Interno&Dumdum
Bologna
via Santa Maria Maggiore 4
051 251557 FAX 051 246763

and dance around in your bones
dal 2/6/2000 al 10/6/2000

Segnalato da



approfondimenti

Robert Pettena
Daniele Perra



 
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2/6/2000

and dance around in your bones

Interno&Dumdum, Bologna

Giovane artista anglo-italiano, vive e lavora a Firenze. Le sue opere (tecnologiche e manuali) sono videoproiezioni organizzate, pulite, efficaci e poetiche. Crude e crudeli, ossessionate dal pensiero della morte.


comunicato stampa

Giovane artista anglo-italiano, vive e lavora a Firenze. Le sue opere (tecnologiche e manuali) sono videoproiezioni organizzate, pulite, efficaci e poetiche. Crude e crudeli, ossessionate dal pensiero della morte. Cubi luminosi con fotografie ricoperte di acqua che, al vibrare delle casse acustiche interne, si increspa deformando le immagini. Videoproiezioni di bambini che cuociono nella pentola ricordano le ricette culinarie di Jonathan Swift. Un video a ritroso proiettato su di una architettura posticcia, ricostruisce una grande casa giocattolo distrutta precedentemente dall'artista stesso. Una lunga, vera, camicia da notte di seta bianca e un fantasma impiccato che indossa la stessa camicia, videoproiettato in sovrapposizione rendono ambigua la realtà. Il sonoro creato per le installazioni contribuisce all'atmosfera pregnante.

PROFILO ARTISTICO: mentre riprendo con la videocamera o scatto una foto, cerco di entrare n relazione con l'oggetto che ho di fronte e rappresentare l'oggetto ome "appare" e interagisce con lo spazio. Spesso il suo significato interno non corrisponde a quello esterno. Interno ed esterno di un corpo o di un oggetto spesso non dialogano affatto, anzi divergono, e diventano due aspetti estremi della stessa immagine che tuttavia convive perfettamente. Nei miei lavori ho sempre mostrato la dualità interno/esterno. L'esterno dell'installazione, che considero come il guscio dell'opera, si rende esplicito e al tempo stesso fa da contenitore a qualcosa che non gli è familiare. Quando l'apparente separazione si dissolve le due componenti sono costrette a dialogare. Di norma gli oggetti non mostrano il loro interno come per impedire all'osservatore di percepire la relazione esistente tra l'epidermide e ciò ch'essa riveste. Anche la comunicazione tra il nostro interno ed esterno non è speculare, non c'è corrispondenza tra pensiero e ciò che di esso riusciamo a trasmettere. Il legame tuttavia esiste e funziona secondo regole che ci sfuggono, oscure ai più: il rapporto tra le due parti del nostro essere ci riserva sorprese e ci costringe a indagare. I dissapori che si creano nella convivenza di elementi divergenti soon l'oggetto del mio interesse: cerco di ricostruire queste sensazioni per lanciarle in un "ring" in modo che si possano osservare. Gli spostamenti del proprio corpo rilevano gli spazi circostanti e ne indagano la possibilità di un ricovero. Così il proprio esistere instaura dialogo col luogo. I rilevamenti su ciò che lega la propria esistenza col corpo rigido accentua il confronto tra vita e morte. L'occhio registra i dati, naviga tentando di dare visibilità ai fenomeni contingenti, e di prevedere possibile relazione fisica e sensoriale con lo spazio. La videocamera é strumento di registrazione per captare le proprie attitudini latenti. Il materiale comportamentale ricavato ha do di sopravvivere mediante l'immagine proiettata su oggetti, moduli abitativi scomodi. Allora il dialogo diviene necessario, l'immagine, virtualmente animata, si riposa in zone libere, spazi ostili. La violenza, la caparbietà di volerli abitare, trascina su strade generalmente evitate a priori e quindi sconosciute. Gli involucri che racchiudono le immagini sospese nel loro incessante accadimento scardinano, deviano il fine, il termine del ciclo naturale: così l'oggetto può divenire il guscio, l'abitazione in cui l'immagine sopravvive. Avvicinarsi ai linguaggi relativi al tema della morte, tentare di sfiorarne le conseguenze, non deve essere necessariamente spiacevole, è proprio l'isolamento prodotto dalle abitudini della cultura occidentale a soffocare le voci di universi dai contenuti ricchi di zone vitalissime, dove le contraddizioni si fondono creando architetture ludiche e nuovi spazi di ricerca. L'aspetto temporale viene annullato nell'installazione, poichè ciò che accade viene reiterato fino a provocare una dilatazione spazio-temporale, tale da tendere all'infinito.

Artista:
Robert Pettena

Curatore:
Daniele Perra

Inaugurazione:
sabato 3 giugno 2000 ore 21,30

Sede espositiva:
interno&dumdum via santa maria maggiore 4 bologna

Periodo:
dal 6 al 10 giugno dalle ore 21,30 alle 23,00

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