Niemand ist mehr dort, wo er hin wollte. 6 artisti tedeschi espongono, per la prima volta in Italia, installazioni, videoproiezioni e fotografie che affrontano, da diversi punti di vista, il tema della riunificazione tedesca. Fra gli artisti che partecipano alla collettiva, e' da segnalare la presenza di Marcel Odenbach che con una sua opera video da' titolo alla mostra.
Milano, settembre 2009 - In occasione del ventesimo anniversario della caduta del muro di Berlino il Goethe-Institut Mailand, l’Istituto Culturale tedesco con sede a Milano, è ideatore e curatore della mostra di arte contemporanea “Nessuno è più dove voleva essere / Niemand ist mehr dort, wo er hin wollte”. L’esposizione si terrà a Milano, nella Galleria CCF presso il Palazzo delle Stelline in Corso Magenta 63, dal 9 al 27 novembre 2009. Saranno 6 gli artisti tedeschi, che esporranno, per la prima volta in Italia, installazioni, videoproiezioni e fotografie che affrontano, da diversi punti di vista, il tema della riunificazione tedesca.
Fra gli artisti che partecipano alla collettiva, è da segnalare la presenza di Marcel Odenbach, uno dei più importanti esponenti della video arte a livello internazionale. La sua video installazione “Niemand ist mehr dort, wo er hin wollte” (Nessuno è più dove voleva essere), da cui prende spunto anche il nome della mostra, ripropone un montaggio di immagini di propaganda storica e di riprese da lui stesso realizzate durante gli avvenimenti relativi alla caduta del Muro, suggerendo una riflessione sul significato e le conseguenze derivanti dall’unificazione della Germania.
Accanto all’installazione di Odenbach, anche altre opere mettono in discussione la questione dell’identità nazionale e dei suoi simboli. A questo proposito, due opere presenti in mostra affrontano il tema dell’abbattimento del Palazzo della Repubblica (Palast der Republik). La demolizione dell’edificio, un tempo simbolo architettonico della RDT, e la ricostruzione, al suo posto, del vecchio castello del casato prussiano degli Hohenzollern, è stata al centro di un lungo e acceso dibattito.
L’artista Ulike Mohr affronta questa tematica con l’opera “Restgrün” (Verde residuo). Una sequenza di fotografie mostra gli alberi cresciuti sul tetto del Palazzo della Repubblica prima della sua demolizione. Sradicando gli alberi e trasferendoli nel Skulpturenpark Berlin_Zentrum, un’area dismessa nei pressi del Muro, la Mohr lascia delle tracce visibili di un passato che sembra voler essere cancellato e di un palazzo che non esiste più.
Anche Nina Fischer e Maroan el Sani si confrontano con la demolizione del Palazzo della Repubblica nella loro opera “Palast der Republik – Weißbereich – Innen/ außen” (Palazzo della Repubblica - zona bianca - interno/esterno). Gli artisti raccontano attraverso videoriprese un viaggio lento fra gli spazi vuoti dell’edificio. Un’atmosfera di abbandono viene trasmessa dalle immagini che illustrano uno stato quasi sospeso del vecchio palazzo, svuotato del suo significato e ancora in attesa di ricevere un nuovo senso.
Una sensazione di abbandono si avverte anche nelle diapositive dell’artista berlinese Ulrike Kuschel. In “Wohngebiet” (L’area residenziale), la Kuschel segue la trasformazione di un’area residenziale di Berlino Est. Ai tempi della RDT un piccolo idillio composto da asili nido, piccoli orti e verde pubblico emerge fra grigi caseggiati popolari eretti negli anni Trenta. Le diapositive, accompagnate da un testo, gettano lo sguardo sulla difficile situazione del quartiere e i suoi cambiamenti dopo la riunificazione.
Presente all’esposizione collettiva anche l’opera del rinomato regista Harun Farocki “Die führende Rolle” (Il ruolo principale). Con un montaggio di immagini trasmesse dai telegiornali della Germania dell’Ovest e dell’Est durante gli accadimenti dell’ottobre/novembre 1989, il regista analizza la rappresentazione del declino della classe operaia della RDT da parte dei media. Mentre i TG dell’Est si attengono all’immagine di “stato operaio“ della RDT, i servizi delle emittenti della Germania occidentale diffondono immagini nelle quali, all’indomani dell’apertura del Muro, la gente prende d’assalto le zone dello shopping occidentali, mostrando quanto i luoghi della produzione vengono sostituiti dai quartieri commerciali.
La mostra prevede anche un catalogo delle opere comprensivo del saggio “Die Gemalten” dello scrittore Marcel Beyer. In questo saggio, finora inedito in Italia, Beyer illustra le sue impressioni sulla città di Dresda dopo la riunificazione e avvia una riflessione sul rapporto tra la Germania dell’Est e quella dell’Ovest. Il catalogo, a cura dell Goethe-Institut Mailand, è pubblicato presso Mimesis Edizioni.
Con questa importante mostra il Goethe-Institut Mailand offre ai cittadini milanesi l’opportunità di avvicinarsi ancora una volta alla cultura tedesca attraverso le voci e le immagini di chi ha vissuto da vicino un evento che ha rivoluzionato non solo la storia della Germania, ma quella di tutto il mondo.
La mostra è nata in collaborazione con la Commissione Europea - Rappresentanza a Milano e con il supporto di BMW Italia e Robert Bosch SpA sotto il Patrocinio della Comune di Milano e della Provincia di Milano.
Segreteria della mostra: tel. 02 77691733 progr@mailand.goethe.org
Contatti per la Stampa: tel. 02 36962014 leonora.cerri@it.bosch.com
Inaugurazione 9 novembre ore 18.30
Palazzo delle Stelline, Galleria CCF
Corso Magenta 63, Milano
Orario: da Lunedì a Domenica, dalle 10.00 alle 19.00
Ingresso libero