Hany Armanious 'Running man'. In mostra una serie di sculture in resina, realizzate tramite un calco con cui l'artista ricava copie identiche di oggetti come mobili, tavoli, secchi, neon o pietre preziose. Norbert Schwontkowski in 'Second Life' presenta, oltre ad una serie di tele inedite, alcuni dipinti su carta, nati come negativi di quadri precedentemente eseguiti.
Gallery A: Hany Armanious
'Running man'
Il lavoro di Hany Armanious (Ismalia, Egitto, 1962 – vive e lavora a Sidney), nella sua apparente leggibilità, nasconde un elaborato processo creativo, sia materiale che mentale, che mira a modulare nuove realtà attraverso percorsi visionari.
Per la sua prima personale in Europa Armanious presenta una serie di sculture realizzate completamente in resina, un materiale utilizzato per riprodurre in maniera fedele oggetti reali come mobili, tavoli, secchi, polistiroli, neon, sabbia o pietre preziose. Questi, non più funzionali all’uso, vengono recuperati dall’artista che ne effettua prima un calco, per poi ricavarne una copia perfettamente identica. Tutte le fasi di produzione sono realizzate direttamente da Armanious, dall’ideazione fino alla fusione delle sculture, in cui il colore è impastato direttamente con le resine quando sono ancora allo stato liquido. Ne emerge una figura di artista-alchimista che non solo dona nuova vita, se pur cristallizzata, agli oggetti ma conferisce loro un nuovo significato attraverso accostamenti visivi e semantici. Morfologie ed assonanze culturali che rendono l’opera riconoscibile ma sempre in un certo senso estranea.
Si cela, in questo processo di trasformazione, l’ironia dell’artista che nell’atto di plasmare gli oggetti li decontestualizza e li spoglia della propria perduta funzione, creando un vocabolario del tutto nuovo e suggestivo. Una poetica basata sulla contrapposizione o sull’accostamento di immagini, sull’uso dell’analogia e sullo studio dei materiali.
L’idea di riproporre l’oggetto identico nella forma ma diverso nella sostanza è una pratica quasi liberatoria, una sorta di catarsi ricca di riferimenti iconici di filosofie antiche, di influenze da culture arcaiche o, per inverso, provenienti dalla più semplice quotidianità.
Armanious ricrea enigmatici universi in resina iperrealisti, spesso pervasi da un estraniante non-sense, in cui l’oggetto è sì defunzionalizzato ma soprattutto è salvato dalla distruzione. In quest’ottica l’artista è definibile come un archeologo del contemporaneo, attento scopritore, catalogatore e conservatore del vecchio. Una sorta di allegoria della creazione, o meglio della ri-creazione, in cui anche il meno stimato utensile può riappropriarsi della sua aura.
...........................................................
Gallery B: Norbert Schwontkowski
'Second Life'
La pittura di Norbert Schwontkowski (Brema,1949) tende a ricreare atmosfere metafisiche e paesaggi in cui il tempo sembra fermarsi. Con “Second Life”, seconda personale nella Galleria Raucci/Santamaria, l’artista tedesco presenta, oltre ad una serie di tele inedite, alcuni dipinti su carta nati come negativi di quadri precedentemente eseguiti. Una tecnica che dona, appunto, una seconda vita ad alcuni soggetti particolarmente cari all’autore: tali carte sono state infatti appoggiate sui dipinti ancora freschi, in modo che i profili e le ambientazioni rimanessero impresse sul foglio. Tali pagine sono state successivamente completate dipingendo ulteriormente o ritoccandole per mezzo di una pratica osmotica. Indipendentemente dal supporto utilizzato Schwontkowski è un eccellente narratore: la sua poetica silenziosa è esplicata attraverso una pittura opaca in cui la presenza umana sembra diradarsi, lasciando spazio a territori solitari ed a descrizioni di un mondo sospeso nel tempo.
Pastosi oli su tela che - attraverso l’uso di colori tenui e tenebrosi come il marrone, il nero, il grigio, il giallo - ricostruiscono una dimensione onirica e plumbea. Allusioni e richiami ad un mondo immaginario che tuttavia conservano un forte legame con la realtà. L’attrazione metafisica di queste pitture non è, infatti, citazione colta o abbandono del reale, ma piuttosto evidenzia un approccio alla pittura ironico e disincantato. La chiave di lettura del lavoro dell’artista sta proprio in questa apparente solennità, che nasconde invece l’invito ad interpretare la sua pittura in modo divertito e distaccato. Dietro ambientazioni geografiche sospese, volti ora sorridenti ora beffardi, caverne desolate o brevi attimi di intimità, si cela il mistero di una visione ludica del mondo. Un humor nero che, combinato ad un tocco di stravaganza, crea una pittura avvolgente ma spesso sfuggente nell’interpretazione.
Ideatore di un teatro dell’assurdo e scenografo di universi senza punti di riferimento, Schwontkowski tenta di riconciliare, in maniera moderna, la dimensione meramente fisica e terrena con quella spirituale e meditativa.
Immagine di Hany Armanious
Inaugurazione giovedì 29 Ottobre 2009, dalle 19 alle 21,30
Galleria Raucci/Santamaria
corso Amedeo di Savoia 190, Napoli
Ingresso libero