Materia e Tempo. La mostra rende omaggio all'artista spagnolo e presenta un gruppo di lavori monumentali focalizzati sull'indagine degli ultimi tre decenni. Sono opere che dimostrano l'attualita' di una ricerca che, rinnovandosi, ha attraversato tutta l'arte del dopoguerra ponendosi come elemento di costante autocoscienza. Ampio lo spazio dedicato alla scultura, un settore generalmente meno noto della ricerca di Tapies, con una serie di opere in terracotta. Tra le peculiarita' della mostra va segnalata la presenza dei 'muri', una serie di grandi opere degli anni '80 dove l'artista interviene su lastre di lava smaltate.
a cura di Alberto Fiz
Dopo il successo ottenuto dalla personale di Alex Katz, il MARCA, Museo delle Arti Catanzaro, apre la stagione invernale con un nuovo importante appuntamento espositivo che ha l’obiettivo d’indagare l’opera di uno dei maggiori protagonisti dell’arte europea.
Sabato12 dicembre alle ore 18 s’inaugura la personale di Antoni Tàpies Materia e Tempo che si articola come un vero e proprio omaggio all’ottantaseienne maestro spagnolo.
La rassegna, che si potrà visitare sino al 14 marzo 2010, presenta un gruppo di lavori monumentali, in gran parte mai visti in Italia, focalizzati sull’indagine degli ultimi tre decenni. Sono opere che dimostrano l’attualità di una ricerca (a questo proposito non è casuale l’omaggio che a Tàpies è stato dedicato, nella primavera 2009, dalla Dia:Beacon di New York) che, rinnovandosi, ha attraversato tutta l’arte del dopoguerra ponendosi come elemento di costante autocoscienza.
In tal senso appare emblematica la straordinaria serie di “muri” degli anni ottanta nati dalla riflessione sugli antichi graffiti.
E’ parte integrante della mostra un'ampia introduzione storica con rilevanti testimonianze degli anni cinquanta e sessanta.
L’esposizione, curata da Alberto Fiz, direttore artistico del MARCA, è promossa dalla Provincia di Catanzaro Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria.
“Il MARCA è ormai una realtà di primo piano nel panorama artistico italiano e dopo essersi occupato dell’arte americana con la mostra di Alex Katz e aver collaborato al progetto Intersezioni con la presenza di Dennis Oppenheim, oggi affronta la ricerca di Tàpies che, meglio di ogni altro, riflette lo spirito dell’arte europea”, afferma Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura. “Si tratta di un’ulteriore conferma di quanto la cultura rappresenti un fondamentale strumento di crescita per il nostro territorio”.
La ricerca di una delle figure centrali del dopoguerra che ha avuto un forte influsso sulle esperienze di artisti quali Joseph Beuys e Jannis Kounellis, viene indagata da una mostra che affronta la permanenza del gesto attraverso una rigorosa selezione di opere sottese da una presenza silenziosa, quanto ineludibile del tempo.
“L’idea essenziale che mi viene in mente, è trovare un’arte che stimoli una visione in profondità, che ci avvicini alla realtà autentica, alla vera natura dell’uomo. Con un approccio il più intenso possibile, si può entrare nel centro dell’universo”, ha affermato Tàpies.
Sono oltre 50 le opere esposte negli spazi del MARCA tra dipinti, sculture, muri, disegni, composizioni grafiche e libri illustrati provenienti da importanti collezioni pubbliche e private italiane e straniere, a testimoniare la straordinaria vitalità dell’artista che ha saputo manipolare i materiali e le forme giungendo ad un risultato di assoluto equilibrio, per certi aspetti visionario, dove il quadro è esso stesso l’oggetto della rappresentazione e non più la finestra sul mondo.
Silenziose tensioni caratterizzano le opere di Tàpies, come emerge osservando Creu i copa, una grande composizione del 2003 di 200x340 centimetri, Diptic amb fusta del 1983 che misura 275x400 centimetri o Homenatge a la materia (195x130) del 2006. “L’opera di Tàpies sconvolge l’ordine tradizionale delle cose per affermare una cosmogonia caratterizzata da improvvise deflagrazioni”, afferma Alberto Fiz, “I materiali sono infiniti in relazione ad un’assoluta libertà creativa dove dal fango al cartone, dai detriti alla paglia, tutto è sottoposto a verifica di fronte ad un’esistenza in continua metamorfosi”.
Ampio lo spazio dedicata alla scultura, un settore generalmente meno noto della ricerca di Tàpies, con una serie di opere in terracotta tra cui Divan del 1987 che pur evocando il triclinio della Roma antica, diventa elemento di arredo quotidiano nell’orizzontalità della storia dal momento che viene contaminato con una forma pittorica bianca simile all’impronta di un piede. O T tombada dello stesso anno che afferma la presenza del segno sottraendosi ad una visione politica o religiosa.
Nell’ambito della mostra, le opere recenti vengono poste in relazione con una serie di composizioni storiche come accade con Figura Pajsage en gris del 1956 proveniente dal Mart di Rovereto, dove la componente monocromatica accentua la presenza di esili segni o graffiti che evocano vere e proprie forme archetipali. O con Terre sur marron foncé del 1956, una composizione di forte drammaticità, che nel 1957 ha vinto il Premio Lissone. Tra le peculiarità della rassegna va segnalata la presenza dei “muri”, una serie di grandi opere degli anni ottanta dove l'artista interviene su lastre di lava smaltate.
Tali lavori installativi sono stati esposti una sola volta nel 2004 durante una retrospettiva al Museo Reina Sofia di Madrid. Sono opere dallo straordinario potere evocativo dove la terra, come materia prima, diventa luogo di riflessione cosmico ma anche campo di battaglia, giardino e terreno di gioco in base ad una riflessione sulla materia che caratterizza, sin dalla metà degli anni quaranta, tutta l’indagine del maestro spagnolo.
Tàpies, del resto, è espressione catalana per designare i muri. Lui stesso lo ricorda: "Curioso destino iscritto nel mio nome! Era come se si compisse lo strambo presagio che, anni addietro, avevo ascoltato da un seguace dell'occultismo che credeva nell'influenza strana esercitata da ognuno di noi dal nome che porta sul proprio carattere e sul proprio destino".
Particolarmente significativa anche la riflessione di Jannis Kounellis che di Tàpies ha sempre riconosciuto il magistero. Il protagonista dell’arte povera afferma: "Parlare di Antoni Tàpies è come guardare la sabbia desertica che si alza nel cielo tempestoso e, ricadendo con furia, dipinge tutto ciò che trova, di sabbia".
Un’intera sezione della mostra è dedicata al disegno, all’opera grafica e ai libri d’artista, ambiti fondamentali nella ricerca di Tàpies che ha sempre affrontato queste forme espressive con assoluta autonomia rispetto alla pittura evidenziando l’aspetto segnico e calligrafico.
L’esposizione è accompagnata da un ampio catalogo monografico in italiano e inglese edito da Electa.
Nel mese di febbraio 2010, durante il periodo di esposizione della mostra, verrà organizzato un importante convegno internazionale dal titolo: “Oltre la pittura. Il destino della materia”, che coinvolgerà la Fondazione Alberto Burri, la Fondazione Mimmo Rotella, la Fondazione Robert Rauschenberg e la Fondazione Antoni Tàpies.
Antoni Tàpies nasce a Barcellona nel 1923. È tra i fondatori della rivista e del gruppo "Dau al Set" (La settima faccia del dado), di impronta neo-dadaista. Nel 1950 tiene la prima personale alla Galeria Layetanas di Barcellona e compie il primo viaggio a Parigi, dove incontra Pablo Picasso. Nei primi anni cinquanta la pittura di Tàpies si volge verso l'art autre. Si susseguono mostre importanti: nel 1952 partecipa alla Biennale di Venezia, dove espone più volte negli anni, e nel 1993 ottiene il premio per la pittura. Tra la fine degli anni cinquanta e sessanta si colloca una lunga serie di importanti mostre. Nel 1959 Tàpies partecipa per la prima volta a Documenta di Kassel, mentre l'anno successivo presenta le sue opere al Museu de Arte di Bilbao. Nel 1962 espone al Kestner Gesellschaft di Hannover, al Guggenheim di New York e al Kunsthaus di Zurigo. Nel 1964 è ancora a Kassel, nel 1965 a Londra, all'Insitute of Contemporary Arts, nel 1967 a San Gallo, al Kunstmuseum, nel 1968 a Vienna, al Museum des XX Jahrhunderts, ad Amburgo e Colonia, al Kunstverein. Nel 1973 Parigi gli rende omaggio con una retrospettiva al Musée d'Art Moderne.
Nel 1977 espone all'Albright-Knox Art Gallery di Buffalo. Nel 1980 è la volta del Museo Español de Arte Contemporanea di Madrid e dello Stedelijk Museum di Amsterdam. Nel 1981 Tàpies riceve altri premi e onorificenze: la medaglia d'oro per le Belle Arti da re Juan Carlos I e la laurea honoris causa del Royal College of Art di Londra.
Nel 1984 inizia a lavorare al progetto della Fundació Antoni Tàpies di Barcellona che viene inaugurata nel 1990. Nel 1985 è il Guggenheim di New York a dedicargli una retrospettiva a cui segue nel 2004 l’ampio omaggio del MACBA di Barcellona. Nel 2009 Tàpies viene accolto con una personale dalla Dia:Beacon di New York (16 maggio-19 ottobre). Tra le recenti mostre pubbliche in Italia vanno segnalate la retrospettiva al Museo Pecci di Prato nel 1997 e quella del 2005 al Museo di Lissone.
Catalogo Electa
Mostra a cura di Alberto Fiz promossa dalla Provincia di Catanzaro – Assessorato alla Cultura con il patrocinio della Regione Calabria, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Calabria.
Ufficio stampa:
Studio ESSECI - Stefania Bertelli tel. 049.663499
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Ufficio stampa Electa-Enrica Steffenini tel. 02.21563433
elestamp@mondadori.it
Ufficio Mostre-Settore Cultura Provincia di Catanzaro tel. 0961.84721
Vernice per la Stampa Sabato 12 dicembre Ore 16
Inaugurazione ore 18
MARCA
via Alessandro Turco 63, Catanzaro
Orario: da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30; chiuso lunedì
Ingresso: 3 euro