Completati i lavori di ristrutturazione, riapre al pubblico la galleria che ospita una ricca collezione di opere di varie epoche e tipologie fra cui l'Annunciazione, di Antonello da Messina. L'allestimento presenta un'articolata sequenza di pitture, sculture, ma anche di argenti e ori, arredi sacri, abiti storici, tessuti, ceramiche, armi e stampe dall'eta' bizantina al XIX secolo, ordinati secondo un criterio di esposizione organica e cronologica, che restituisce una visione completa della civilta' figurativa strettamente legata alle vicende della citta'.
Completati i complessi lavori di ristrutturazione, riapre al pubblico il prossimo sabato 17 ottobre la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, lo storico “contenitore d’arte” che, nel cuore dell’antica Ortigia, ospita una ricca collezione di opere di varie epoche e tipologie fra cui l’Annunciazione, di Antonello da Messina, un capolavoro da poco restituito alla comunità dopo un delicatissimo intervento di restauro conservativo curato dall’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma (ISCR)
La cerimonia di inaugurazione seguirà la conferenza stampa fissata per le ore 10 di sabato prossimo nella sede del Museo (via Capodieci, 14). Insieme al direttore del Bellomo, arch. Luigi Messina, saranno il Ministro dell’Ambiente, on. Stefania Prestigiacomo, il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo e l’Assessore Regionale ai Beni Culturali e Ambientali on. Lino Leanza. A sottolineare il clima di festa per la riapertura di Palazzo Bellomo sarà un concerto da camera organizzato in collaborazione con l’Ersu dell’Università di Catania (ore 18).
Proprio l’Annunciazione di Antonello - fino a qualche settimana fa esposta presso l’ex Convento del Ritiro in occasione della lunga mostra (Dicembre 2008 - Aprile 2009) dedicatale dalla stessa Galleria - costituisce ora il fulcro del nuovo percorso espositivo del Bellomo curato da Francesca Campagna Cicala.
Rinnovato, durante i lavori di consolidamento e restauro, anche l’allestimento museografico della Galleria che oggi presenta, distribuita su due piani, un’articolata sequenza di raffinatissime pitture, sculture ma anche di argenti e ori, arredi sacri, abiti storici, tessuti, merletti, ceramiche, armi, presepi e stampe dall‘età bizantina al XIX secolo, ordinati secondo un criterio di esposizione non più tipologica, ma organica e cronologica, così da restituire una visione completa della civiltà figurativa strettamente legata alle vicende della città, e far risaltare il più possibile il rapporto tra le fasi dell’edificio ed il nucleo di materiali esposti.
Tra i numerosi capolavori figurano la Madonna in trono col Bambino tra le Sante Eulalia e Caterina d’Alessandria attribuita al pittore spagnolo Pedro Serra, la Madonna del Cardillo di Domenico Gagini, il prezioso Libro d’Ore miniato di bottega fiamminga, il raffinatissimo S. Leonardo attribuito a Lorenzo Veneziano e i dipinti Deposizione, Martirio di Santa Lucia e Miracolo di Santa Chiara, dell’artista siracusano Mario Minniti, amico e seguace del Caravaggio.
“L’obiettivo – spiega il direttore della Galleria, arch. Luigi Messina – era quello di migliorare l’offerta museale sia per la comunità siciliana, che al Bellomo ritrova le proprie radici storiche e culturali, che per la moltitudine di viaggiatori stranieri che ogni anno fanno di Siracusa una tappa obbligata, attratti dalla sua storia millenaria, i suoi monumenti, il culto del teatro classico e la dolcezza dei paesaggi”.
Imponente e armonioso pur nella commistione di stili architettonici - svevi e catalani con successivi rimaneggiamenti - Palazzo Bellomo fu realizzato nel XIII secolo durante il regno di Federico II di Svevia. Per oltre tre secoli è stata la dimora dell’ omonima e potente famiglia siracusana. Nel 1725 fu acquistato dalle monache di San Benedetto e congiunto al vicino Palazzo Parisio, sede originale del monastero.
Il percorso, le opere
Palazzo Bellomo, eretto durante il regno di Federico II, pur conservando la sua primaria struttura normanna, è autorevole esempio di perfetta fusione e felice integrazione di forme architettoniche diverse, sveva prima catalana dopo, in una straordinaria cornice di sovrapposizione e felice integrazione di stili.
Abitato per oltre tre secoli dalla famiglia Bellomo, tra le più potenti della Siracusa del ‘400, nel 1725 il Palazzo fu venduto alle suore del monastero di S. Benedetto venendo a formare un unico imponente complesso architettonico con l’attiguo Palazzo Parisio, trecentesca abitazione di Pietro Parisio, barone del Cassaro, dove le Benedettine avevano istituito la propria sede.
Nel 1940 circa, le collezioni d’arte medievale e moderna, fino ad allora confluite nel Museo Archeologico Nazionale, vennero separate dalle collezioni archeologiche con l’intento di valorizzarle in una collocazione più consona, e, nel 1948, fu inaugurato, presso Palazzo Bellomo, un primo ordinamento museografico costituito da opere d’arte provenienti da chiese e conventi soppressi (1866), progressivamente incrementato da acquisti e donazioni.
Le collezioni della Galleria Bellomo illustrano gli sviluppi della cultura figurativa a Siracusa e, più in generale, nell’area sud-orientale della Sicilia, con particolare riguardo alla produzione pittorica e alle arti decorative.
Le opere sono ordinate secondo un sistema di esposizione organica e cronologica, così da rappresentare lo snodarsi della civiltà figurativa strettamente legata alle vicende della città, e a far risaltare il più possibile il rapporto tra le fasi dell’edificio ed il nucleo di materiali esposti.
Il percorso si articola su due piani:
Piano terra
Sala I: materiali marmorei e calcarei del periodo paleocristiano e bizantino dal V al IX secolo; spiccano un Sarcofago bizantino del VI secolo, decorato con tre grandi croci latine, e una serie di colonnine con Capitelli “a stampella” del secolo VIII.
Sala II: materiali scultorei dei secoli X-XIV; di particolare interesse il frammento di Lastra di parapetto di pulpito (ambone) raffigurante un’aquila, simbolo di S. Giovanni Evangelista (sec. XI), e il rilievo in pietra calcarea, con tracce di policromia, raffigurante la Crocifissione e ai lati l’Adorazione dei Magi e l’Annunciazione (sec. XIV).
Sala III: opere prevalentemente pittoriche del secolo XV; di rilievo la Madonna in trono col Bambino tra le Sante Eulalia e Caterina d’Alessandria, attribuita al pittore spagnolo Pedro Serra, la piccola tavoletta raffigurante la Madonna col bambino, e il raffinatissimo S. Leonardo ascritto a Lorenzo Veneziano.
Sala IV: pale d’altare della prima metà del ‘400 attribuite al Maestro convenzionalmente noto come Maestro del polittico di S. Maria, splendidi esemplari di piatti di maiolica a lustri metallici, il Monumento funebre di Eleonora Branciforte Aragona (1525), ricondotta allo scultore Giovan Battista Mazzolo, il polittico con la Trasfigurazione, una Madonna in trono e sei angeli del ‘400 avanzato.
Primo piano
Sala V: Fulcro dell’intera organizzazione museale, il salone quattrocentesco ospita la preziosa Annunciazione di Antonello da Messina (1474). L’allestimento sottolinea l’interrelazione tra lo spazio architettonico dell’edificio e l’ambiente in cui si svolge la scena del quadro, e amplifica la suggestione del dipinto attraverso testimonianze che rimandano a elementi del dipinto stesso: un Piatto di maiolica a lustro di officine siracusane della seconda metà del XV secolo, il Libro d’Ore, miniato, di ignoto fiammingo (secolo XVI), la bellissima Madonna col Bambino, detta la Madonna del Cardillo, attribuita a Domenico Gagini e la lastra tombale di Giovanni Cabastida, vicina al linguaggio di Francesco Laurana e rilavorata sul retro in epoca più tarda con la raffigurazione della Deposizione tra S. Giovanni Evangelista e la Maddalena,
Sala VI: pittura e scultura dei secoli XV/XVI; di evidenza la Madonna in trono col Bambino tra le Sante Margherita e Apollonia di Antonello Crescenzio “il Panormita” (1497), la Trinità fra i santi Stefano e Giacomo pellegrino dell’artista siracusano Marco Costanzo, le statue della Madonna col Bambino e dell’Angelo annunziante, attribuite ad Antonello e Antonino Gagini.
Sala VII: scultura e pittura dei secoli XV/XVI, con una ricca esposizione dei Madonneri cretesi-veneziani dal XV al XVII-XVIII secolo appartenenti alle collezioni della famiglia Bellomo; di forte risalto il Trittico a cerniera portatile con L’Apoteosi della Vergine e Storia del Nuovo Testamento della Scuola di Stroganow (1590 circa).
Sala VIII: pittura e scultura del XVI secolo; di particolare interesse l’Annunciazione e la Deposizione di Ignoto, le statue in legno dipinto di S. Biagio e di San Regolo, il Taccuino dei Disegni del manierista fiorentino Filippo Paladini.
Sala IX: pittura, scultura, arte decorativa e applicata del secolo XVII; di rilevanza i dipinti Deposizione, Martirio di Santa Lucia e Miracolo di Santa Chiara, dell’artista siracusano Mario Minniti, amico e seguace del Caravaggio, le piccole teche con Scene di peste e il Volto del Cristo del ceroplasta siracusano Gaetano Zumbo.
Sala X: pittura, scultura, manufatti tessili e argentei dei secoli XVII/XVIII tra cui il dipinto e il bozzetto raffiguranti Il Miracolo di Sant’Orsola, il Reliquario argenteo di Sant’Orsola a forma di galeone, il dipinto dell’Immacolata e Santi di Guglielmo Borremans.
Sala XI: pittura dei secoli XVIII/XIX. Di particolare interesse San Paolo predica nelle Latomie di Siracusa di Francesco Paolo Priolo (1867), e il Plastico della città di Siracusa, in legno e avorio, attribuito a Frà Pietro Fortezza.
Sala XII: manufatti in ceramica del XIX secolo; gruppi presepiali e statuine in terracotta della bottega dei Bongiovanni Vaccaro, e Presepe in cera, conservato in una teca in vetro e legno dorato, la c.d. “scarabattola”, attribuito a Frate Ignazio Macca.
Sala XIII: due berline settecentesche, una portantina vescovile, abiti storici.
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Immagine: Antonello da Messina, Annunciazione, particolare.
Inaugurazione sabto 17 Ottobre 2009 alle 10
Galleria Regionale di Palazzo Bellomo
via Capodieci 14, Siracusa
orari: martedi-sabato, orario 9-19, domenica 9-13