inizia il nuovo progetto MACROradici del Contemporaneo. Lettere, cartoline postali, ritagli stampa, fotografie, riviste, cataloghi e molto altro ancora e' proposto nella mostra documentaria sulla figura del futurista Enrico Prampolini.


comunicato stampa

Roommates / Coinquilini
goldiechiari / Nicola Pecoraro

Il ciclo di eventi espositivi, ideato e coordinato da Costanza Paissan e promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali, coinvolgerà nei prossimi mesi e nel corso di diversi appuntamenti alcuni giovani curatori, invitati a presentare l’opera di altrettanto giovani artisti della scena romana. All’interno di una delle sale espositive del primo piano del museo si creerà un dialogo tra le opere diverse e specifiche degli artisti, che dovranno condividere lo spazio secondo un principio di comunità e convivenza.

Il primo appuntamento del ciclo è affidato a Cecilia Canziani e Luca Lo Pinto. I due curatori hanno invitato negli spazi del museo gli artisti goldiechiari e Nicola Pecoraro. Insieme a loro hanno elaborato un inedito display, al fine di mettere in luce le possibili interazioni, contraddizioni e tensioni tra le opere e le poetiche di questi giovani artisti. Natura e artificio, storia e presente, politica e poesia sono i poli magnetici entro cui si sviluppa il "discorso espositivo" degli artisti scelti. Il risultato è così simile a quello di un appartamento in cui convivono identità diverse, un contesto in cui le differenze rimangono visibili e allo stesso tempo si determinano situazioni di incontro e di scambio. Il progetto ha visto la produzione di opere inedite, una foresta della memoria per goldiechiari – Genealogia di Damnatio Memoriae 1965-1981 (2009) – e un grande wallpaper – Flat Happening (2009) – per Nicola Pecoraro. Al termine del ciclo di mostre è prevista la pubblicazione di un catalogo edito da Electa Mondadori, che testimonierà le diverse fasi del progetto, con testi critici dei curatori, immagini delle opere esposte e degli allestimenti creati negli spazi del museo. In ogni appuntamento del ciclo sarà coinvolto anche un giovane fotografo, ulteriore protagonista di questo terreno di convivenza.

All’interno della variegata programmazione espositiva di MACRO, il progetto Roommates / Coinquilini si presenta come una possibilità di concreto rapporto del museo con la città e il suo tessuto culturale e artistico. Uno spazio di dialogo caratterizzato dalle differenze, la contemporaneità e la molteplicità dei linguaggi.

Sara Goldschmied ed Eleonora Chiari vivono e lavorano insieme a Roma dal 1997.
Recentemente presenti nella rassegna The Fear Society, evento collaterale della Biennale di Venezia 2009, il duo si è imposto alla critica grazie a selezionate esposizioni italiane e straniere tra cui le personali Welcome alla Spencer Brownstone Gallery di New York nel 2006 e Dump Queen alla galleria Elaine Levy Project, Brussels, nel 2008; si ricordano inoltre le collettive del 2007 Les fleurs du mal presso ARCOS, il Museo d’Arte Contemporanea del Sannio e Arte in cantiere svoltasi nel 2006 al Museion di Bolzano.

Nicola Pecoraro vive e lavora tra la sua città natale, Roma, e Londra, città d’adozione dove ha completato la sua formazione artistica laureandosi alla Middlesex University.
Il suo curriculum vanta la partecipazione a molte mostre collettive, tra cui Bellavita presso la New Chinatown Barbershop Gallery di Los Angeles nel 2007, Emerging Talents a Palazzo Strozzi di Firenze nel 2009 e Zweckgemeinschafft al Micamoca di Berlino nel 2009. Il 2008 lo ha visto impegnato nella collettiva (No) vacancy, ospitata nelle sale della Galleria Maze di Torino e nella personale Bad Couples alla Fette’s Gallery di Los Angeles.

------

MACROWall
Alessandro Pessoli

La presentazione al grande pubblico di Alessandro Pessoli, artista-narratore che con i suoi cinquanta acquerelli dà il via al progetto MACROWall, iniziativa che vedrà i muri del Museo trasformarsi in schermi virtuali di singolari racconti d’artista.

Il 12 ottobre, data dell’inaugurazione della stagione autunnale del MACRO avrà inizio il progetto di ampio respiro MACROWall, promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali, con il quale il MACRO dedica una delle proprie pareti a progetti speciali di grandi opere uniche o serie di lavori. Il primo artista che farà gli onori di casa sarà Alessandro Pessoli, con una serie di cinquanta acquerelli presentati come un imponente racconto visivo che lui stesso ha definito "un piccolo film mentale, immaginifico e bizzarro".
L’artista è attualmente presente alla 53esima Biennale di Venezia "Fare mondi", per la quale ha presentato una serie di disegni caratterizzati dalla reiterata presenza di croci, simboli di una più antica e ancestrale Via Crucis umana e religiosa.
Alessandro Pessoli traspone nei disegni presentati in questa sede poesia e malinconia, attraverso l’utilizzo di una tecnica artistica antica che fa dell’acqua il componente principale; inserisce gli attori inconsapevoli delle sue opere in luoghi senza spazio e senza tempo, lasciati galleggiare in mondi sommersi, o propriamente "immersi... in una specie di liquido amniotico" che "come sognatori, si muovono dentro architetture fluide che si disfano e si ricompongono", in un’atmosfera rarefatta e sospesa.
Gli elementi si susseguono in rapida sequenza sulla parete fino a far diventare essa stessa un racconto, pagina di un libro mai esistito e mai scritto, ma sopravissuto al viaggio onirico dell’artista che rammenta il suo modus operandi con le seguenti parole: "Ricordo il mio modo di procedere, disegnavo passando da un foglio all'altro come se fossi in una specie di sogno pilotato, quei sogni particolari composti da una miscellanea di inconscio e razionalità, dove si riesce in parte a trasformare la visione senza perdere la magia del sogno". Al visitatore il privilegio di perdersi in questa suggestione che crea "a sua volta un immaginario, un sentimento generale" che sembra conversare attraverso un linguaggio cinematografico tessendo una narrazione "ricca di echi e di rimandi".

Alessandro Pessoli è nato a Cervia nel 1963. Vive e lavora a Milano. Nel corso degli ultimi dieci anni ha tenuto molte mostre personali sia in Italia sia all’estero e ha collezionato la partecipazione a un numero elevato di collettive. Tra le più importanti si ricorda la doppia esposizione con Ellen Berkenblit presso la Anton Kerr Gallery di New York nel 1999 ed "Exit-Geografia della creatività italiana", del 2002 ospitata nelle sale della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Il 2003 lo vede co-protagonista della mostra "International Paper - Drawings by Emerging Artists", esposizione di opere allestita nell’Hammer Museum di Los Angeles. Nel 2005 e nel 2009 partecipa alla XIII e XIV Quadriennale di Roma. Tappe fondamentali di un percorso artistico individuale sono quelle che lo Studio Guenzani di Milano e la Galleria Greengrassi di Londra hanno riservato all’artista tra il 1998 e il 2008.

-------

Gino Marotta

MACRO presenta al pubblico una grande retrospettiva del maestro Gino Marotta. Un viaggio nel mondo fantastico delle sue opere, sospese tra natura e artificio. Oasi di luce e colore in cui si sviluppa un racconto denso di rimandi e sogni, colti nelle trasparenze delicate e policrome delle sculture in mostra.

Dal 12 Ottobre il MACRO darà il proprio tributo alla figura dell’artista Gino Marotta, da decenni protagonista della scena romana. La mostra, promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali, vedrà due sale del secondo piano occupate dall’universo espressivo dell’artista, che attraverso l’uso di materiali trasparenti e colorati è capace di dar vita a un inedito mondo animale e vegetale. Natura e artificio, mimesi e fantasia concorrono alla definizione di un racconto ironico e serio allo stesso tempo. Uno spazio e un tempo in cui lo spettatore è invitato a perdersi e sorprendersi, come fosse il personaggio di una favola ambientata in un bosco incantato.
L’opera inedita Ricognizione virtuale della savana (2009), pensata appositamente per gli spazi del Museo, occuperà l’intera lunghezza di una delle sale espositive, facendo scorrere il filo di una storia che si rivela nella luce policroma che filtra dai pannelli di metacrilato. Di impianto decisamente teatrale la sala in cui sono riunite le altre sculture. Elementi "naturali" come fenicotteri, rinoceronti, palme e siepi diventano, nel vocabolario scultoreo dell’artista e negli stessi titoli scelti per le opere, "artificiali". Tridimensionali ma solo in apparenza, le figure sono composte di piatte lastre trasparenti incastrate tra loro. Colorate ma con tinte fluorescenti e fantasiose, si allontanano dalla realtà. Il materiale plastico di cui sono composte le rende simili ad apparizioni più che a oggetti, leggere e delicate reagiscono alla luce rifrangendola nello spazio espositivo.

Gino Marotta nasce a Campobasso nel 1935. Vive e lavora a Roma.
La sua prima mostra personale è del 1957, alla Galleria Montenapoleone di Milano, in seguito alla partecipazione a "Pittori d'oggi Francia-Italia" a Torino avvenuta lo stesso anno. Da ricordare le mostre "Lo Spazio dell'Immagine" tenutasi a Foligno nel 1967 e "Amore Mio" organizzata a Montepulciano nel 1970. Ha partecipato più volte alla Quadriennale d'Arte di Roma, con una sala interamente dedicata alla sua opera nel 1972 e nel 1986. Nel 1984 è presente con una sala personale alla Biennale Internazionale d'arte di Venezia.
Tra le numerose mostre personali, si segnalano"Eden Artificiale" svoltasi nei Giardini della XV Triennale di Milano nel 1973, l’esposizione antologica "Metacrilati" al Complesso del Vittoriano di Roma del 2001, il "Grande Alone" presentato per la XVI Edizione Scultori a Torgiano nel 2002.
Molte anche le sue apparizioni all’estero, tra cui le mostre al J.F. Kennedy Airport di New York (2003), alla Galleria PICI di Seoul, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura in Corea del Sud (2004), all’Istituto Italiano di Cultura di New Delhi (2004), al museo Gulgee di Karachi in Pakistan (2004).
Ha partecipato inoltre a esposizioni collettive di rilevanza internazionale, quali la IX Biennale di Sao Paulo del Brasile del 1967, dove era presente con una sala personale, "4 Artistes Italiens plus que Nature" al Louvre di Parigi nel 1969, la XII Biennale Middelheim di Anversa nel 1973. Si ricordano inoltre le partecipazioni alla mostra "Grande Sinopia Italiana" all’Expo Universale di Siviglia1992, all’Expo Universale di Hannover 2000, la presenza nelle mostre "Artisti italiani del XX secolo alla Farnesina" del 2001 dove presenta il grande "Albero della vita" e "Da Balla alla Transavanguardia. Cento anni di arte italiana alla Farnesina" al MiArt del 2004 a Milano.

------

Cesare Zavattini inedito
MACROradici del Contemporaneo

A cura di Giorgio Mastinu e Francesca Pola

Un omaggio unico e di sorprendente attualità al grande scrittore, sceneggiatore, narratore per immagini: con duecento opere inedite di Cesare Zavattini, inizia il nuovo grande progetto "MACROradici del Contemporaneo".

Alla sfaccettata e multiforme attività del MACRO, in linea con la nuova linea curatoriale del direttore Luca Massimo Barbero, si aggiunge un nuovo tassello all’offerta culturale della stagione autunnale.
Con la mostra Cesare Zavattini inedito, duecento opere che si rivelano per la prima volta al pubblico di Roma, prende avvio il progetto "MACROradici del Contemporaneo", curato per il MACRO da Francesca Pola e promosso dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione – Sovraintendenza ai Beni Culturali. "MACROradici del contemporaneo" intende rivelare alcuni protagonisti storici della realtà artistica di Roma tramite nuclei inediti di opere, biografie meno note, oggetti e feticci: personaggi trasversali presentati soprattutto per il pubblico giovane come presenza viva nell’immaginario dell’oggi. L’idea del disvelamento di queste realtà verrà riproposta anche negli innovativi allestimenti di queste mostre: touchscreen e cassettiere che racchiudono opere, fotografie, documenti, con i quali i visitatori sono chiamati a interagire, e poi ancora filmati e proiezioni video.

Questo nucleo di duecento opere inedite, esposto per la prima volta nella sua completezza a Roma, è costituito da dipinti su carta di piccole dimensioni realizzati negli anni Quaranta, ritrovati dopo decenni presso l’Archivio del Cavallino, che testimoniano la poliedricità della figura zavattiniana. Personaggio trasversale per vocazione e indole, che spazia tra cinema, letteratura, giornalismo, pittura, Zavattini è innanzi tutto un narratore: anche questo insolito "Zavattini a colori", meno noto di quello in bianco e nero dei suoi film, ma altrettanto ricco di immaginazione, racconta storie e personaggi.
Il visitatore si troverà di fronte non tanto una mostra storica e retrospettiva, quanto a un tentativo di rintracciare nella sua pittura le radici fuori dal tempo di tutto un immaginario visivo e artistico romano, che dal barocco alla Scuola Romana arriva sino alle radicalità postmoderne della Transavanguardia e di certa bad painting: una pittura che narra e sorprende per un progetto MACRO che si focalizza anche sulle diversità del contemporaneo.

Cesare Zavattini (Luzzara 1902 - Roma 1989) dal 1939 ha vissuto a Roma nella sua casa di via Sant'Angela Merici. È stato scrittore, giornalista, soggettista e sceneggiatore che ha lavorato con i più grandi registi del suo tempo, come Vittorio De Sica, conseguendo per la sua attività Oscar, Nastri d’Argento e altri numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui nel 1977 il "Writers Guild of America Medallion" e nel 1982 il premio David "Luchino Visconti" alla carriera e lo speciale Leone d’Oro del cinquantenario della Biennale di Venezia, che gli assegna nel 1988 anche il premio Rossellini. Zavattini è stato anche pittore, fotografo, autore di teatro, regista e attore. A lui si devono libri (come Parliamo tanto di me, I poveri sono matti, Io sono il diavolo, Straparole) e film memorabili (come Sciuscià, Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, Umberto D, Bellissima). Fondamentale è stata la sua attiva partecipazione al cambiamento del cinema e del mondo attraverso idee, progetti e iniziative di risonanza internazionale, come ad esempio il Cinegiornale della Pace del 1962.

In occasione della mostra, sarà pubblicato da Electa per il MACRO il catalogo Cesare Zavattini inedito, edizione bilingue italiano/inglese. Il volume raccoglie per la prima volta le immagini inedite delle opere in mostra e un’ampia documentazione iconografica a corredo dei saggi di Francesca Pola, Giorgio Mastinu e Mimmo Calopresti.

In collaborazione con
Archivio Cesare Zavattini
Archivio delle Edizioni e della Galleria del Cavallino
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
Festival Internazionale del Film di Roma
Fondazione Cinema per Roma
Regione Veneto

Cassettiere MACRO: OTTART Prodotti per l’Arte

------

CRDAV-MACRO: Enrico Prampolini

Lettere, cartoline postali ed illustrate, telegrammi, ricevute d’albergo, tessere d’ingresso, manoscritti, dattiloscritti, ritagli stampa, fotografie, riviste, inviti, cataloghi: questo e molto altro ancora è proposto nella mostra documentaria sulla figura di Enrico Prampolini.
Mai, il mittente della busta che ha per destinatario Enrico Prampolini pittore futurista avrebbe immaginato che quanto ne resta - essenzialmente la parte con l’indirizzo, ingiallita e spiegazzata dal tempo - sarebbe diventato emblema di un lungo viaggio che dai primi anni del Novecento ha come capolinea il 1956. Enrico è deceduto il 17 giugno 1956 annota sulla fascetta di carta che racchiude il carteggio relativo a quell’anno la penna di Alessandro Prampolini, fratello dell’artista, poeta, scrittore e drammaturgo, noto con lo pseudonimo di Vittorio Orazi, che ne ha conservato e ordinato per anni l’archivio delle carte.
Di cassetto in cassetto, virtuale vagone di questo viaggio immaginario, ci si sposta nel tempo e nello spazio: dai programmi della Casa d’Arte Italiana (attiva dal 1919) e dai testi dei primi manifesti teorici, alle proposte dell’Art Club (fondato nel 1945) e all’attività degli ultimi anni di vita. Da Roma a Parigi, da Praga a New York, da Venezia a Città del Capo, da Pretoria ad Helsinki: città e luoghi significativi per l’artista in cui soggiornò a lungo o che lo videro espositore o promotore di eventi culturali. Saluti da Capri riporta il retro di una cartolina in bianco e nero che ritrae la famosa isola: tanto darà alla storia della conoscenza dell’artista, dei suoi soggiorni, delle sue relazioni, dei suoi spostamenti questa semplice, innocua frase cordiale.

La mostra è a cura dal Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive (CRDAV) del MACRO, Centro a cui è stato donato dagli eredi l’Archivio privato dell’artista, e promossa dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione - Sovraintendenza ai Beni Culturali, nell’ambito della nuova attività espositiva del MACRO che inaugura il 12 ottobre in Via Reggio Emilia.

L’esposizione propone una selezione del materiale ritenuto più interessante, relativamente ai molteplici campi dell’attività di Enrico Prampolini: dal teatro alla scenografia, dall’architettura alle ambientazioni, dalla riflessione teorica alla produzione di scritti e manifesti, dalla partecipazione e organizzazione di mostre al ruolo svolto come promotore e organizzatore di cultura.
Particolare rilievo è dato ai documenti relativi al Futurismo, in questo anno in cui cade il centenario del Movimento. Grande attenzione è riservata alla documentazione della Casa d’Arte Italiana e dell’Art Club. Di notevole interesse, inoltre, la sezione relativa al carteggio che ricostruisce la fittissima rete di rapporti internazionali intessuta da Prampolini e lo vede protagonista attivo nel vivace dibattito del panorama artistico del tempo.

I timbri postali, quelli della censura, il trionfalistico "Vinceremo" prestampato sulle cartoline del periodo bellico, le pagine ingiallite dei quotidiani costituiscono di per sé pagine di storia; la calligrafia dei manoscritti nelle sue proporzioni armoniche rivela una mano educata al "bello scrivere", disciplina che da decenni non si insegna più nelle scuole; le minute scritte a matita con le correzioni in blu e rosso parlano di un mondo in cui la "Bic" doveva ancora nascere e gli evidenziatori non erano stati neanche immaginati; le numerose correzioni svelano la "fatica" dello scrivere; le foto in bianco e nero, oltre a immortalare il contesto, ci parlano della tecnica fotografica del tempo; gli abiti, il taglio dei capelli dei personaggi fotografati, le posture sono spie significative per uno studio sociologico.

C’è da emozionarsi solo a sfiorare con lo sguardo i documenti. Scorrono sotto i nostri occhi autografi di personaggi illustri (da Marinetti a Fillia, da Archipenko ad Arp, da Bragaglia a Evola, da Léger a van Doesburg, da Tzara a Cocteau, da Morandi a De Pisis, da Arp ad Archipenko ed altri ancora), immagini d’epoca, documenti ormai introvabili (inviti, dépliant, piccoli cataloghi).
Una mostra appetibile per tutti: per il critico d’arte che - nella lettura dei testi - voglia ritrovare il dibattito culturale di quegli anni e per un pubblico più variegato che la voglia leggere sotto altre prospettive (antropologiche, sociologiche, di mera curiosità o altro).
Un’occasione piacevole per conoscere o ripercorrere su fonti certe, quali i documenti di un archivio - dal passato remoto al passato prossimo - un mondo che non c’è più, per ricostruire l’immagine di una società che fa parte della nostra storia comune.

L’Archivio è direttamente consultabile presso il CRDAV, previo appuntamento telefonico, e on-line nel sito degli Archivi del Novecento (http://www.archividelnovecento.it).

Enrico Prampolini (Modena 1894 - Roma 1956)
Pittore, scultore, scenografo, incisore. Fu un esponente di primo piano del Futurismo ed ebbe stretti contatti con i rappresentanti delle avanguardie artistiche europee, col Dadaismo, il Bauhaus, De Stijl, il gruppo Abstraction et Création e con molti artisti fra cui Picasso, Mondrian, Kandinskij, Tzara, Arp, Archipenko, Léger e Cocteau, operando teoricamente e praticamente anche nel settore dell'architettura.
La sua ricerca è caratterizzata da una continua sperimentazione e dall’elaborazione di proposte teoriche: pubblica, a partire dal 1913, manifesti e testi sull'arte astratta, sulla scenografia, sulla scultura, sulla plastica cromatica (fra cui: La cromofonia. Manifesto sul colore dei suoni; Scenografia e coreografia futurista. Manifesto tecnico e teorico; Manifesto dell'Arte Meccanica; Manifesto dell’Aeropittura Futurista e Dalla pittura murale alle composizioni polimateriche. Manifesto dell’arte murale).
Partecipa nel 1914 all’ "Esposizione libera futurista internazionale" (Roma, Galleria Sprovieri) e nel 1916 alla "Mostra internazionale dadaista" di Zurigo.
Si occupa di teatro e scenografia iniziando nel 1916 a collaborare alla scenografia e ai costumi dei film Thais e Perfido inganno di A. G. Bragaglia. Fonda e dirige la rivista futurista "Noi" (1917) e, due anni dopo, la Casa d’Arte Italiana con lo scopo di divulgare l’arte straniera d’avanguardia. Dagli anni Dieci soggiorna per lunghi periodi a Praga e a Parigi entrando in contatto con i gruppi e i movimenti artistici europei. Nel 1926 espone a Milano nella Sezione Futurista della "Prima mostra del Novecento" e per la prima volta alla Biennale di Venezia, sempre con i futuristi. Parteciperà anche alle edizioni successive della Biennale di Venezia (dal 1930 al 1942) e alle Quadriennali di Roma (dalla prima del 1931 fino alle edizioni del dopoguerra). Nel 1945 è tra i fondatori dell’Art Club, Associazione Artistica Internazionale per lo sviluppo dell’arte contemporanea indipendente. Nel 1955 è nominato ordinario della cattedra di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Muore a Roma il 17 giugno 1956.

Ufficio Comunicazione MACRO
Massimiliano Moschetta T +39 06 671070443 massimiliano.moschetta@gmail.com

Ufficio Stampa Zètema Progetto Cultura
Patrizia Morici T +39 06 82077371 +39 348 5486548 p.morici@zetema.it
Giusi Alessio T +39 06 82077327 +39 340 4206562 g.alessio@zetema.it

Ufficio Stampa ELECTA Ilaria Maggi T. +39 02 21563250 imaggi@mondadori.it

Conferenza stampa Lunedì 12 Ottobre 2009 12:00
Inaugurazioni: 12 ottobre ore 19:00
Per il drink dell’inaugurazione thanks to Camparisoda e Mister Nut

MACRO
Via Reggio Emilia, 54 Roma
Orario
Martedì-domenica 9.00-19.00; 24 e 31 dicembre 9.00-14.00 (la biglietteria chiude mezz'ora prima)
Biglietto d'ingresso
Biglietto unico integrato Intero € 4,50 Ridotto € 3,00
Biglietto valido 7 giorni per l'ingresso alle due sedi museali
Informazioni 06 0608 dalle 9.00 alle 21.00

IN ARCHIVIO [231]
Cinque mostre
dal 25/11/2015 al 12/3/2016

Attiva la tua LINEA DIRETTA con questa sede