Nan Goldin
Boris Mikhailov
Esko Mannikko
Richard Billingham
Cristiana Perrella
Stefania Miscetti
Sezione Speciale di FotoGrafia. A cura di Cristiana Perrella e Stefania Miscetti. Sezione Speciale di Foto Grafia. Festival Internazionale di Fotografia di Roma. Alcuni tra i piu' significativi artisti contemporanei che utilizzano la fotografia per presentare, senza filtri estetici, una realta' vera, toccante e, a volte, cruda. Opere di Nan Goldin, Boris Mikhailov, Esko Mannikko e Richard Billingham.
a cura di Cristiana Perrella e Stefania Miscetti
Sezione Speciale di Foto Grafia
Festival Internazionale di Fotografia di Roma
inagurazione: mercoledì 22 maggio
le mostre saranno aperte al pubblico dal 23 maggio al 21 giugno 2002
Una serie di mostre ed eventi dedicati ad alcuni tra i più
significativi artisti contemporanei che utilizzano la fotografia per
presentare, senza filtri estetici, una realtà vera, toccante e, a
volte, cruda. Opere di Nan Goldin, Boris Mikhailov, Esko Mannikko e
Richard Billingham.
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Nan Goldin, The Ballad of Sexual Dependency, Museo d'Arte
Contemporanea di Roma (via Reggio Emilia, 54)
Come un film guardato in fermo immagine, lo slide show che ripercorre in
700 scatti l'intera carriera di Nan Goldin.
Presentato per la prima volta in Italia, "The Ballad of Sexual
Dependency" è il corpus di fotografie più famoso di Nan Goldin che,
oltre ad essere raccolto in un libro, viene proiettato in 700
diapositive (mostrate in dissolvenza per circa 45 min), con una colonna
sonora che mescola Maria Callas e Dean Martin, scelta dall'artista
stessa. Un vero e proprio diario visivo della sua vita e un compendio
dei temi affrontati in circa trent'anni di lavoro fotografico. "The
Ballad è un lavoro molto duro, molto incazzato contro gli uomini,-
dice Nan Goldin - un lavoro sulla dipendenza. Dipendenza dal sesso, dal
desiderio, dal bisogno... dal bisogno estremo di rapporti e dalla paura
di stare soli". Le persone ritratte nelle immagini che si avvicendano
proiettate sullo schermo bevono, dormono, fumano crack, piangono, si
truccano, fanno sesso, guardano la tv, invecchiano, si sposano, si
ammalano, muoiono e le loro storie si intrecciano negli anni. Solo una
reale confidenza con i soggetti permette alla macchina fotografica di
"restare invisibile", di non frustrare con il suo meccanismo il
desiderio che chi guarda possa vedere l'altro con gli occhi stessi del
fotografo, senza termini intermedi. "E' come se la mia mano fosse una
macchina fotografica - dice ancora la Goldin- Se fosse possibile vorrei
non avere alcuno strumento tra me e il momento di fotografare."
Immagine: Nan Goldin, C putting on her makeup at Second Tip,
Bangkok, 1992.
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Boris Mikhailov, Case History, Museo d'Arte Contemporanea di Roma (via
Reggio Emilia, 54).
I nuovi poveri all'indomani della caduta del comunismo sovietico. Un
documento struggente e appassionato di un maestro della fotografia
russa.
La mostra è la prima occasione per il pubblico romano di avvicinarsi
all'opera di Boris Mikhailov (nato nel 1938 a Kharkov, Ucraina), uno dei
maggiori fotografi russi contemporanei. L'esposizione presenta più di
duecento scatti provenienti dalla collezione Saatchi, selezionati
all'interno della serie recente intitolata "Case History", pubblicata
nel 1999 dall'editore Scalo in un libro tocccante e, a tratti,
sconvolgente. Pioniere della fotografia "sociale" in tempi di feroce
censura, Mikhailov descrive impietosamente i nuovi poveri russi,
all'indomani della caduta del comunismo, senza abbandonarsi ai luoghi
comuni o al compiacimento estetico per il brutto, testimoniando
un'umanità sconfitta, dignitosa nella sua decadenza. Un documento
struggente e appassionato, tra i più potenti che la fotografia
contemporanea abbia mai prodotto.
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3.Esko Männikkö, Organized Freedom, Galleria Nazionale d'Arte
Moderna (via le delle Belle Arti)
Nei ritratti di immigrati che risiedono in Finlandia, una nuova
dimensione dell'indagine di Männikkö sull'individuo e gli spazi in
cui vive.
Alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Esko Männikkö espone dieci
immagini dal suo lavoro più recente, "Organized Freedom" (2001) dove
ha ritratto "stranieri" che risiedono in Finlandia. Nato nel 1959 a
Pudasjärvi, Esko Männikö vive e lavora a Oulu, nel profondo Nord
della Finlandia, dove ritrae uomini e talvolta animali che sovente
vivono solitari al margine estremo tra civiltà e natura selvaggia: li
fotografa nel loro ambiente domestico, circondati dagli oggetti che
amano e che rispecchiano i gusti e le abitudini della loro vita
quotidiana. Queste immagini, caratterizzate da grande lucidità e
partecipazione umana, e da una composizione formale rigorosa come un
quadro rinascimentale, trascendono la situazione particolare per
diventare rappresentazioni della condizione umana di valore universale.
Diversamente dalla maggior parte dei (che per stampare le fotografie a
colori utilizzano laboratori esterni) Männikö stampa personalmente e
con estrema cura ogni sua fotografia. Inoltre per ogni immagine sceglie
una cornice, usata o antica, che diventa parte integrante del lavoro. La
cornice funge da tramite tra rappresentazione e realtà , tra bellezza
pittorica dell'immagine e l'umile realtà ritratta.
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4. Richard Billingham, "Ray in bed" (1999), video proiezione alla
Galleria Nazionale d'Arte Moderna (viale delle Belle Arti)
Pathos, disperazione, speranza. Tutto accade tra le quattro mura
domestiche, Il paesaggio mutevole della propria vita familiare ripreso
con un misto di coinvolgimento e distacco da uno dei fotografi inglesi
più intensi dell'ultimo decennio.
Nato nel 1970 a Birmingham, Billingham per sette anni ha fotografato i
suoi genitori, il fratello, gli animali domestici all'interno del loro
appartamento nelle case popolari del West Midlands pensando di
utilizzare le immagini come studi per dipinti. In seguito ha deciso di
esporre direttamente le sue foto, che sono state presentate con successo
presso gallerie di New York, Milano, Parigi e Londra. Nel 1996 ha
pubblicato per Scalo il libro di fotografie "Ray's a Laugh"; nel 1997 ha
partecipato alla mostra Sensation a Londra ed ha vinto il prestigioso
Citibank Private Bank Photography Prize. L'anno scorso è stato uno dei
finalisti del celebre Turner Prize della Tate Gallery. Le fotografie di
Billingham suscitano impressioni contraddittorie e sconcertanti: le
immagini sono allo stesso tempo naive, umane e belle quanto artificiali,
violente e dirette, a metà tra il documentario e la fiction. L'artista
è spettatore e attore nello scenario di una tragicomica vita
quotidiana e domestica, attorno alla quale ruotano Liz e Ray, genitori
di Billingham, che nell'immagine fotografica divengono eroici e
miserabili, fissati nell'ineluttabilità della loro esistenza.
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5. Larry Clark, I film:Bully (2001), Another Day in Paradise (1998),
Kids (1995). Nuovo Sala Multimediale di Palazzo delle Esposizioni - 13
giugno
Presentata dall'autore, una rassegna dei film del fotografo che ha
raccontato in presa diretta un'adolescenza candida e selvaggia, ai
margini della società americana.
Larry Clark (Tulsa, 1943) è un fotografo, un artista e un cineasta
noto per la risoluta autenticità del suo sguardo. Nel 1963 ha preso a
documentare la vita violenta dei consumatori di amfetamine per il suo
libro fotografico Tulsa, pubblicato nel 1971. Fra gli altri libri si
ricordano Teenage Lust (1983) e Perfect Childhood (1993). Le sue foto
sono state esposte in oltre 50 importanti gallerie e collezioni
permanenti di tutto il mondo. Ha esordito alla regia nel 1995 con Kids,
scritto da Harmony Korine, che in uno sconvolgente stile documentario
racconta di un gruppo di adolescenti di Manhattan; il film ha vinto la
Palma d'oro al Festival di Cannes. Successivamente ha diretto Another
Day in Paradise, storia di due vecchi balordi fuorilegge che educano al
crimine una giovane coppia di amanti. Il suo ultimo film "Bully" ancora
non distribuito in Italia, racconta del capo banda di un gruppuscolo di
giovani allo sbando che pianifica ed esegue l'uccisione di un compagno
giudicato "troppo cattivo". Secondo Clark, nell'America di oggi ai
ragazzi non manca nulla dal punto di vista materiale. Però manca
quasi del tutto la presenza dei genitori. I figli si drogano e fanno
sesso per divertirsi e per impiegare il tempo. L'adolescenza è la fase
più importante della vita e quello che succede in quegli anni lascia
un segno sulla psiche e sul futuro. "I valori che i nostri genitori ci
hanno trasmesso non sono considerati importanti o forse è proprio il
contatto con la realtà che convince giovani come questi a ignorare i
consigli dei genitori".
Per informazioni: 06-32649385/1 oppure 06-68805880
luoghi: Galleria Nazionale d'Arte Moderna (viale delle Belle Arti),
Museo di Arte Contemporanea (via Reggio Emilia) e Sala Multimediale di
Palazzo delle Esposizoni (via Milano)