Lettera aperta
Ospitiamo la lettera aperta che raccoglie la protesta per il modo in cui sono state gestite le nomine della nuova direzione del Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli. La conclusione della vicenda lascia tutti gli addetti ai lavori oltre che stupiti, amareggiati e indignati. Sebbene possa sembrare un problema "locale" e anche considerato l'importante ruolo dei privati nella gestione del museo, ci sembra che l'andamento dei fatti sia significativo del modus con cui procedono le politiche culturali nel nostro Paese. Una ulteriore eclatante dimostrazione di quanto e' stato gia' denunciato e sostenuto nell'Appello al Presidente che da ottobre sta proponendo discussioni e riunioni in tutte le citta' italiane.
Caro/a,
la maniera con cui è stata gestita la selezione per la nuova direzione del Castello di Rivoli lascia tutti amareggiati e indignati. In queste ore numerosissime sono le critiche su forum, portali d'arte, facebook, via sms, telefono, ecc. In modo che la nostra opinione e il nostro disappunto non si disperdano, uniamo le forze e facciamoci sentire!
Qui sotto trovi una lettera aperta sull'intera vicenda. Ti chiedo di leggerla e, se lo ritieni oppurtuno, dare il consenso per la firma a questo indirizzo e-mail:
lettera_rivoli@undo.net
La conclusione della vicenda per la nuova direzione del Castello di Rivoli lascia tutti gli addetti ai lavori dell'arte contemporanea, oltre che stupiti, amareggiati e delusi. Anche indipendentemente da un giudizio di merito su qualità professionale, curriculum e progetti proposti dai due nuovi condirettori, il metodo seguito per la nomina ha purtroppo confermato le preoccupazioni da più parti emerse in precedenza.
1) la ripetuta, pubblica pressione esercitata dall'assessore alla cultura Oliva ha pesantemente condizionato tutto l'andamento della procedura di nomina;
2) la nomina di Giovanni Minoli a Presidente del Consiglio di Amministrazione è stata evidentemente ispirata non da criteri di professionalità e conoscenza del settore, ma per garantire con un nome di grande impatto mediatico le decisioni del Consiglio stesso;
3) le procedure di selezione dei candidati e di valutazione dei loro progetti non sono state ispirate a trasparenza e, soprattutto, la decisione finale è stata presa da una sola persona (Minoli stesso) che ha candidamente ammesso, fra l'altro, di essere stato a Rivoli l'ultima volta nel 1985 e di non parlare l'inglese (ciò che evidentemente non rende possibile un'analisi approfondita ed oggettiva dei progetti presentati da candidati non italiani);
4) la gestione della comunicazione seguita alla nomina della coppia Bellini-Hoffmann e soprattutto le pesanti, gratuite e non smentite dichiarazioni di Minoli secondo le quali Hoffmann, con la sua rinuncia, si sarebbe comportato come "un bandito" o come "un calciatore di terza categoria" gettano un'ombra sulla statura morale e sull'adeguatezza umana e gestionale dell'attuale Presidente del Consiglio di Amministrazione del Castello di Rivoli.
Visto tutto ciò i sottoscritti ritengono che, per dimostrare dignità e correttezza, l'unica cosa che Giovanni Minoli potrebbe a questo punto fare è di rassegnare le dimissioni da Presidente del Consiglio di Amministrazione del Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli.
Parimenti i due nuovi direttori Beatrice Merz e Andrea Bellini, per sgomberare il campo da ogni sospetto di nomina pilotata e non ispirata a valutazione di merito, dovrebbero anch'essi rassegnare le dimissioni cosicché un nuovo Consiglio di Amministrazione possa finalmente procedere alla nomina di una giuria internazionale e ad un reale concorso per la nuova nomina del Direttore, finalmente con criteri di trasparenza e di meritocrazia.
Solo in tal caso le sgradevoli e imbarazzanti vicende delle ultime settimane potranno dar luogo ad una vera opportunità e potranno essere di esempio per le procedure di nomina anche nel resto del Paese.
Al 27 di dicembre hanno gia' firmato oltre 90 persone.