Cosaguardicosavuoivedere. La scissione tra il linguaggio ed i suoi contenuti, occorsa nel 900, libera una moltitudine di motivi e modalita' stilistiche; Balestrini entra in questa esperienza della lingua come scrittore e come artista. Dal confronto tra la parola e lo spazio, la lettera si mette in moto per creare composti mai visti ed impronunciabili. Le sale di Palazzo Bagnara diventano ora contenitori di un mondo verbale che insidia i significati delle parole, li rende ambigui, li dissemina, li annulla.
Nanni Balestrini nutre gran affetto per Napoli ed ama mostrarle intimamente il suo pensiero con cadenze temporali quasi regolari. Un nuovo progetto Cosaguardicosavuoivedere creato da Balestrini per le suggestive stanze della Fondazione Morra, che fino al 8 dicembre si trasformano in dimora provvisoria. La mostra, patrocinata dalla Regione Campania e dalla Provincia di Napoli, è accompagnata da un testo critico del prof. Achille Bonito Oliva, che sarà presente all’inaugurazione.
La scissione tra il linguaggio ed i suoi contenuti, occorsa nel '900, libera una moltitudine di motivi e modalità stilistiche; Balestrini entra in questa esperienza della lingua come scrittore ma anche come artista, "...Il testo si è scomposto, sfaldato, è uscito dalla linea, è dilagato e ha invaso la superficie della pagina. È stato naturale in questo processo un incontro tra letteratura e arte visiva, spesso praticate contemporaneamente da artisti-poeti". (N. Balestrini)
Da questo confronto tra la parola e lo spazio, la materia riempie i supporti, la lettera si mette in moto per creare composti mai visti ed impronunciabili. Attraverso la tecnica del cut-up, B. ricicla brandelli di testi altrui, perché "... ritiene che di testi se ne siano scritti fin troppi, e dunque non è proprio il caso di aggiungerne altri, ai già esistenti: basterà lavorare di forbici, andare a isolare frasi, parole, anzi, mozziconi di parole, come estrarre pepite, gemme luccicanti, dal conglomerato delle rocce più amorfe". (R. Barilli, Trattamenti Tipografici, in Con gli occhi del linguaggio, Fondazione Mudima)
In questo scambio concettuale tra superficie e volume, le sue opere acquistano un plusvalore e divengono corpi; così, le sculture decorate rivelano la volontà della scrittura, nella sua dimensione figurale, di fuoriuscire dai margini della pagina. In particolare, "…l’utilizzazione dei solidi classici come cilindri, prismi e cubi per introdurre la spazialità nella scrittura può essere un primo passo quasi simbolico, una specie di messaggio introduttivo abbastanza perentorio per indicare la direzione nella quale ci si vuol muovere e per suggerire il tipo di lettura che si intende offrire".
La profondità ottica, cioè l’impressione di poter penetrare visivamente nelle superfici secondo diverse distanze dal piano di riferimento, entra in gioco; il lettore-spettatore è coinvolto in uno sforzo fisico per avvicinarsi, allontanarsi, camminare intorno, in un movimento non imposto ma che è il risultato di una libera interpretazione.
I saloni di Palazzo Bagnara diventano così contenitori totali di un mondo verbale che attraverso la sua materialità insidia i significati delle parole, li rende ambigui, li fa esplodere, li dissemina, li annulla. Fino a far rimbalzare lo sguardo all’interno di ognuno di noi, come si legge nell’anello finale: GUARDATI DENTRO CAMBIA TE STESSO CAMBIA IL MONDO.
Inaugurazione giovedì 22 ottobre ore 17.00
Fondazione Morra
Palazzo Ruffo di Bagnara, Piazza Dante, 89 - 80135 Napoli
Lunedì - Venerdì: ore 10.00 -18.00