Alberto Abate
Ubaldo Bartolini
Matteo Basile'
Tommaso Cascella
Bruno Ceccobelli
Solveig Cogliani
Stefano Di Stasio
Paola Gandolfi
Elio Marchegiani
Vanni Rinaldi
Donatella Schiliro'
Otello Lottini
Alberto Abate, Ubaldo Bartolini, Matteo Basile', Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Solveig Cogliani, Stefano Di Stasio, Paola Gandolfi, Elio Marchegiani, Vanni Rinaldi, Donatella Schiliro', sono stati invitati a ri-creare l'esperienza estetica degli undici Sonetti dell'amore oscuro (1935-1936) di Garcia Lorca.
a cura di Otello Lottini
Giovedì 10 dicembre, alle ore 18.30, presso la Reale Accademia di Spagna di Roma verrà inaugurata la mostra Poesia degli occhi. Omaggio degli artisti italiani a Federico García Lorca, a cura di Otello Lottini.
All’inaugurazione prendono parte Enrique Panés, Direttore della Reale Accademia di Spagna, Umberto Croppi, Assessore alla Cultura e alla Comunicazione del Comune di Roma, Fabio Fatuzzo, Assessore alla Cultura del Comune di Catania (dove la mostra andrà l’anno venturo) e Nerio Nesi, Presidente dell’Associazione Culturale Italia / Spagna (ACIS).
La mostra è promossa dall’Università Roma Tre - Dipartimento di Letterature Comparate e dal Centro d’Arte Contemporanea (CEDAC), della Facoltà di Lettere e Filosofia dello stesso Ateneo, nonché dall’Accademia di Spagna a Roma. Hanno dato il loro sostegno e patrocinio il Comune di Roma, Assessorato alla Cultura e Comunicazione, il Comune di Catania, Assessorato alla Cultura, l’Istituto Cervantes di Roma, l’Associazione Culturale Italia Spagna (ACIS) di Torino.
Gli artisti italiani Alberto Abate, Ubaldo Bartolini, Matteo Basilé, Tommaso Cascella, Bruno Ceccobelli, Solveig Cogliani, Stefano Di Stasio, Paola Gandolfi, Elio Marchegiani, Vanni Rinaldi, Donatella Schilirò, sono stati invitati a ri-creare l'esperienza estetica degli undici Sonetti dell’amore oscuro (1935-1936) di García Lorca, lavorando con una dinamica interpretativa, in cui la coscienza creativa del presente si nutre del mondo poetico del passato, che, in questa occasione, si incarna in una delle più grandi voci del Novecento spagnolo ed europeo.
I pittori e gli scultori ci offrono un approccio plurale alla poesia di García Lorca, in base a tecniche, procedimenti e ispirazioni, legate alle specificità linguistiche e alle tensioni problematiche di ciascun artista.
Esse si possono riassumere nelle proposte di un’arte che lavora sulla materia, sui segni e sul significante (Cascella, Ceccobelli, Marchegiani, Rinaldi), sulla nuova elaborazione dell’immagine, sviluppata tra segni e simboli (Abate, Bartolini, Cogliani, Di Stasio, Gandolfi) e sulle dinamiche della significazione, tra tecniche reali e tecniche virtuali (Basilè, Schilirò).
Dalle peculiarità di ognuno emerge l’ipertesto estetico della mostra, che può servire a introdurre lo spettatore nella specifica dimensione delle diverse personalità degli artisti e aiutarlo ad apprezzare la loro lettura e interpretazione delle poesie.
I Sonetti dell'amore oscuro che Lorca ebbe il tempo di comporre sono in tutto undici. Nelle sue intenzioni, erano parte di un libro più esteso, che doveva costituire un vero e proprio canzoniere d'amore. Ma la tragica morte gli impedì di comporlo. Alcuni erano già noti negli anni Trenta, poiché Lorca li aveva letti in privato ai suoi amici (da Pablo Neruda a Vicente Aleixandre). Ma, come si è detto, dopo di allora e fino agli anni Ottanta del secolo scorso, non se ne è saputo più nulla. Se ne parlava di tanto in tanto, ma pochi li conoscevano.
Da quando li conosciamo, aumenta il rammarico per l'assurda morte del poeta che gli ha impedito di ultimare il progetto, che avrebbe potuto costituire il grande libro poetico, il grande canzoniere moderno dell'eros diverso. I sonetti rimasti presentano una duplice valenza: hanno una sostanza autobiografica, sono il documento, cioè, di una intensa e drammatica passione d'amore vissuta da Lorca e, insieme, sono una delle più alte espressioni poetiche che l'eros omosessuale abbia saputo ispirare nei tempi moderni.
Tragedie del passato e attualità della poesia. La mostra intende guardare alla perennità e all’attualità della poesia di Lorca, che continua a parlarci ancora oggi, più che a rievocarne la drammatica morte, che è consegnata alle tragedie storiche del Novecento.
Nella mostra, l’immagine di Lorca viene assunta come espressione alta della vita culturale spagnola e si propone come paradigma del grande cammino che ha fatto la cultura in Italia e in Spagna, che guarda in avanti e va oltre le divisioni dell’Europa del Novecento; anzi, si lascia alle spalle le drammatiche esperienze del secolo scorso.
La grandezza di Lorca sta nel fatto che, sebbene collocato all’interno della vita spagnola degli anni Venti e Trenta, culminata nella tragedia della Guerra Civile, scavalca il tempo e si proietta, con sempre rinnovata vitalità, anche sull’oggi, per la drammaticità simbolica della sua vicenda umana e il valore universale delle sue creazioni poetiche.
García Lorca, oltre che uno dei vertici della poesia del Novecento, è, sicuramente, il poeta spagnolo più conosciuto in Italia.
Tuttavia, nel suo caso, sembra che la luce abbia divorato l’ombra, facendo eclissare spesso diversi versanti e aspetti della sua opera.
Col passare degli anni, e man mano che sta venendo alla luce una gran quantità di inediti – lettere, conferenze, interviste, poesie, teatro - e in parallelo alla messa in opera di strumenti critici più aggiornati, nonché di sensibilità e di valori socio – culturali più moderni, sta emergendo anche l’immagine di un García Lorca polifonico, complesso e dialettico, ricco di esperienze culturali, letterarie e sociali di grande vigore problematico, capace di parlare a tutti, al di là delle diverse sensibilità sociali e culturali.
Da pochi giorni, infine, si è avviata la campagna di scavi, per individuare e recuperare i resti del poeta, con una operazione delicata e sobria: la famiglia di Lorca, che si era opposta per decenni a questi scavi, ha acconsentito, purché non vi fossero foto né riprese televisive, come sta puntualmente avvenendo.
Inaugurazione Giovedì 10 dicembre, alle ore 18.30
Reale Accademia di Spagna
piazza San Pietro in Montorio, 3 - Roma
Orario: martedi' - domenica 10-13 e 16-19
Ingresso libero