Le immagini dell'artista propongono un mondo tra organico e meccanico. In esse c'e' un preciso riferimento all'arte rinascimentale rintracciabile anche in Max Ernst e altri pittori surrealisti. Presenze antropo-meccaniche o d'inverosimili alambicchi e laboratori chimici si compongono secondo parti dell'anatomia umana. A cura di Renzo Margonari.
a cura di Renzo Margonari
"Del Surrealismo
sopravvive lo stato di desiderio ambiguo -l'aspirazione a rimuovere il dubbio-
che tocca il pensiero creativo dell'artista d'oggi. Qualcosa che resta
indefinibile, come in attesa di un completamento, ignorando quanto necessita.
Simile ambiguità generica si riproduce anche nello specifico di ogni artista
Surrealista. Chi incontra Christian d'Orgeix trova una persona aperta, solare,
disposta al dialogo e molto reattiva, ma si percepisce che un aspetto della sua
personalità resta in ombra, come una malinconia lontana indefinibile, insomma
qualcosa di ambiguo, e il termine, stavolta, deve assumere una valenza positiva,
vale a dire come una variante approssimativa della connessione tra "misterioso" e
"bivalente". Sono convinto che se l'artista è nel pieno della propria facoltà
espressiva, la sua virtù poetica si manifesta con piena sincerità.
L'opera di
d'Orgeix, dunque, riproduce dell'impreciso fascino della sua personalità
magistrale. Egli applica alla lettera, infatti, l'automatismo psichico creando
opere pittoriche e plastiche con un'ampiezza di procedure tecniche e concettuali
che contengono l'intero lessico del linguaggio estetico surreale e rappresentano
figurativamente la ricchezza esperienziale di un instancabile scorridore dell'ES
che ha compiuto tutti gli esperimenti continuando apertamente l'instancabile
ricerca nell'"inconscio collettivo", spinto dall'insaziabile desiderio che è pure
l'irraggiungibile aspirazione di ri-conoscere il circostante. Queste perenni
varianti morfologiche riguardano anche lo stile figurativo che aderendo
all'immagine (quando non è viceversa) è anch'esso mutevole, talvolta all'interno
di una stessa rappresentazione. Se ci avviciniamo al mistero, però, scopriamo che
non si tratta, di ravvisare la "seconda natura delle cose" rivelata da De Chirico
con la sua figurazione metafisica, perché D'Orgeix non scopre, ma esplora e
registra progressive mutazioni delle forme mentre assumono aspetti e già cambiano
per altri.
Le immagini propongono un mondo tra organico e meccanico, in altre
parole una meccanica organica della vita, ma non conosciamo alcuna sua opera che
possa giudicarsi come ripetuto prodotto di una conveniente insistenza tematica
con lo scopo di rendere riconoscibile l'autore. Vediamo bene, del resto, che ogni
altra rappresentazione è differente ma allo stesso tempo complementare a quella
che stiamo osservando, pur realizzando il medesimo programma figurativo. C'è,
dunque, un preciso riferimento all'arte rinascimentale che ritroviamo spesso
anche in Max Ernst e altri pittori surrealisti, introducendo la sua eccezionale
versatilità tecnica nella realizzazione varia di presenze con morfologie
atropo-meccaniche o d'inverosimili alambicchi e laboratori chimici che si
compongono secondo parti dell'anatomia umana. Nelle sue immagini coesistono il
duro e il molle, innestati l'uno nell'altro senza che si possa distinguere una
vera differenza morfologica." Renzo Margonari - estratto dal catalogo della mostra
Christian d'Orgeix nasce nel 1927 a Foix (Francia). Vive e lavora ad Alés nei pressi
di Nimes, nella regione della Camargue. Conosce l'arte grazie a copie di opere,
sculture di gesso appartenute ad un suo prozio, allievo di Ingres. Frequenta corsi
serali di disegno alla Scuola di Belle Arti di Tolosa. Nel 1951 è a Parigi dove
incontra Anne-Marie, sua futura moglie,e dove frequenta molti degli artisti del
gruppo dei Surrealisti. Inizia la sua carriera espositiva nel 1953 al Salon dei
Surindependants al Museo d'Arte Moderna di Parigi. A questa seguiranno molte altre
mostre a Parigi, Düsseldorf, Milano, Londra, Venezia, e Vienna. Nel settembre 2009
il MAM (Museo Arte Moderna) di Gazoldo/Ippoliti (Mantova), in collaborazione con la
Galleria Peccolo, gli ha dedicato un'ampia mostra Antologica comprendente quadri,
bronzi e gouaches da lui realizzati in 50 anni di lavoro. Questa stessa mostra è ora
ospitata nei locali della Galleria Peccolo a Livorno.
Editore del catalogo Adriano Parise, Colognola ai Colli (Vr).
Inaugurazione 17 ottobre 2009 ore 18
Galleria Peccolo
Piazza Repubblica 12, Livorno
orario 10-13/16-20
(chiusura festivi e lunedì)
ingresso libero