La mostra raccoglie oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni, dai primi anni Novanta ad oggi. Si tratta prevalentemente di due tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrita', spesso del mondo dell'arte internazionale - da Tracey Emin a Mona Hatoum o a Zaha Hadid - e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato: sale cinematografiche, camere d'albergo, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood.
La mostra raccoglie oltre 35 lavori, alcuni di grandi dimensioni, dai primi anni novanta ad oggi.
Per l’occasione sarà esposta in anteprima mondiale l’opera Self Portrait with Botticelli - Florence, 2009, autoritratto dell’artista di fronte alla Primavera di Botticelli, realizzato nelle sale della Galleria degli Uffizi e prodotto per questa mostra.
Le opere di Youssef Nabil consistono in fotografie ritoccate a mano. Si tratta perlopiù, ma non esclusivamente, di due tipologie di ritratti: quelli di amici e di celebrità, spesso del mondo dell’arte internazionale e altrettanto spesso non europee, ma che in Occidente si sono imposte - da Tracey Emin a Mona Hatoum o a Zaha Hadid - e di autoritratti messi in scena su sfondi densi di significato, dalla facciata di sale cinematografiche a camere d’albergo, da un lato, e, dall’altro, paesaggi mitici, da Parigi a Hollywood o a Rio de Janeiro.
Come osserva Pier Luigi Tazzi: “Il cinema – non va dimenticata l’importanza per tutto il mondo arabo dell’industria cinematografica egiziana dagli Anni Sessanta del secolo passato nel corso di alcuni decenni – sembra essere stato la sua prima fonte di ispirazione. Le sue sono immagini dichiaratamente glamour di un mondo che la tecnica del ritocco a mano pone come in distanza in una suggestiva e favolistica atmosfera, in una fiction malinconica, manifestazioni di memorie di un passato ormai definitivamente e inesorabilmente trascorso, prodotti anacronistici di una nostalgia senza nome, anche se si tratta di una realtà ancora presente e viva, qual è quella della sua stessa vita o quella dei personaggi che ritrae ancora vigorosamente attivi e determinanti nella cultura più attuale del mondo di oggi. Questa mise-en-distance è dovuta soprattutto a quelle sue tinteggiature manuali e maniacali che si rifanno a tecniche antiche e decisamente obsolete. Come se il mondo a cui guarda, che continua ad affascinarlo e che infine rappresenta, non fosse altro che il ricordo di un mondo che è già stato e di cui lui, come artista, con la propria opera, celebrasse l’inesorabile esser trascorso”.
La mostra sarà corredata da un catalogo edito da Poggiali e Forconi con un testo critico di Pier Luigi Tazzi.
Inaugurazione sabato 17 ottobre ore 18.00
Galleria Poggiali e Forconi
Via della Scala, 35/A - Firenze
orari: martedì - sabato 10.30-13 / 15.30-19 domenica e lunedì chiuso
Ingresso libero