Pensiero raccolto. L'artista realizza installazioni in cui mette in luce le esigenze della comunicazione interpersonale in un mondo fatto di materializzazioni e assenze. Attraverso la scelta di composizioni lievi e trasparenti, l'uso minimale del colore, la ricerca empirica sulle potenzialita' dei materiali piu' inconsueti forniti dalla tecnologia moderna, crea installazioni appena percettibili e in completa simbiosi con lo spazio che le ospita.
Sabrina Bastai conduce da anni una ricerca sperimentale intorno ai meccanismi e alle connotazioni specifiche del pensiero. Su questa linea realizza installazioni in cui mette in luce le esigenze della comunicazione interpersonale in un mondo fatto di materializzazioni e assenze. Attraverso la scelta di composizioni lievi e trasparenti, l’uso minimale del colore, la ricerca empirica sulle potenzialità dei materiali più inconsueti, forniti dalla tecnologia moderna, crea installazioni appena percettibili e in completa simbiosi con lo spazio che le ospita.
E proprio per rendere possibile un confronto con questa ricerca così particolare, giovedì 26 novembre, alle ore 18.30, lo Spazio Juliet di Trieste (via Madonna del Mare 6, II piano), presenta l’installazione “Pensiero raccolto” di Sabrina Bastai.
Un’installazione di elementi facili da staccare e da applicare. Si tratta di fogli di polipropilene biorientato (BOPP), un materiale che ha la forza di aderire alla superficie delle pareti grazie alla tensione elettrostatica presente tra i due corpi. Un’attrazione durevole ma non eterna perché l’azione della gravità terrestre porrà fine al legame. Anch’esso caduco, quindi, per quanto possa avvincere la sua stabilità. La sua fermezza verticale è per molti versi analoga alle dinamiche relazionali che sostengono la vita degli uomini.
Il loro intessere, i rapporti sociali, sono proprio volti a rafforzare la vita del singolo, a garantirne la longevità, anche se in ultima analisi resta effimera, perché segnata dallo scorrere del tempo, dagli eventi occasionali che ne determinano la caduta. Anzi è proprio la coscienza di un destino ineluttabile a stimolare l’intervento continuo dell’uomo che nel caso di questa installazione si traduce nel gesto di staccare e applicare i fogli di polipropilene per apprezzarne la mutevole bellezza, per renderla duratura. Strappare e attaccare per scoprire le sensuali increspature di questa pelle sintetica, per eliminare le bolle d’aria che si formano tra le due diverse superfici. È ad esse che si deve l’iniziale perdita di aderenza che, come una piaga, si propaga fino a determinare la caduta.
Il fruitore è chiamato a intervenire, a prendersi cura della superficie accarezzandola; spianando col palmo della mano il foglio fino a ottenere un’aderenza ottimale. Un esercizio che lo porta a riscoprire i piaceri della vista e del tatto, a verificare le resistenze di una realtà che non si piega al suo volere. Le irregolarità fisiche del muro, le condizioni climatiche del tempo sono tra i fattori che negano la bontà del gesto. Le sue azioni, per quanto energiche e accurate, non sortiranno un risultato perfetto. La loro efficacia sarà sempre relativa. La stessa iterazione sortisce un beneficio provvisorio perché proporzionato alla forza di volontà del fruitore, alla sua insistenza. Prima o poi si vedrà costretto a uscire dalla stanza, lasciando i fogli di polipropilene in balia del tasso di umidità, della pressione atmosferica, delle imperfezioni della parete, delle correnti d’aria, della forza di gravità… L’azione è insufficiente. Allora è forse meglio adottare un altro tipo di comportamento, più prossimo all’esercizio della contemplazione che rispettando la realtà, non volendo intervenire in essa, la accoglie come connaturata alla propria vita. Pensieri raccolti attorno all’esistenza e al mistero che la circonda. Gesti e sguardi come parte di un rituale ricorrente che informa e indirizza una vita già orientata verso l’orizzonte.
Ufficio Stampa: PressEventsGroup srl info@presseventsgroup.com
Inaugurazione giovedì 26 novembre, ore 18.30
Spazio Juliet
via Madonna del Mare 6, II piano Trieste
La mostra sarà visitabile fino al 15 gennaio: ogni martedì dalle 18 alle 20, o su appuntamento telefonando al numero 040 313425.