Ovvero la scienza dell'arte. Negli spazi della galleria sono messe in dialogo le immagini tratte dal repertorio delle foto satellitari della Nasa e le opere realizzate dai tre artisti: Marinai, Mei, Sartori, ispirate alla tematica dell'osservazione dei corpi celesti e alle leggi della fisica.
A conclusione dei convegni per l'anno 2002 di Euroforum La Corte ospita una mostra ispirata alla relazione intercorrente tra arte e scienza.
Negli spazi della galleria sono messe in dialogo le immagini tratte dal repertorio delle foto satellitari della Nasa e le opere realizzate dai tre artisti: Marinai, Mei, Sartori, ispirate alla tematica dell'osservazione dei corpi celesti e alle leggi della fisica.
Il gioco allusivo, fatto di reciproci specchiamenti è bilanciato tra l'osservazione dei fenomeni celesti registrati dell'obbiettio di un atellite e la messa in visione delle immagini da parte dello sguardo dell'artista che ha tradotto in vicinanza e in soggettività poetica alcuni principi condivisi con la scienza.
Si può dire che il dislivello tra il molto grande e il molto piccolo, ovvero il cosmo e la mente dell'artista, è colmato da quello stato di reverie che per Bachelard è il modo attraverso cui possiamo immaginare il cosmo e dialogare con esso. Luogo di partenza e di ritorno della reverie è la camera, sacello di ogni vita spirituale ed immaginaria, un vascello secondo De Chirico, con cui fare viaggi meravigliosi.
Una stanza da letto, quasi sovrapponibile in modo rovesciato a quella di Van Gogh ad Arles, per Aroldo Marinai.
Un grande cerchio a terra, fatto di opacità e opalescenze e che riconduce all'accidentata gibbosità della crosta lunare, per Donatella Mei.
Una voce narrante che va spiegando i principi che sorreggono l'evoluzione della specie con immagini crude e disarmanti per Mariateresa Sartori.
(dal testo di Laura Vecere in catalogo)
La Corte
Via de' Coverelli 27 r
Firenze