Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO
Roma
via Nizza, 138
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WEB
Lifesize
dal 21/5/2002 al 24/6/2002
06 67107990

Segnalato da

Cristiana Perrella




 
calendario eventi  :: 




21/5/2002

Lifesize

Museo d'Arte Contemporanea Roma - MACRO, Roma

Sezione Speciale di FotoGrafia. A cura di Cristiana Perrella e Stefania Miscetti. Sezione Speciale di Foto Grafia. Festival Internazionale di Fotografia di Roma. Alcuni tra i piu' significativi artisti contemporanei che utilizzano la fotografia per presentare, senza filtri estetici, una realta' vera, toccante e, a volte, cruda. Opere di Nan Goldin, Boris Mikhailov, Esko Mannikko e Richard Billingham.


comunicato stampa

a cura di Cristiana Perrella e Stefania Miscetti

Sezione Speciale di Foto Grafia
Festival Internazionale di Fotografia di Roma

inagurazione: mercoledì 22 maggio
le mostre saranno aperte al pubblico dal 23 maggio al 21 giugno 2002

Una serie di mostre ed eventi dedicati ad alcuni tra i più significativi artisti contemporanei che utilizzano la fotografia per presentare, senza filtri estetici, una realtà vera, toccante e, a volte, cruda. Opere di Nan Goldin, Boris Mikhailov, Esko Mannikko e Richard Billingham.

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Nan Goldin, The Ballad of Sexual Dependency, Museo d'Arte Contemporanea di Roma (via Reggio Emilia, 54)

Come un film guardato in fermo immagine, lo slide show che ripercorre in 700 scatti l'intera carriera di Nan Goldin.

Presentato per la prima volta in Italia, "The Ballad of Sexual Dependency" è il corpus di fotografie più famoso di Nan Goldin che, oltre ad essere raccolto in un libro, viene proiettato in 700 diapositive (mostrate in dissolvenza per circa 45 min), con una colonna sonora che mescola Maria Callas e Dean Martin, scelta dall'artista stessa. Un vero e proprio diario visivo della sua vita e un compendio dei temi affrontati in circa trent'anni di lavoro fotografico. "The Ballad è un lavoro molto duro, molto incazzato contro gli uomini,- dice Nan Goldin - un lavoro sulla dipendenza. Dipendenza dal sesso, dal desiderio, dal bisogno... dal bisogno estremo di rapporti e dalla paura di stare soli". Le persone ritratte nelle immagini che si avvicendano proiettate sullo schermo bevono, dormono, fumano crack, piangono, si truccano, fanno sesso, guardano la tv, invecchiano, si sposano, si ammalano, muoiono e le loro storie si intrecciano negli anni. Solo una reale confidenza con i soggetti permette alla macchina fotografica di "restare invisibile", di non frustrare con il suo meccanismo il desiderio che chi guarda possa vedere l'altro con gli occhi stessi del fotografo, senza termini intermedi. "E' come se la mia mano fosse una macchina fotografica - dice ancora la Goldin- Se fosse possibile vorrei non avere alcuno strumento tra me e il momento di fotografare."

Immagine: Nan Goldin, C putting on her makeup at Second Tip, Bangkok, 1992.

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Boris Mikhailov, Case History, Museo d'Arte Contemporanea di Roma (via Reggio Emilia, 54).

I nuovi poveri all'indomani della caduta del comunismo sovietico. Un documento struggente e appassionato di un maestro della fotografia russa.

La mostra è la prima occasione per il pubblico romano di avvicinarsi all'opera di Boris Mikhailov (nato nel 1938 a Kharkov, Ucraina), uno dei maggiori fotografi russi contemporanei. L'esposizione presenta più di duecento scatti provenienti dalla collezione Saatchi, selezionati all'interno della serie recente intitolata "Case History", pubblicata nel 1999 dall'editore Scalo in un libro tocccante e, a tratti, sconvolgente. Pioniere della fotografia "sociale" in tempi di feroce censura, Mikhailov descrive impietosamente i nuovi poveri russi, all'indomani della caduta del comunismo, senza abbandonarsi ai luoghi comuni o al compiacimento estetico per il brutto, testimoniando un'umanità sconfitta, dignitosa nella sua decadenza. Un documento struggente e appassionato, tra i più potenti che la fotografia contemporanea abbia mai prodotto.

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3.Esko Männikkö, Organized Freedom, Galleria Nazionale d'Arte Moderna (via le delle Belle Arti)

Nei ritratti di immigrati che risiedono in Finlandia, una nuova dimensione dell'indagine di Männikkö sull'individuo e gli spazi in cui vive.

Alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Esko Männikkö espone dieci immagini dal suo lavoro più recente, "Organized Freedom" (2001) dove ha ritratto "stranieri" che risiedono in Finlandia. Nato nel 1959 a Pudasjärvi, Esko Männikö vive e lavora a Oulu, nel profondo Nord della Finlandia, dove ritrae uomini e talvolta animali che sovente vivono solitari al margine estremo tra civiltà e natura selvaggia: li fotografa nel loro ambiente domestico, circondati dagli oggetti che amano e che rispecchiano i gusti e le abitudini della loro vita quotidiana. Queste immagini, caratterizzate da grande lucidità e partecipazione umana, e da una composizione formale rigorosa come un quadro rinascimentale, trascendono la situazione particolare per diventare rappresentazioni della condizione umana di valore universale. Diversamente dalla maggior parte dei (che per stampare le fotografie a colori utilizzano laboratori esterni) Männikö stampa personalmente e con estrema cura ogni sua fotografia. Inoltre per ogni immagine sceglie una cornice, usata o antica, che diventa parte integrante del lavoro. La cornice funge da tramite tra rappresentazione e realtà, tra bellezza pittorica dell'immagine e l'umile realtà ritratta.

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4. Richard Billingham, "Ray in bed" (1999), video proiezione alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna (viale delle Belle Arti)

Pathos, disperazione, speranza. Tutto accade tra le quattro mura domestiche, Il paesaggio mutevole della propria vita familiare ripreso con un misto di coinvolgimento e distacco da uno dei fotografi inglesi più intensi dell'ultimo decennio.

Nato nel 1970 a Birmingham, Billingham per sette anni ha fotografato i suoi genitori, il fratello, gli animali domestici all'interno del loro appartamento nelle case popolari del West Midlands pensando di utilizzare le immagini come studi per dipinti. In seguito ha deciso di esporre direttamente le sue foto, che sono state presentate con successo presso gallerie di New York, Milano, Parigi e Londra. Nel 1996 ha pubblicato per Scalo il libro di fotografie "Ray's a Laugh"; nel 1997 ha partecipato alla mostra Sensation a Londra ed ha vinto il prestigioso Citibank Private Bank Photography Prize. L'anno scorso è stato uno dei finalisti del celebre Turner Prize della Tate Gallery. Le fotografie di Billingham suscitano impressioni contraddittorie e sconcertanti: le immagini sono allo stesso tempo naive, umane e belle quanto artificiali, violente e dirette, a metà tra il documentario e la fiction. L'artista è spettatore e attore nello scenario di una tragicomica vita quotidiana e domestica, attorno alla quale ruotano Liz e Ray, genitori di Billingham, che nell'immagine fotografica divengono eroici e miserabili, fissati nell'ineluttabilità della loro esistenza.

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5. Larry Clark, I film:Bully (2001), Another Day in Paradise (1998), Kids (1995). Nuovo Sala Multimediale di Palazzo delle Esposizioni - 13 giugno

Presentata dall'autore, una rassegna dei film del fotografo che ha raccontato in presa diretta un'adolescenza candida e selvaggia, ai margini della società americana.

Larry Clark (Tulsa, 1943) è un fotografo, un artista e un cineasta noto per la risoluta autenticità del suo sguardo. Nel 1963 ha preso a documentare la vita violenta dei consumatori di amfetamine per il suo libro fotografico Tulsa, pubblicato nel 1971. Fra gli altri libri si ricordano Teenage Lust (1983) e Perfect Childhood (1993). Le sue foto sono state esposte in oltre 50 importanti gallerie e collezioni permanenti di tutto il mondo. Ha esordito alla regia nel 1995 con Kids, scritto da Harmony Korine, che in uno sconvolgente stile documentario racconta di un gruppo di adolescenti di Manhattan; il film ha vinto la Palma d'oro al Festival di Cannes. Successivamente ha diretto Another Day in Paradise, storia di due vecchi balordi fuorilegge che educano al crimine una giovane coppia di amanti. Il suo ultimo film "Bully" ancora non distribuito in Italia, racconta del capo banda di un gruppuscolo di giovani allo sbando che pianifica ed esegue l'uccisione di un compagno giudicato "troppo cattivo". Secondo Clark, nell'America di oggi ai ragazzi non manca nulla dal punto di vista materiale. Però manca quasi del tutto la presenza dei genitori. I figli si drogano e fanno sesso per divertirsi e per impiegare il tempo. L'adolescenza è la fase più importante della vita e quello che succede in quegli anni lascia un segno sulla psiche e sul futuro. "I valori che i nostri genitori ci hanno trasmesso non sono considerati importanti o forse è proprio il contatto con la realtà che convince giovani come questi a ignorare i consigli dei genitori".

Per informazioni: 06-32649385/1 oppure 06-68805880

luoghi: Galleria Nazionale d'Arte Moderna (viale delle Belle Arti), Museo di Arte Contemporanea (via Reggio Emilia) e Sala Multimediale di Palazzo delle Esposizoni (via Milano)

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